San Marino Oggi: L’appello di Papa Francesco a chi ha in mano l’egemonia del mondo /
“Il vero potere é il servizio,
non temiate la tenerezza” /
Una Omelia dal sapore francescano: avere cura gli uni degli altri, custodire il creato con amore
“Per favore, potenti, custodite creato e uomo, non abbiate paura della bontà, né della tenerezza, il vero potere è il servizio”, pochi concetti nel messaggio di avvio pontificato di Papa Francesco che sono di per sé un vero e proprio programma. Un appello lanciato ai potentati del mondo, di qualunque razza e confessione siano.
Un messaggio ecumenico che, se accolto, significherebbe l’avvio di una nuova era: quella del salvataggio del pianeta, della conservazione del creato, della fratellanza tra popoli. Un messaggio in chiave francescana che dopo 800 anni torna irresistibilmente ad essere protagonista della quotidianità dei poveri, dei diseredati, degli ultimi della terra.
Un ritorno al mondo della predicazione di San Francesco con al centro della narrazione il ‘poverello di Assisi’ costante esempio di una vita evangelicamente cristiana, fondata sui valori fondamentali dell’umiltà, della carità, dell’amor di dio, della rinuncia ai beni del mondo, al superfluo. (…) Un altro gesto di Papa Jorge Mario Bergoglio ha fatto letteralmente tremare il selciato di Plaza de mayo (a Buenos Aires erano le 4 di mattina) per il boato della folla assiepata davanti alla cattedrale della capitale argentina quando Papa Francesco si è collegato telefonicamente, chiedendo un favore ai credenti, una umile richiesta che fa ancora una volta scendere il Pontefice dal “tradizionale trono” per avvicinalo di più alla gente semplice, quella più amata da Gesù. Ha detto nel collegamento telefonico ai suoi ormai ex diocesani: “Voglio chiedervi un favore, camminiamo tutti uniti, prendiamoci cura gli uni degli altri, prendetevi cura tra di voi, non facciamoci del male, curiamo la vita, curiamo la famiglia, curiamo la natura, curiamo i bambini, curiamo gli anziani. Non ci sia odio, non ci siano contrasti, lasciamo da parte l’invidia, dialoghiamo. Tra di noi, questo desiderio di aiutarci a vicenda vada crescendo nel cuore e avviciniamoci a Dio”. (…)
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