Rassegna stampa – L’Authority ha riscontrato gravi violazioni: mancata verifica dell’età di accesso alla piattaforma e ai contenuti, sul Titano ammessa autonomamente a 16 anni.
ANTONIO FABBRI – Il provvedimento è del 4 luglio scorso, pubblicato recentemente sul sito del Garante sammarinese della privacy, ed è stato adottato dall’Autorità nei confronti di Tik Tok Pte Limited, la società con sede a Singapore, titolare appunto di dell’omonimo social network, tra i più in voga tra gli adolescenti. Ma è proprio il pubblico di minori a cui si rivolge che ha generato l’inciampo a fronte della legislazione sammarinese con la conseguente sanzione milionaria da parte della Autorità Garante per la protezione dei dati personali di San Marino, che ha spiccato una sanzione amministrativa di 3.500.000 euro. Così Wikipedia descrive TikTok: “è diventato un fenomeno globale, in particolare tra gli adolescenti e i bambini. Questa piattaforma permette agli utenti di creare e condividere brevi video musicali, montati con filtri ed effetti speciali per intrattenere il pubblico”.
L’indagine e il precedente L’indagine su Tik Tok, si legge nel provvedimento dell’autorità garante, è scattata nel 2021, un paio di anni dopo che la stessa autorità sanzionava Facebook con una multa di 4 milioni di euro, poi confermata lo scorso anno a gennaio dal giudice amministrativo, anche se ad oggi non è dato sapere se sia stata pagata o meno. Sta di fatto che l’Authority a febbraio 2021 ha deliberato “l’apertura d’ufficio di un procedimento istruttorio, nei confronti della società TikTok PTE Limited Singapore (…) in qualità di titolare del trattamento dei dati personali” ed ha richiesto “a detta società informazioni e documentazioni in merito all’esistenza di misure di controllo volte a verificare l’età dell’utente che intende accedere e registrarsi alla piattaforma social in questione”. Ricevuta la risposta dalla società, l’Autorità Garante ha però verificato che quanto comunicato corrispondesse ad effettive misure di tutela del trattamento dei dati. Così ha delegato “alla Gendarmeria della Repubblica di San Marino lo svolgimento delle attività di accertamento aventi ad oggetto l’esistenza di misure di controllo sull’età della persona che intende registrarsi alla piattaforma TikTok, al fine di consentire all’Autorità Garante di verificare che tali misure fossero pienamente rispondenti alle prescrizioni sancite” dalla legge sammarinese sulla privacy. Ha delegato quindi il “Reparto Operativo e di Polizia Giudiziaria del Corpo della Gendarmeria, lo svolgimento delle attività di accertamento aventi ad oggetto il rispetto della normativa vigente in relazione ai limiti di età che consentono di accedere a contenuti liberi e/o di accedere e fruire di contenuti mediante registrazione ed eventuale pagamento dei contenuti”. L’indagine è stata condotta dagli agenti incaricati “mediante creazione di tre diversi account, al fine di simulare l’iscrizione alla piattaforma TikTok di utenti aventi le seguenti caratteristiche: un utente di anni 14; un utente di anni 15 (tramite simulazione dell’iscrizione di un utente al limite dell’età utile per l’autonoma iscrizione alla piattaforma); un utente di anni 21”. Va chiarito che a San Marino il limite di età per iscriversi autonomamente autonomamente a un social network è di 16 anni. Per l’iscrizione di chi ha una età inferiore è necessaria l’acquisizione del consenso del genitore o dell’esercente la patria potestà.
Quali violazioni ha riscontrato l’Authority Attraverso questa attività di indagine simulando iscrizioni di minori, l’Autorità garante per la privacy ha potuto riscontrare tutta una serie di violazioni che vengono riportate nel documenti pubblicati recentemente sul sito istituzionale dell’Authority stessa. Violazioni in funzione delle quali l’Autorità ha ritenuto che la società cui fa capo Tik Tok, responsabile del trattamento dei dati, non abbia adottato “alcuna idonea modalità di verifica e rilevazione circa eventuali dichiarazioni mendaci rese dall’utente in fase di registrazione e accesso alla piattaforma e, pertanto, il titolare del trattamento non risulta essersi adoperato per verificare adeguatamente che il consenso sia prestato o autorizzato da utenti maggiori di anni 16, o – in caso di utenti minori di anni 16 – dal titolare della potestà genitoriale sul minore” e “che non essendo adottato alcun sistema di verifica dell’età dell’utente in fase di registrazione, lo stesso, anche se di età giovanissima, può agevolmente accedere ad ogni contenuto della piattaforma con conseguenze e rischi potenzialmente di estrema gravità. Inoltre, in difetto di qualsivoglia valido consenso, i dati personali dei più giovani vengono resi accessibili da parte di terzi. Nel contempo, gli stessi minori accedono liberamente ai dati personali di altri minori e possono liberamente reperire sulla piattaforma contenuti il cui accesso è per legge inibito ai più giovani” dice l’autoirtà.
Il calcolo della sanzione La sanzione, come avvenne nel caso di Facebook, è molto salata e ammonta a 3.500.000 euro. L’Autorità calcola la sanzione parametrandola sul fatturato della società cui fa capo la piattaforma social “incriminata”, sul numero della popolazione di età inferiore agli anni 16 e su quello dei potenziali utenti danneggiati dall’illecito trattamento dei dati personali. Si legge infatti che nella quantificazione della sanzione viene considerato “che la società Tik- Tok PTE Ltd, di proprietà della società Bytedance Ltd (Cayman), presenta un fatturato di circa 60 mld di dollari (2021), 80 mld di dollari (2022) e 120 mld di dollari (2023) (dati ACRA); che nella Repubblica di San Marino, il numero di interessati potenzialmente esposti al trattamento illecito da parte di Tik Tok PTE Ltd è di 4.886 minori di anni 16 (dati Ufficio Statistica della Repubblica di San Marino – marzo 2024); che la percentuale di minori che utilizza i social network, secondo quanto indicato nel XIV Atlante dell’Infanzia anno 2023, potrebbe raggiungere 1’80-90% del totale”. Così l’Autorità garante composta da “Dott. Umberto Rapetto, Presidente, l’Avv. Elia Santi, Vice Presidente e Segretario Verbalizzante e l’Avv. Patrizia Gigante, Componente”, contesta al social network di “aver trattato illecitamente, con riguardo all’offerta diretta di servizi della società dell’informazione ai minori, dati personali di minori di anni 16 in difetto di consenso prestato o autorizzato dal titolare della potestà genitoriale” e di “non dell’informazione ai minori, dati personali di minori di anni 16 in difetto di consenso prestato o autorizzato dal titolare della potestà genitoriale”. Così l’Authority da un lato intima di adottare le tecniche correttive necessarie a superare le criticità riscontrate, e, considerato che “TikTok Pte Limited non ha provveduto in alcun modo a fornire spiegazioni sull’eventuale adozione di misure poste in essere per attenuare il danno subito dagli interessati, né risultano apprezzabili cenni riferibili alla pianificazione di future soluzione”, dall’altro applica la sanzione di 3,5 milioni da pagare entro 30 giorni. L’Authority, che parla di eccezionale gravità delle violazioni, informa che pagando entro 20 giorni la multa può essere dimezzata, mentre sarà raddoppiata se il pagamento avviene dopo sei mesi. Ora la società potrà ricorrere, come avvenne per Facebook, al Giudice Amministrativo, eventualità che appare piuttosto probabile.
Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente il giorno dopo