San Marino. Riciclaggio: un caso prescritto, una assoluzione e una conferma di condanna

San Marino. Riciclaggio: un caso prescritto, una assoluzione e una conferma di condanna

Rassegna Stampa – Confermata la confisca diretta del denaro ritenuto frutto di usura in un processo e di bancarotta in un altro

ANTONIO FABBRI. Parziale riforma della sentenza di primo grado in un caso di riciclaggio. La vicenda era quella che vedeva imputati Alessandro e Pierluigi Trastulli, padre e figlio, della Heli Service International srl, i quali erano accusati di aver trasferito e occultato sul Titano somme legate alla bancarotta della società di elicotteri. In primo grado, il 23 maggio 2018, i due imputati erano stati ritenuti responsabili e condannati per riciclaggio in concorso.

Pierluigi Trastulli a 4 anni e 2 mesi, 6000 euro di multa e 2 anni di interdizione. Il ruolo del padre era stato ritenuto, già nel processo di prima istanza, secondario, e aveva visto una condanna a 3 anni di prigionia, 2000 euro di multa e un anno e due mesi di interdizione. Era stata disposta inoltre la confisca di oltre un milione già sotto sequestro più 124mila euro di confisca per equivalente.

Dopo l’udienza di appello il giudice Renato Bricchetti ha ritenuto di assolvere il padre Alessandro Trastulli perché il fatto non sussiste ed ha revocato quindi la confisca per equivalente. Confermata, invece, la sentenza nei confronti del figlio Pierluigi Trastulli, ritenuto responsabile del riciclaggio del denaro proveniente da bancarotta e confermando la confisca diretta di oltre un milione di euro già sequestrato.

Altro caso di riciclaggio giunto a sentenza di secondo grado, quello di Vincenzo Santoro, 71enne originario di Taranto e residente a Milano, accusato di autoriciclaggio di denaro per oltre 360mila euro, ritenuto frutto di usura, versato, trasferito e occultato a San Marino. In primo grado l’uomo, con sentenza del 20 maggio 2019, era stato condannato a 4 anni e tre mesi, alla multa di 1500 euro e all’interdizione per due anni, oltre alla confisca del denaro sequestrato, oltre 180mila euro, e alla confisca per equivalente di 184.624,91.

Episodio singolare emerso nell’udienza di primo grado, e riportato dalla Procura fiscale, il fatto che quando l’uomo venne a suo tempo arrestato dalla Guardia di finanza, per nascondere il denaro contante che aveva con sé, lo ingoiò, rischiando il soffocamento.

Quindi il trasferimento del denaro ritenuto sporco a San Marino. Il giudice delle appellazioni Renato Bricchetti, ha ritenuto che il riciclaggio sia rimasto a livello di tentativo, perché evidentemente scoperto prima che fosse consumato.

Il trasferimento del denaro venne fermato quanto l’uomo tentò di aderire alla voluntary disclosure e l’operazione venne segnalata dalla banca all’Aif, quindi all’autorità giudiziaria. Configurandosi il tentativo, la pena prevista è diminuita e con essa il termine di prescrizione. Quindi il giudice delle appellazioni ha dichiarato non doversi procedere, appunto, per prescrizione. Riconoscendo la provenienza illecita del denaro ha tuttavia confermato la confisca diretta delle somme già sotto sequestro pari a 180.523,04 euro. Revocata la confisca per equivalente di 184.624,91.

Articolo tratto da L’informazione di San Marino pubblicato integralmente dopo le 23

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