San Marino. Riciclaggio di denaro, condanna e confisca

San Marino. Riciclaggio di denaro, condanna e confisca

Riciclaggio di denaro, condanna a 4 anni e 3 mesi

I soldi ritenuti frutto di truffa Il giudice ha disposto anche la confisca di 1.365.339 euro già posti sotto sequestro

ANTONIO FABBRI. Processo per riciclaggio si è chiuso, ieri, con la condanna in primo grado a 4 anni e 3 mesi di prigionia, un anno e 3 mesi di interdizione, 1000 euro di multa e la confisca delle somme sotto sequestro, pari a 1.165.339 euro.

L’avvocato Davide Cornalba, 48 anni di Lodi, forniva assistenza per pratiche di risarcimento danni, ma secondo l’accusa buona parte del denaro dei risarcimenti era finito a San Marino ed era frutto di un raggiro commesso in danno dei suoi clienti. I soldi, confluiti in un conto corrente sul Titano, sono stati usati nel 2015 dallo stesso Cornalba per una polizza accesa presso la Compagnia Sammarinese di Assicurazioni. Polizza che nel maggio 2017 Cornalba aveva chiesto di riscattare per trasferire poi il denaro in Italia. A quel punto era scattata l’indagine e, poi, il rinvio a giudizio.

Nell’udienza di ieri le conclusioni delle parti.

Il Procuratore del fisco, Giorgia Ugolini, dopo avere ricostruito le diverse vicende giudiziarie italiane, ha affermato come le indagini sammarinesi abbiano confermato sia la prova logica del reato presupposto, sia il fatto che gli investimenti finanziari e assicurativi a San Marino fossero finalizzati all’occultamento. “Le sentenze italiane – ha specificato il Pf Ugolini – sono compendio del materiale probatorio nell’indagine sammarinese. Per noi emerge la prova sia per quanto riguarda l’elemento psicologico del reato sia per quanto riguarda la condotta, trovando riscontro l’applicazione della prova logica circa la provenienza illecita del denaro”.

Di qui la richiesta del Pf di condanna a 4 anni e 8 mesi di prigionia, alla multa pari a 6000 euro e all’interdizione dai pubblici uffici, oltre alla confisca delle somme. Richiesta che è stata, con qualche rimodulazione, sostanzialmente accolta dal giudice Roberto Battaglino. Per contro gli avvocati difensori, Enrico Di Fiorino del foro di Milano e Simone Menghini di San Marino, avevano chiesto l’assoluzione.

“Per noi c’è stata ostinazione e approssimazione in questa indagine – ha detto l’avvocato Di Fiorino – Nessun elemento depone nel senso che ha voluto fare intendere il Procuratore del Fisco. Anzi, è la stessa autorità italiana ad escludere la sussistenza dei reati presupposti”. La provenienza del denaro, poi, è quella dell’eredità “lasciata dalla madre”, ha specificato il legale. “Tra l’altro – ha aggiunto l’avvocato Menghini – la stessa autorità italiana sapeva del denaro a San Marino e non ne ha mai chiesto il sequestro a fini di confisca, cosa che non sarebbe stata facoltativa. E invece non ha adottato nessun provvedimento. Non si può fare così, c’è un limite che non possiamo oltrepassare: questo ragazzo lo condanniamo sulla base di un procedimento dove è escluso il reato presupposto. Per questo chiediamo l’assoluzione”.

Diversa evidentemente la valutazione del Giudice che ha emesso sentenza di condanna. Con tutta probabilità verrà presentato appello.

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