San Marino. Repubblica futura la pensa così sull’Iss: “È un bene di tutti da gestire al meglio, non un feudo elettorale”

San Marino. Repubblica futura la pensa così sull’Iss: “È un bene di tutti da gestire al meglio, non un feudo elettorale”

Repubblica futura è determinata a presentare proposte concrete per salvaguardare e rafforzare la sanità nazionale di San Marino.

“A poco meno di due mesi dalle elezioni arrivano solo belle notizie, anche quando il contenuto è fuori da ogni logica di comune buon senso. Ecco che l’Istituto per la sicurezza sociale, epicentro di disastri e litigi sotterranei in questa legislatura, comunica che sono in netto calo i reclami e le segnalazioni per le prestazioni sanitarie nel corso del 2023”, dichiara con tono polemico Repubblica futura in una nota.
“La sanità pubblica funziona? Il cambio politico al vertice dell’Istituto per la sicurezza sociale ha forse portato una svolta dopo il Cot, il robot, le consulenze per il nuovo ospedale, i disastri nell’epoca Covid?”, domanda Rf.
“‘Particolarmente significativi i report dell’anno scorso, che documentano la grande attività di assistenza svolta verso i cittadini sammarinesi dall’Iss e il sostanziale apprezzamento da parte degli assistiti’, riporta con enfasi pre-elettorale l’Urp dell’Iss. E noi siamo felici insieme all’Iss di questo grande risultato che ‘è frutto di un impegno  graduale e costante da parte di tutto il personale dell’Iss di ogni ordine e grado, che ha saputo accogliere le persone, ascoltare le loro esigenze e richieste, fornire informazioni chiare e tempestive'”, dice Repubblica futura.
“Siamo per natura costruttivi e propositivi e, se la sanità funziona, la cosa ci fa solo piacere. Ma, al contempo, ci chiediamo se questa felicità diffusa ha qualche collegamento con l’utilizzo sempre più diffuso della sanità privata, ormai anche per prestazioni generiche come esami o visite comuni; se è normale che in uno Stato di 34.000 abitanti con una sanità pubblica che potenzialmente assiste il cittadino in ogni esigenza di salute e di cura, vi sia un ricorso così importante alle prestazioni private”, ci tiene ad affermare Rf.
“Da cosa deriva questo crescente bisogno di sanità privata pagata direttamente dal cittadino utente? Cosa è stato fatto in cinque anni di legislatura per migliorare – ad esempio – i servizi ospedalieri? Dove sono andati a finire le centinaia di migliaia di euro spesi in consulenze per costruire un nuovo ospedale? La dura lezione impartita alla sanità sammarinese durante la pandemia è servita a qualcosa in termini di prevenzione e riorganizzazione dei servizi? Come si intende combattere la cronica mancanza di personale medico e infermieristico a fronte di una popolazione che invecchia e necessita di assistenza? Qualcuno ha pensato in modo concreto, non con le chiacchere ad uso elettorale, a organizzare percorsi protetti per gli studenti sammarinesi che intendono iscriversi alla facoltà di medicina o di scienze infermieristiche?”, sono questi gli innumerevoli interrogativi di Repubblica futura.
“Ci chiediamo se la silenziosa lotta di potere che ormai da quattro anni si consuma all’interno delle stanze dell’Istituto per la sicurezza sociale e della segreteria alla Sanità sia normale e abbia un senso per un Paese che ha fatto della sanità pubblica e universalistica un tratto distintivo. A nostro avviso sarebbe necessario uno scatto in avanti, basta chiacchiere e soldi spesi per il nulla come quelli buttati dalla finestra per consulenze inutili. Ma progetti concreti e risorse per assistere i cittadini semplificando procedure burocratiche, azzerare le liste d’attesa, risolvere le questioni relative alla medicina di base a cominciare dalle strutture logistiche. E poi il tema dell’assistenza agli anziani, sempre più rilevante per gli impatti sociali ed economici sulle famiglie”, asserisce Rf.
Repubblica futura, infine, assicura che “presenterà proposte concrete sulla sanità e sarebbe oltremodo auspicabile che la maggioranza, in particolare in questo frangente, ritenesse l’Istituto per la sicurezza sociale un bene di tutti da gestire al meglio piuttosto che un feudo elettorale”.
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