San Marino. Museo d’arte moderna e contemporanea, ieri la presentazione

San Marino. Museo d’arte moderna e contemporanea, ieri la presentazione

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La Repubblica scopre la ricchezza del suo passato 

Ieri alle 18.30 alla presenza dei Capitani Reggenti l’apertura ufficiale del nuovo Museo d’arte moderna e contemporanea  (vedi fotogallery)

Ieri è stato un giorno speciale per San Marino. Si è aperta, infatti, alle 18.30, alla presenza dei Reggenti, la Galleria Nazionale San Marino, il nuovo museo d’Arte Moderna e Contemporanea con nuovo allestimenti e servizi, come lo spazio per la consultazione degli archivi, delle bibliografie, della fototeca e dell’emeroteca. La Galleria Nazionale San Marino avrà sede stabile nelle Logge dei Volontari, un magnifico edificio realizzato alla fine degli anni trenta. Il museo è un progetto degli Istituti Culturali promosso dalla Segreteria di Stato Cultura, in collaborazione con il MA*GA di Gallarate (VA), ordinato da Emma Zanella e Alessandro Castiglioni, che raccoglie una selezione di opere, tutte appartenenti alla Collezione d’Arte Contemporanea dello Stato di San Marino, composta da più di mille esemplari, di alcuni dei nomi più conosciuti della storia italiana del Novecento.

La prima sezioneIl secondo dopoguerra tra realtà e astrazione Presenta gli autori essenziali per tracciare i contorni del dibattito teso tra realtà e astrazione nel secondo dopoguerra in Italia: dal realismo sociale di Renato Guttuso, qui con La resa (1945), opera rappresentativa, per impegno politico e ricerca estetica, del clima culturale e artistico dell’Italia appena uscita dalla guerra e dal fascismo, all’astrattismo di Emilio Vedova che con Foresta Vergine – Dal Diario del Brasile (1954) si rende fautore di una pittura segnico-gestuale di grande carica espressiva che rompe gli schemi, facendo proprie le istanze più aggiornate dell’informale europeo e americano. Tra questi due poli, s’inseriscono i lavori di Renato Birolli e di Corrado Cagli, che cercano un tipo di pittura sospesa tra astrazione e figurazione. Birolli, con Vigna (1952) adotta un linguaggio figurativo sintetico e non naturalistico capace di leggere la poesia delle piccole cose, le foglie, i rami, in tutta la loro essenza e immediatezza; analogamente, Cagli con The Arunta Boat (1951) propone un’immagine figurativa in cui l’elemento onirico-fantastico s’intreccia felicemente con segni primitivi. A questi maestri si affianca Achille Perilli che con Diagramma della realtà umana (1958) si situa nel clima informale della seconda metà degli anni cinquanta. All’informale conduce anche Vita embrionale (1960), il dipinto dell’artista sammarinese Marina Busignani Reffi, capace di chiudere in una espressione formale sintetica, energica e a un tempo libera, non descrittiva, il sentimento delicato e profondo della maternità.

La seconda sezioneArte contemporanea e linguaggi sperimentali Copre un ampio arco temporale, che si muove tra gli anni settanta e novanta e che si concentra sui linguaggi sperimentali che si sviluppano a partire dall’arte concettuale fino alla fotografia contemporanea. Figura fondamentale in questo senso è Patrizia Taddei, prima artista di San Marino tra gli autori collezionati dalla Galleria Nazionale a progettare e realizzare nel 1973 un intervento performativo di carattere concettuale, documentato attraverso una serie di fotografie. Accanto a Patrizia Taddei, s’incontrano le opere di due maestri dell’arte italiana quali Giuseppe Spagnulo e Mimmo Jodice, che si concentrano su San Marino. Jodice ha lavorato a un progetto fotografico dedicato proprio alla Città e al Monte Titano nel 1990; Spagnulo ha realizzato una serie di sculture, disegni e bozzetti per una scenografia che accompagna una composizione musicale di Giacomo Manzoni andata in scena al Teatro Titano nel 1991 e qui pubblicata, per la prima volta, nella sua interezza.

La terza sezione Un nuovo classicismo tra tradizione e innovazione Riflette sul ritorno alla pittura, caratteristico dell’arte europea degli anni 80, dalla Transavanguardia di Chia e Cucchi al Citazionismo di Ontani alle posizioni più indipendenti come quelle di Enzo Mari. La Transavanguardia è rappresentata da Prima Bella Mostra Italiana (1995), un’opera a quattro mani di Sandro Chia ed Enzo Cucchi che condensa l’idea di fondo del movimento teorizzato da Achille Bonito Oliva come territorio espressivo in cui figurazione classica e infantile conducono a un linguaggio libero e sostenuto da una grande energia creativa. Collocata all’esterno della sede della Galleria Nazionale è La Scala Santa di Enzo Cucchi, opera permanente realizzata nel 1987 sulle pareti della “Scala Santa” dell’ex Monastero di Santa Chiara oggi Università di San Marino. Allo stesso 1987 appartiene l’opera Lingua di un ½ giapponese di Gilberto Giovagnoli, sanmarinese che si muove, in sintonia con la Transavanguardia italiana, cui si affianca Walter Gasperoni. Chiudono due opere di Luigi Ontani e di Enzo Mari

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