Anna De Martino di NQRimini, ieri ha titolato: Tutte le tappe dell’inchiesta della GdF,
posizioni diverse tra i 114 sportellisti: c’è chi ha più volte commesso
lo stesso errore / Le irregolarità concentrate nel 2010 / Usura, falso
in bilancio e insider trading le nuove probabili ipotesi investigative.
La De Martino riferisce di un incontro fra le procure di Forlì, Fabio di Vizio, e quella di Rimini, Paolo Giovagnoli, su sollecitazione del primo.
La De Martino fra l’altro tira fuori la questione del capital gain in operazioni presso il Cis per clienti della – ora commissariata – Carim, non residenti nella Repubblica di San Marino.
Si è parlato spesso del cosiddetto conto interbancario tra Carim e la
controllata sammarinese Cis (Credito
Industriale Sammarinese) e degli 80 milioni
di euro che vi sarebbero transitati, giustificati con la mancanza di una zecca
del Titano e di un naturale bisogno di approvvigionamento di contanti della
controllata sammarinese. Gli investigatori però hanno altri sospetti e fanno
altre ipotesi. Partiamo dalla disponibilità di soldi della Cis: ci sarebbero
infatti dei passaggi dalla Cis alla Carim di ingenti somme, dai 3 ai 6 milioni
di euro alla volta. Denaro che veniva, a quanto pare, investito in azioni e
titoli di Stato che grazie al Cis, sede legale a San Marino, dove potevano
essere tassati con una ritenuta del 3%, contro il 12,50 invece previsto in
Italia. Operazione corretta, sia bene inteso, ma se informalmente clienti Carim
con grandi disponibilità economiche si fossero rivolti al Cis, che poi girava i
soldi a Carim per l’acquisto dei titoli di Stato, per usufruire del
differenziale fiscale? In questo caso non tutto sarebbe proprio regolare.
Leggi l’articolo di Anna De Martino, NQRimini
Analoghe indagini sul capital gain nei rapporti fra banche italiane e sammarinesi pare che siano state svolte, a suo tempo, presso Credito di Romagna o, ancora prima, presso Banca di credito e risparmio di Romagna.
Accadde oggi, pillola di
storia