Antonio Fabbri, L’Informazione di San Marino: La riforma tributaria la si vuole approvare / Rinviato a venerdì l’Ufficio di presidenza per prendere tempo, mentre si cercano le convergenze per raggiungere l’obiettivo tra chi insiste per la prova di forza del provvedimento per fare passare il provvedimento e chi, invece, teme il possibile flop
“Sarebbe una stranezza”
portare in Consiglio la riforma
fiscale. La maggioranza non
c’è più, “ma non dipende solo
da noi, ci sono degli elementi a
favore e altri contrari”.
Già, sarebbe una stranezza
come dice il Segretario del Psd
Gerardo Giovagnoli, ma è proprio
a quello che si sta lavorando.
Nessuno lo dice con certezza,
ma tutto lascia chiaramente
intendere che si stia facendo di
tutto per portarla nell’ultimo
Consiglio, votarla e approvarla
questa riforma tributaria.
Non si spiegano altrimenti le
dichiarazioni di questi giorni.
Gigi Mazza, recedendo dalle
affermazioni del consiglio, dice
che la normativa o si approva
tutta o non è stralciabile. Il
presidente Dc Teodoro Lonfernini
sottolinea come dal
Fondo monetario fosse arrivata
la richiesta di approvazione
dell’intera legge. Poi lo studio della legge elettorale per vedere
di superare gli ostacoli formali.
Quindi l’Upr che
ribadisce la sua disponibilità a
“consentire” che il Paese venga
messo in sicurezza.
E ancora,
dopo mesi di letargo, si vede
un comunicato firmato “Lista
della Libertà” che, al di là del
contenuto che attesta l’apertura
di un confronto di integrazione
con Ans, pare più una sottolineatura
del fatto che quei gruppi
consiliari che sostennero il
Patto dopo le elezioni del 2008,
sono ancora lì. Ci sono. Ma non
finisce qui. Infatti la riunione
dell’Ufficio di presidenza che
doveva svolgersi in un primo
momento oggi, è slittata a
venerdì. Più tempo, dunque,
per trovare convergenze per
valutare, al di là delle versioni
ufficiali, l’incontro romano di
ieri con il ministro Grilli, e per
capire come procedere senza
forzare le leggi e la forma.
Di fatto, comunque, si parlerebbe
di una riforma tributaria in
vigore dal 2013 e che, quindi, a
livello di impatto sulla popolazione
votante non avrebbe
effetto immediato, considerato
che i contribuenti si accorgeranno
l’anno prossimo di che
cosa comporterà per le loro tasche.
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