San Marino. Rete: Libera professione medica: un bel pacco

San Marino. Rete: Libera professione medica: un bel pacco

Libera professione medica: un bel pacco!

E’ normale che in un periodo come questo, l’incubo delle tasse da pagare e della riforma tributaria stiano catalizzando tutta l’attenzione della popolazione ma, dall’altra parte, rischia di passare inosservato il percorso di taglio dei servizi a cui questo governo sta condannando il paese, causando una concentrazione della ricchezza sempre più nelle mani di pochi.

In questo senso, per il Movimento RETE è importante l’appello dei veterinari contro la Legge della Libera Professione Medica, riportato recentemente dalla stampa. Un appello giustamente forte e accorato, proveniente da una categoria di lavoratori autonomi che, oltre ad affrontare la crisi rischia di dover affrontare una concorrenza sleale che lo stesso governo gli ha confezionato. Proprio un bel pacco!!

Non preoccupiamoci solo delle tasse dunque, ma proviamo ad avere uno sguardo più ampio rendendoci conto che la vera deriva sta nel taglio dei servizi e in una distribuzione della ricchezza sempre più iniqua. Con la legge sulla libera professione medica che quasi sicuramente verrà approvata nella prossima seduta del Consiglio, il personale ISS, veterinari compresi (personale cioè già con stipendio e lavoro sicuri), avrà l’opportunità di guadagnare di più aumentando le ore attraverso il privato, oltretutto utilizzando le risorse pubbliche come le sale dell’ospedale. Il che significa mescolare pubblico e privato: ciò sarà permesso solo ai dipendenti ISS, mentre altri dipendenti pubblici saranno al contrario sanzionati se dovessero svolgere anche attività libero professionale!

Giustamente le veterinarie Gai e Giannotti, nel loro comunicato, fanno presente come questo creerà non pochi problemi a chi investito nella professione privata.

Il Movimento RETE concorda con le due dottoresse, ma non è solo. Anche la spending review in modo inequivocabile stabilisce l’opportunità di mantenere esclusivo il rapporto (o pubblico o privato). Qualora invece si vogliano mescolare le due cose, il sistema non sarebbe sostenibile e sarebbe perlomeno necessario tagliare lo stipendio pubblico (in particolare le indennità) di chi ad esempio come medico, vorrà svolgere anche attività privata.

In un recente incontro con il Segretario per la Sanità Francesco Mussoni, RETE ha fatto proprio questa osservazione e la risposta del Segretario è stata: “non possiamo prendere quello che dice la spending review come fosse oro colato!”. Benissimo, dunque per cosa avremmo (noi cittadini) pagato i tecnici della revisione della spesa?  

Tanto per rinfrescarci la memoria, questi i dati della spending review: “il costo delle indennità di funzione del personale ISS ammonta a 5,5 milioni di euro, pari al 12% del costo totale dell’ISS, con un’incidenza percentuale sul costo totale quasi 3 volte maggiore di quella presente nell’intera PA”.

Il Segretario Mussoni ha perciò deciso di affrontare il problema dando a queste stesse persone l’opportunità di nuovi guadagni!!

Abbiamo chiesto al Segretario quali fossero le categorie con le quali ci si fosse confrontati rispetto alla Legge, visto il continuo appello del governo al confronto. A risposta vaga capiamo oggi come evidentemente la tanto sbandierata condivisione del governo abbia le gambe corte (proprio come le bugie….).

Una Legge, quella sulle libere professioni mediche,diventerà simbolo della diseguaglianza alla sua massima espressione!

– Diseguaglianza tra lavoratori: tra chi potrà accumulare ore di lavoro e guadagno  a discapito di chi un lavoro proprio non ce l’ha.

– Diseguaglianza tra impiegati pubblici: tra chi verrà sanzionato se verrà pizzicato a fare del lavoro privato e chi invece viene legittimato ed incoraggiato a farlo.

– Diseguaglianza tra PA e aziende private: tra chi ha scelto l’esclusività del privato e ha investito del proprio con non pochi rischi e chi potrà usufruire delle sale pubbliche e di uno stipendio fisso e garantito.

– Diseguaglianza tra privilegiati e “cretini”: singole categorie o persone che hanno il benestare del governo con leggi create ad hoc, e coloro che restando fuori da questo circuito devono accontentarsi di sopravvivere.

– Diseguaglianza tra assistiti e non assistiti ISS: coloro che possono pagare i servizi e coloro che non possono.

Il Segretario Mussoni afferma che la libera professione verrà attuata solo sui non assistiti. Allora gli chiediamo di che cancelli  il comma 2 dell’articolo 3, che si riferisce proprio agli assistiti! Perchè proprio lì si nasconde la problematica maggiore, la famosa “maglia” che rischierà di limitare i servizi pubblici per favorire quelli privati a pagamento, ricadendo inevitabilmente sulla popolazione sammarinese. D’altronde è la stessa linea che ci vedrà a breve parlare dell’inserimento del ticket sanitario…

Quello che ci auguriamo è che venga presa in seria considerazione dai banchi della maggioranza una riflessione sulla necessità o meno di questa Legge in questo periodo di crisi, considerando anche l’esigenza da più parti espressa di mantenere separato pubblico e privato per non creare concorrenza sleale. Allo stesso modo sarà di fondamentale importanza prospettare un netto abbassamento dello stipendio pubblico (con il taglio delle indennità) da parte di chi, già dipendente ISS, vorrà accumulare ore e guadagni con l’attività privata.

Non crediamo sia giusto creare difficoltà in questo difficile periodo di crisi per i privati che hanno costruito negli anni il proprio lavoro sulla propria competenza combinata alle proprie capacità imprenditoriali. Chi lavora nel pubblico percepisce già un degno stipendio fisso e sicuro, mentre chi ha scelto la strada del privato deve rapportarsi con una crisi che mette già alla prova senza che lo Stato stesso crei una concorrenza sleale e difficile da sostenere.

 

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