San Marino. Riciclaggio, partito il processo. Denaro ritenuto frutto di associazione mafiosa

San Marino. Riciclaggio, partito il processo. Denaro ritenuto frutto di associazione mafiosa

Denaro ritenuto frutto di associazione mafiosa, partito il processo

Imputato un 49enne di Galatina in provincia di Lecce, assieme alla moglie e alla suocera ucraine

Antonio Fabbri

Si è aperto ieri il processo per un caso di riciclaggio di quasi 1,2 milioni di euro ritenuti frutto di associazione a delinquere di tipo mafioso, truffa ai danni dello Stato, frode informatica, estorsione. Il processo doveva iniziare a febbraio, ma la prima udienza è stata rinviata perché il principale imputato, Massimiliano Marra, era ai domiciliari. Misura cautelare che ora, dopo l’inizio del processo in Italia e l’audizione dei testimoni, è stata revocata.

Ieri davanti al Commissario della Legge Simon Luca Morsiani, si è dunque avviato il processo a carico di Massimiliano Marra, 49enne originario di Galatina in provincia di Lecce, della moglie Ganna Styopina, 39enne originaria dell’Ucraina (ieri entrambi presenti al processo), e della suocera, Nadya Styopina, di 63 anni. Secondo l’accusa i tre hanno, a vario titolo, movimentato, trasferito e occultato denaro su conti correnti e rapporti aperti presso istituti di credito sammarinesi.

Secondo le ricostruzioni dell’accusa, Massimiliano Marra cominciò a portare denaro a San Marino nel periodo tra il 2006 e il 2009. Su un proprio conto acceso presso Asset Banca versò complessivamente 1.169.194 euro, in parte attraverso assegno bancari, per una somma superiore a 780mila euro, e in parte in contanti, per una somma complessiva di 327.700 euro. Dopo questi versamenti, attraverso varie operazioni, il denaro è stato in parte trasferito all’estero negli anni successivi, tra il 2006 e il 2013, con bonifici disposti a favore della moglie e della suo- cera. I trasferimenti continuarono anche successivamente, nel 2015, su conti intestati sempre a moglie e suocera all’interno di Asset Banca. I rapporti bancari, poi, vennero trasferiti in Cassa di Risparmio, in funzione della nota operazione straordinaria di assorbimento di Asset da parte di Carisp.

Così il capo di imputazione. Ieri mattina il processo si è aperto con le eccezioni preliminari la prima, quella del difensore dei tre imputati, Rossano Fabbri, che ha rilevato come in altri procedimenti giunti in sede di appello sia stata sollevata una eccezione di costituzionalità circa la fattispecie del reato di riciclaggio in particolare legata all’occultamento di denaro. Il procedimento davanti al Collegio Garante è ancora pendente e, pertanto, la difesa aveva chiesto, ritenendo questa una questione pregiudiziale, di sospendere il processo.

Di diverso avviso il procuratore del fisco Roberto Cesarini: “Le questioni rilevate in un procedimento sono relative a quel procedimento. In seguito all’esito di quella decisione si valuterà se prenderne atto anche in questo processo e nei confronti di chi possa avere effetto quella decisione di legittimità. Ma ci si oppone a sospendere questo procedimento”, ha detto il Pf.

Dello stesso avviso il Commissario della legge che, nel dare atto della questione preliminare posta, ha disposto procedersi oltre. Dopo la richiesta di una lunga lista di testimoni da parte della difesa, il giudice ne ha ammessi cinque ed ha assegnato anche trenta giorni alla difesa per presentare la documentazione sottostante agli assegni che, per l’accusa, sono stati il mezzo per i versamenti e per il riciclaggio. La difesa ha infatti riferito che il giro di denaro contestato al suo assistito era in realtà frutto della sua attività di commercio di giochi.

Ieri, comunque, è stato ascoltato il direttore dell’Agenzia di informazione finanziaria, Nicola Muccioli, che ha ricostruito puntualmente le movimentazioni, dai versamenti ai trasferimenti su altri conti corrente. L’indagine di Aif, prima, e dell’autorità giudiziaria poi, era scaturita da una segnalazione di operazione sospetta da parte dell’istituto dove venivano effettuate le movimentazioni. 

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