NQRimini San Marino: Le norme più severe introdotte col protocollo firmato da ambasciatore e prefetto Manganelli / Botti di Natale col porto d’armi / Il Titano perde un altro business: i fuochi d’artificio saranno venduti solo con denuncia alle Questure italiane
Anche i fuochi d’artificio diventano oggetto di contesa tra Italia e San Marino. L’accordo siglato la scorsa settimana a Roma regola infatti la movimentazione tra i due stati non solo di armi, ma anche di “materiali esplodenti”. Rischia così di cadere un altro pilastro sammarinese, ossia la vendita dei fuochi d’artificio, che molti dalla riviera venivano a procurarsi sul Titano.
Ma se prima un eccesso di permissività aveva fatto arrabbiare i vicini di casa, ora il governo sammarinese inasprisce le norme anche più che oltreconfine. Fino al 2010 il settore era piuttosto libero e a San Marino venivano venduti fuochi pirotecnici di ogni tipo, anche quelli più potenti, per i quali in Italia è necessario il porto d’armi. Ora, con il protocollo e il decreto legge adottato dal governo, rientrano nell’obbligo di denuncia anche i fuochi artificiali per i quali in Italia è sufficiente essere maggiorenni ed attenersi ad alcune norme sull’esplosione.
Quelle scatole di piccoli razzi che il papà compra magari per la festa di compleanno dei figli e fa esplodere in giardino, per intenderci. Ora sono equiparati ad altri tipi di armi e sono sottoposti all’iter di autorizzazione da parte delle autorità di oltreconfine, seppur non preventivo. E soprattutto, per comprarli serve il porto d’armi.
Se un italiano li acquista in un’armeria sammarinese, questa dovrà segnalarlo alla gendarmeria, che a sua volta trasmetterà la segnalazione in Italia, con tanto di dati identificativi dell’acquirente e del suo porto d’armi. Insomma, non ci sarà più alcuna convenienza nell’acquistare sul Titano i giochi pirotecnici che, a questo punto, diventano più accessibili in Italia.