San Marino. Prestito Cargill, sempre più dubbi sul finanziatore

San Marino. Prestito Cargill, sempre più dubbi sul finanziatore

Prestito Cargill, sempre più dubbi sul finanziatore

Da leader ambientale a peggiore azienda del mondo”. È il New York Times a titolare così sul conto della Cargill, la multinazionale che, tramite il proprio ramo finanziario, ha fornito il prestito ponte da 150 milioni di euro a San Marino siglando un contratto tenuto nascosto dal governo e del quale i cittadini non conoscono nulla se non l’importo e il fatto che dovrà essere restituito entro un anno. Salvo modifiche contrattuali dell’ultima ora delle quale nessuno tranne chi lo ha firmato può essere a conoscenza.

Non si conosce, così, la percentuale di interessi che San Marino sarà chiamato a pagare per il finanziamento contratto; né si conosce quali garanzie siano state date al finanziatore in caso di impossibilità dello stato di onorare il proprio debito. Una segretezza che fa rabbrividire in uno Stato che voglia dirsi democratico e trasparente, e affossa la credibilità di chi della trasparenza ha fatto propria bandiera.  Come Rete, che tra l’altro, quanto a battaglie per l’ecologia, dovrebbe avere anche di che riflettere a vedere – stando al New York Times e alle maggiori associazioni ambientaliste del mondo – come viene inquadrato il soggetto a cui assieme ai suoi colleghi di maggioranza ha deciso di rivolgersi per contrarre un debito così importante.

Senza contare che la segretezza mantenuta su documenti e termini contrattuali che dovrebbero essere pubblici, autorizzano alle più disparate voci e congetture.

E voci e congetture sono quelle che danno il prestito contratto a un tasso di interesse elevato. Talune voci lo danno a un tasso di interesse attorno al 3% o poco meno. Altre, più preoccupanti, ipotizzano un tasso di interessi attorno al 6%. Ma sempre voci sono. Come voci sono quelle di che cosa sia stato dato in garanzia. C’è chi parla dei “gioielli di famiglia”, come l’Aass o addirittura la “Giochi del Titano”.

A fronte della totale mancanza di trasparenza difficile dire quanto siano fondate queste voci. Al quadro della situazione, però, si aggiunge, si diceva, una serie di articoli e inchieste sulla attività della Cargill, soggetto che ha prestato soldi a San Marino. Scrive sempre il NYTimes “Per anni, il gigante agricolo americano Cargill è stato in rapporti relativamente buoni con i sostenitori dell’ambiente, elogiato per aver accettato una moratoria storica sull’acquisto di semi di soia coltivati su terreni deforestati nella foresta pluviale amazzonica. Nelle ultime settimane, tuttavia, quel rapporto si è inasprito per il rifiuto della società di accettare una moratoria simile in un’altra regione del Brasile sensibile all’ambiente e, più in generale, per il mancato raggiungimento dei suoi obiettivi anti-deforestazione”. Così scriveva il noto giornale americano a luglio 2019. In una inchiesta più recente, pubblicata il 25 novembre 2020 da “Unearthed”, sito di giornalismo ambientale, in collaborazione con il Bureau of Investigative Journalism, si parla ancora di Cargill, sotto il titolo: “Cargill: l’azienda che nutre il mondo aiutando a distruggere il pianeta”.

L’articolo prosegue affermando: “Nei suoi 155 anni, Cargill si è insinuata in quasi ogni aspetto dell’agrobusiness globale, trasformando il modo in cui gli esseri umani producono e consumano cibo . Ha trasformato i suoi proprietari in miliardari . E la sua ascesa si è svolta su uno sfondo costante di controversie, più recentemente la rivelazione che la sua catena di approvvigionamento è stata collegata a una vasta deforestazione – legata a vasti incendi – nella cruciale regione del Cerrado in Brasile. È l’ultimo di una serie di scandali che hanno colpito Cargill, tra cui intossicazioni alimentari mortali, deforestazione, inquinamento agricolo e accuse di lavoro minorile in schiavitù”.

Oltre a questo articolo molto dettagliato e approfondito che compare sul sito legato a Greenpeace (https://unearthed. greenpeace.org/2020/11/25/cargill-deforestation-agriculturehistory-pollution/) si trovano pubblicati – basta una semplice ricerca su internet – numerosi articoli e commenti che, soprattutto per chi si professa trasparente ed ecologista, sono capaci di generare qualche imbarazzo.

Informazioni che stanno facendo già discutere anche sui social.

Così se da un lato c’è già la deprecabile segretezza dei termini di una operazione che ricade sulla collettività, dall’altro spuntano anche notizie che potrebbero non rendere del tutto orgoglioso il Paese del soggetto al quale ci si è affidati

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