San Marino, riforma fiscale: il Governo rischia grosso

San Marino, riforma fiscale: il Governo rischia grosso

Antonio Fabbri, L’informazione di San Marino: Ancora niente di certo sulla riforma tributaria / Ieri nessun confronto, si tratta a distanza e a oltranza. Ma il rischio è che la presentazione della normativa salti… e il governo pure

Niente incontro neppure ieri mattina
tra governo e sindacati
. L’intesa
sulla riforma fiscale rimane
congelata e ieri i contatti che si
sono susseguiti per l’intera giornata
non hanno sortito gli effetti
di distensione sperati. Il Segretario
Valentini si trova tra l’incudine
e il martello.

La prima è quella
della sua maggioranza e in particolare
dei liberi professionisti che
hanno caldeggiato la modifica
della normativa in quello che il
sindacato ha definito il blitz della
commissione finanze. Il rischio
di perdere numeri dalle fila del
Patto, soprattutto se la quantità
di questi voti non è determinata,
è troppo grosso
  per arrischiare le
modifiche richieste dal sindacato.
Vero è che l’unica forza politica
che al momento si è espressa
esplicitamente per l’appoggio alla
riforma tributaria è il Psd. Nemmeno
nella Dc e nemmeno dai
partiti del Patto è stata fatta ancora
una dichiarazione di appoggio
così chiara.

Intanto incombe il martello del
sindacato, soprattutto di una parte,
che sull’equità fiscale non intende
transigere e chiede l’impegno
chiaro e nero su bianco per la
revisione della famigerata tabell
a
e un trattamento diverso per le
imposte di lavoratori dipendenti e
autonomi. In mezzo a queste discussioni
si intrecciano interessi
personali, di categoria e strategie
politiche di partito.

[…]

Intanto in maggioranza c’è chi ha
già detto, anche in Congresso di
stato, che senza distensione sul
piano sociale la legge non è da
portare in aula. Per ottenere la
distensione occorre andare incontro
alle richieste dei sindacati.
Per accontentare i sindacati si andrebbe
però contro alle proposte
dei liberi professionisti e di quelle
parti di maggioranza che hanno
sostenuto le modifiche accolte
in commissione, che quindi non
voterebbero la normativa come
voluta dalle parti sociali.

[…]

 


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