San Marino. Raccolta banche, Fondiss, giustizia “vademecum” per capirci qualcosa, Antonio Fabbri

San Marino. Raccolta banche, Fondiss, giustizia “vademecum” per capirci qualcosa, Antonio Fabbri

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Raccolta banche, Fondiss, giustizia “vademecum” per capirci qualcosa

Antonio Fabbri 

L’opposizione contesta, protesta, grida al colpo di stato. La gente non capisce. La maggioranza, inspiegabilmente, non spiega. La gente non capisce. Degli ultimi temi di grande polemica, almeno un paio sono fondati sulla totale assenza di chiarezza e di spiegazioni da parte di chi dovrebbe spiegare e, invece, non lo fa o lo fa parzialmente pro domo sua.

Il crollo della raccolta L’ultimo dato è quello del crollo della raccolta bancaria. Dato interpretato in maniera falsata. Innanzitutto il dato non è venuto fuori adesso. Infatti il 2 agosto scorso avevano presentato interrogazione i consiglieri Dc Stefano Canti, Gian Carlo Venturini, Pasquale Valentini, Teodoro Lonfernini, Francesco Mussoni, Alessandro Cardelli e Oscar Mina per conoscere i dati della raccolta bancaria e valutare strumenti utili al monitoraggio degli stessi dati.

La risposta scritta del Segretario alle finanze, pubblicata sul sito istituzionale del Consiglio, è del 18 ottobre scorso. In quella sede nessuno ha sollevato polemica o preoccupazione. Strano, perché il dato, fornito da Banca centrale, era pressoché lo stesso di quello pubblicato dalla Bcsm in questi giorni. E la stessa era anche la postilla di spiegazione del documento allegato nella risposta all’interrogazione, postilla che chiariva come mai risultasse un calo di botto della raccolta di circa 500milioni di euro: “Alla data del 30.06.2017 non sono rilevati i valori riferiti ad Asset Banca Spa, posta in liquidazione coatta amministrativa dal 12 giugno 2017”.

Identica specificazione, detta con altre parole, precede la pubblicazione dei dati della tabella di Banca Centrale pubblicata sul sito il 7 dicembre. “I dati riferiti al 30 giugno 2017 non sono direttamente raffrontabili con quelli dei trimestri precedenti in quanto non includono gli aggregati relativi ad Asset Banca S.p.A in liquidazione coatta amministrativa che, ai sensi delle disposizioni vigenti, non è più tenuta a trasmettere le segnalazioni di vigilanza”. Cosa significa? Significa che quei 500 milioni circa di differenza che mancano, non sono un calo della raccolta, ma mancano perché non sono stati conteggiati e non sono stati conteggiati perché essendo Asset in liquidazione coatta, non li ha comunicati. Ciò non significa che quella raccolta non ci sia. 

Quindi, se al completamento della migrazione in Carisp della raccolta di Asset sarà la Cassa a comunicare un incremento della raccolta a Bcsm, il dato tornerà a balzare in avanti. Non si potrà però parlare di eccezionale incremento della raccolta bancaria, come non si può parlare adesso di crollo. Posto che probabilmente calo c’è stato nel solco del trend negativo registratosi dal 2007 ad oggi.

L’investimento dei denari Fondiss C’è un comunicato di Fondiss che in sostanza afferma: abbiamo in deposito i fondi del secondo pilastro in Bcsm e a luglio 2018, alla scadenza, devono ritornare nella nostra disponibilità.

Domanda nella conferenza stampa di Rete e Mdsi del 24 novembre: “Come fate a dire che i denari investiti sono esattamente i fondi pensione? Il comunicato di Fondiss dice: noi abbiamo messo quei fondi in un conto di deposito presso Banca centrale e alla scadenza ci dovrà restituire quanto depositato. Ha detto poi il comitato Fondiss: ‘Le modalità con le quali Bcsm impiega e/o investe tutte le somme di cui ha la disponibilità – ivi compresi i depositi di Fondiss – avvengono in completa autonomia e sua conseguente responsabilità, e Fondiss non vi ha alcun ruolo, né possibilità di influenza e/o controllo, anche laddove ciò interessasse somme equivalenti ai propri depositi’. Ora, posto che il denaro è un bene fungibile e che non c’è scritto sopra ‘sono soldi Fondiss’, come fate a dire con certezza che quelli sono i fondi pensione di Fondiss?”.

Risposta di Roberto Ciavatta, Rete: “Cosa ci fa credere che siano i fondi pensione… Banca Centrale non ha una liquidità infinita, in quel lasso di tempo si è aperta una finestra per la gestione. Poi per carità, non è che ha preso quei soldi e li ha messi di là. Quei soldi fanno parte del capitale gestito da Bcsm. Sono 49milioni, come quantità assimilabili a quelli del Fondiss, che proprio in quei giorni lì sono stati messi a disposizione della Banca Centrale”. (…)

Quindi, capienza limitata di quanto ha in pancia Banca Centrale e decreto di luglio che avrebbe aperto una “finestra” per la gestione del deposito Fondiss “ci fanno credere e pensare – ha detto Federico Pedini Amati di MdSi – che in tutto o in parte sia stato utilizzato il fondo pensioni del secondo pilastro nell’investimento di quei titoli”. Quindi, si “crede e si pensa” che possano essere i soldi di Fondiss, ma non è certo che siano quelli. Il che, stando al Comitato gestore di Fondiss, sarebbe irrilevante perché “alla data del 1° luglio 2018 quanto depositato, maggiorato di interessi, ritornerà nella piena disponibilità di Fondiss che solo allora valuterà ipotesi di investimento, oggi circoscritte per legge ai soli istituti bancari sammarinesi”.

La questione giustizia Sulla questione giustizia per avere le idee chiare bisogna guardare le norme che, a quanto pare, non legge nessuno. La maggioranza dice che si è seguito il percorso della legge. L’opposizione dice: Che legge? Dove c’è scritto nella legge che le questioni sollevate andavano portate nel Consiglio giudiziario plenario? Ora, stando a quello che si è saputo pubblicamente gli argomenti principali di grave preoccupazione sarebbero tre: relazione del magistrato dirigente; rapporti, o pressioni, tra politica e magistratura; rapporti interni alla magistratura.

La legge dice (articolo 7, comma 6 legge qualificata 145 del 2003) che il Consiglio Giudiziario si riunisce in seduta plenaria “discute in via preventiva la relazione annuale del magistrato dirigente; esamina le questioni relative ai rapporti fra gli organi giudiziari e gli altri organi dello Stato, con facoltà di suggerire indirizzi e proposte”. I temi paiono proprio quelli sollevati. In ogni caso, l’ordine del giorno approvato nella seduta del 4 dicembre proposto dai sette magistrati presenti, ha confermato che la questione doveva andare in Consiglio giudiziario plenario. 

L’opposizione insiste sottolineando che a questo punto tutti i magistrati, portata la questione nel Consiglio giudiziario plenario, sarebbero ricusabili perché venuti a conoscenza di questioni sottoposte a segreto istruttorio. Sarà così? Per capirlo basta leggere la stessa normativa tre articoli più sotto. L’articolo 10 (commi 1 e 2) tratta dell’“Astensione e ricusazione”.

E dice che i magistrati debbono astenersi o possono essere ricusati “qualora sussistano gravi ragioni, determinate da rapporti di parentela, affinità, amicizia, inimicizia, economici o di lavoro fra il Magistrato stesso o un suo prossimo congiunto e una delle parti o i difensori di queste nei giudizi civili o amministrativi, ovvero la persona imputata o indiziata di reato o la parte lesa, o i difensori di costoro nel processo penale”. Può essere ricusato anche “nel caso in cui abbia reso consigli, pareri oppure abbia indebitamente manifestato il proprio convincimento sui fatti oggetto del processo nonché per altri conflitti di interesse”.

In nessuna parte dell’articolo sulla ricusazione c’è scritto, ad esempio, “perché venuto a conoscenza di procedimenti coperti da segreto istruttorio”.

Con questo ragionamento, quando anche su queste pagine abbiamo pubblicato atti coperti da segreto istruttorio relativi, ad esempio, al Conto Mazzini, mettendo a conoscenza delle indagini la popolazione, quindi pure i magistrati non titolari di quei fascicoli, ci sarebbero dovute essere piogge di ricusazioni. Invece abbiamo visto solo piogge di denunce nei nostri confronti per “divieto di pubblicazione”. E’ sbagliato dire, dunque, come pure si è sentito, se fossero venuti a conoscenza di atti coperti da segreti nel conto Mazzini, quel processo non si sarebbe celebrato”. Infatti, essendo stati pubblicati sul giornale diversi atti coperti da segreto istruttorio, tutti ne sono venuti a conoscenza, cittadini e magistrati, ma quel processo si è celebrato eccome, anche se quasi tutti quelli che oggi parlano non hanno assistito neppure ad una udienza.

 

 

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