Anna De Martino, NQ Rimini San Marino: Massima segretezza sui contenuti dei colloqui tra l’indagato e gli inquirenti riminesi. La prossima settimana tocca a Vargiu / Le verità di Mister Karnak / Marco Bianchini interrogato per la seconda volta in carcere / La difesa: “Ha dato risposte precise sui documenti di Ricciardi”
SAN MARINO – Segretato. L’interrogatorio di Marco
Bianchini è durato dalle 11 di ieri mattina fino alle 16.30 del pomeriggio. In carcere dal 16 gennaio, prima a San Marino e poi a Rimini, Bianchini è stato sentito per la seconda volta dal sostituto procuratore, Luca Bertuzzi, che coordina l’inchiesta Criminal
Minds, della Guardia di Finanza di Rimini. Gli avvocati difensori del patron della Karnak, Giovanni Maio e Marco Martines, si attengono, mantenendo il più stretto riserbo sui colloqui. “Bianchini ha risposto in maniera esauriente su tutto – dice Martines -. Ora ci siamo presi una pausa, ci sono molti aspetti da verificare, il verbale è molto lungo e dev’essere trascritto, ulteriori iniziative da parte nostra le vaglieremo la prossima settimana”. L’obiettivo è comunque quello di chiedere un alleggerimento della misura cautelare visto che -secondo la difesa- non sussisterebbero più ipotesi di inquinamento delle prove. Bianchini, in carcere per corruzione, ricettazione e uso di segreto d’ufficio, ieri è stato sentito a proposito, non del “famoso” quanto misterioso memoriale “Atto
K”, ma sul materiale che la Procura ha posto sotto sequestro. E in particolare su quello appartenuto ad uno dei collaboratori di Bianchini, il napoletano Riccardo Ricciardi. “L’Atto K non è in nostro possesso – dice l’avvocato Martines –, della sua esistenza abbiamo saputo attraverso la stampa, e a quanto pare ancora non è chiaro l’autore né se costituisca materiale di indagine”.
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