San Marino. Ristori, vaccini, riforme, crescono malcontento e scontro

San Marino. Ristori, vaccini, riforme, crescono malcontento e scontro

Ristori, vaccini, riforme. Tutto in ritardo, crescono il malcontento e lo scontro

Antonio Fabbri

La pessima gestione della sanità, in particolare sul tema vaccini, è motivo di attrito in maggioranza e nel governo. Ma anche la questione ristori non è da meno. Tensioni venute allo scoperto in questi giorni, ma che covavano sotto la cenere da un po’. 

L’ipotesi che adesso ci si possa rivolgere, in maniera tardiva e improvvisata, a più di un fornitore, appare più una boutade per dare colore al tempo e parlare d’altro ma, al di là della concretezza o meno dell’opzione, non è dato sapere perché questa strada non si sia percorsa prima.

Si constata, invece, una attività dell’Esecutivo in ritardo su tutto e le scuse, quella del covid compresa, cominciano a non reggere più. Il ritardo più macroscopico è proprio sui vaccini. Al 42esimo giorno senza siero, contando dall’inizio della campagna vaccinale in tutta Europa, le risposte stizzite in Consiglio dei difensori del Segretario Roberto Ciavatta, che invitavano ad aspettare fine gennaio, suonano oggi offensive nei confronti della cittadinanza. La verità è che si è fatto poco o nulla; quel poco che si è fatto è stato fatto in ritardo; quel poco fatto in ritardo è stato fatto male.

Non ci sono giustificazioni. In una infuocata riunione con i medici dell’ospedale, mercoledì scorso, non sono state date, ancora una volta, risposte o date certe. E questo sta generando una insofferenza che si trasmette dal piano medico-tecnico a quello politico. Così in casa democristiana cominciano ad essere parecchi a lamentare l’inadeguatezza del segretario alla Sanità. 

Ma anche viceversa le cose non vanno meglio. Il segretario al Turismo, Federico Pedini Amati, pressato dalle categorie economiche, se la prende con il segretario alle Finanze, Marco Gatti, che tiene stretti i cordoni della borsa, perché il prestito Cargill, la cui segretezza sta facendo sempre più arrabbiare i cittadini che dovranno ripagarlo, è una coperta corta. 

Intanto febbraio era stato indicato dallo stesso Segretario alle finanze come il mese decisivo per piazzare il “Titano bond” sul mercato internazionale, ma anche su questo non è dato sapere nulla. E considerato che sul piazzamento di questi titoli si punta per “ristrutturare” o ripagare il prestito Cargill, c’è da preoccuparsi, anche perché nessuno sa che cosa sia stato dato in garanzia alla multinazionale del food.

C’è poi il ritardo sulle riforme, di cui ha cominciato a lamentarsi anche l’Anis, strenua sostenitrice di questo governo che però finora non ha prodotto frutti.

In tutto questo Banca Centrale non pervenuta. La sua presidente, Catia Tomasetti, compare in video per dire che Bce ha prorogato al marzo 2022 la scadenza di una linea di credito da 100 milioni di euro che nessuno chiederà mai. Inutile, quindi. E cerca di dare ad intendere a tutti che questo sarebbe sintomo di buoni rapporti con Banca d’Italia, perché eventualmente ad erogare questa liquidità, che nessuno chiederà mai, sarebbe la Bce per il tramite di Via Nazionale. Tra l’altro, Memorandum di intesa tra banche centrali non pervenuto. Piano di ristrutturazione del sistema bancario, neppure. Come Bcsm si sia adoperata nel supporto allo Stato per la crisi pandemica, non è dato sapere. Salvo il rinvio del rientro di un prestito concesso, non risulta si sia data troppo da fare.

Anzi, una delibera recente del 19 gennaio 2021 assegna a Via del Voltone la “Remunerazione Servizi di Banca Centrale – esercizio 2021”, anticipata dunque, per una spesa “di complessivi euro 1.611.600”.

Doveroso, certo, ma non si può non rilevare che agli imprenditori in sofferenza i costi non li anticipa nessuno… nel frattempo nel governo si litiga sui ristori. 

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