San Marino / Romagna: Riciclaggio, autoriciclaggio crimini finanziari in Romagna

San Marino / Romagna: Riciclaggio, autoriciclaggio crimini finanziari in Romagna

RICICLAGGIO, AUTORICICLAGGIO, CRIMINI
FINANZIARI IN ROMAGNA
Negli ultimi anni il nostro territorio è stato coinvolto da tre casi giudiziari su reati di riciclaggio.
Il processo “RE NERO”, entrato all’inizio del 2016 nella fase di dibattimento nel Tribunale di Forlì e che porterà al giudizio di primo grado, con 19 rinviati a giudizio,tra cui ex dirigenti/amministratori della Banca Asset di San Marino e della Banca di Credito e Risparmio di Romagna. Sotto processo anche due soggetti giuridici: Asset Banca e San Marino Asset Management, entrambi di San Marino. Le accuse vanno, a vario titolo, dall’associazione a delinquere finalizzata al riciclaggio, all’appropriazione indebita, all’ostacolo alla funzione di vigilanza, ed altri illeciti.
Il processo “Varano”, del quale la Corte di Cassazione ha stabilito recentemente che la competenza spetta al Tribunale di Forlì, con 28 rinviati a giudizio, coinvolgendo i vertici della Cassa di Risparmio di San Marino, i vertici della finanziaria Carifin, funzionari del Monte dei Paschi di Siena. Gli indagati sono accusati a vario titolo di riciclaggio e abusivismo bancario, oltre che di false comunicazioni inviate a Banca d’Italia e di ostacolo all’organismo di vigilanza.
L’inchiesta “Torre d’Avorio”, condotta dalla Procura e dalla Guardia di Finanza di Forlì, che ha messo sotto controllo un flusso enorme di denaro tra Italia e San Marino, tuttora in fase istruttoria per l’ipotesi di riciclaggio di denaro di provenienza illecita, evasione fiscale e illecita esportazione di capitale.
Questi casi hanno costituito, assieme all’azione di Bankitalia durante la Presidenza di Mario Draghi, e alla normativa antiriciclaggio emanate dalla Comunità Europea e recepite progressivamente dal 2007 in avanti, tasselli fondamentali per la revisione dei rapporti tra Italia e San Marino, che hanno portato nel febbraio 2014 alla esclusione di San Marino dalla lista dei paesi “Black List fiscale”, a conclusione di un percorso di riforme che la Repubblica del Titano ha intrapreso per allinearsi agli standard di trasparenza e scambio di informazioni in materia fiscale richiesti dall’Ocse.
Prima di allora, come dimostrato da tante inchieste, San Marino attraeva soldi sporchi derivanti:
– Dalle frodi carosello dell’IVA: nelle varie frodi scoperte nel tempo da un qualunque reparto della GdF in Italia c’è spesso San Marino con una o più società farlocche (dette cartiere o filtro) che compaiono nell’articolato meccanismo
– Dall’evasione fiscale, perpetrata da italiani, dal piccolo commerciante al grande imprenditore
– Da vari reati perpetrati da varie mafie straniere e italiane (lavoro nero, traffico di droga, prostituzione etc.). Uno dei vantaggi di tali organizzazioni è stato quello di riuscire a movimentare ingenti flussi finanziari senza essere visti dall’Italia.
L’Associazione Legalità Bene Comune di Forlì e il Presidio Libera “Placido Rizzotto” di Forlì hanno deciso di essere presenti ai processi in corso (per ora il solo processo Re Nero), nella consapevolezza che il riciclaggio non va solo considerato come la fase terminale di reati di malaffare come l’usura, il gioco d’azzardo clandestino, il traffico di droga, l’evasione fiscale etc, ma costituisce anche uno dei meccanismi attraverso i quali la criminalità organizzata tenta di mettere in atto la propria politica di infiltrazione. Occorre studiare e comprendere le condizioni che favoriscono lo sviluppo del fenomeno mafioso: cioè quando si parla di infiltrazione mafiosa occorre studiare e comprendere i meccanismi che rendono un tessuto socio-economico permeabile a tale infiltrazione, come quando si parla di radicamento mafioso occorre analizzare e comprendere i meccanismi che rendono un tessuto socioeconomico terreno fertile a tale radicamento.
Infatti al di là dei rapporti con San Marino e delle vicende processuali che avranno il loro corso e il loro esito, appare chiaro che le vicende che hanno portato alle inchieste e ai processi indicano come la domanda di pratiche finanziarie illegali (come il riciclaggio) provenga anche dal tessuto produttivo ed economico del nostro territorio. Allora occorre chiedersi, ammesso che il flusso finanziario illegale con San Marino si esaurisca, a chi si rivolga la domanda di riciclaggio di denaro generata dalla nostra economia. La risposta a questa domanda non può essere demandata solo alle forze dell’ordine e alla magistratura, ma riguarda direttamente le forze politiche, sociali, professionali, produttive e finanziarie, e i cittadini. La storia di San Marino, così come le vicende che hanno portato al processo Aemilia, ci insegnano che le chiavi di accesso nelle zone che non hanno visto storicamente la presenza delle mafie sono le connivenze. Favorite dalla sottovalutazione del rischio da parte della politica e del tessuto sociale, le mafie attecchiscono creando alleanze con soggetti locali, spesso noti, con entrature in ambienti bancari e finanziari e capacità di intessere rapporti con le imprese, conoscendo il territorio e le persone. Le inchieste Vulcano 1 e Vulcano 2 che hanno coinvolto i territori di Rimini e San Marino mostrano bene tale meccanismo. In sintesi si può dire che le mafie si propongono come fornitori di servizi rispetto alle domande di illegalità che nascono dal tessuto sociale e produttivo di un territorio.
Allora la domanda diventa un’altra: Come ridurre la domanda di illegalità di un tessuto sociale e produttivo? O, in altre parole, come rendere conveniente la legalità?
Inoltre: Come monitorare il territorio?
E in questo: Quale ruolo possono esercitare le istituzioni? Quale le associazioni professionali? Quale le associazioni culturali? Quale le associazioni imprenditoriali? Quale le rappresentanze dei lavoratori? Quale la politica? Quale i media? Quale i cittadini?
A proposito di media, una rassegna stampa è disponibile nel sito www.legalita.net; scorrendola si può notare come l’informazione di San Marino segua il processo Re Nero informando l’opinione pubblica udienza per udienza; c’è da chiedersi perché l’attenzione delle testate locali romagnole non sia altrettanto presente.

I Quaderni dell’Antiriciclaggio
Questo è l’andamento delle segnalazioni di operazioni sospette di riciclaggio nelle provincie romagnole, presente nei quaderni dell’antiriciclaggio pubblicati dalla Banca d’Italia:
Provincia                    2012 2013 2014 2015 2016
FC                             420   387   552  490    538
RN                             586   508  439   566   845
RA                             411   326  439   393   499
TOTALE ROMAGNA     1417 1221 1430 1449 1882
Si noti la costanza del fenomeno, con un significativo aumento nel 2016 (+30%).
Guardia di Finanza, scoperti 33 evasori fiscali. Aumentano i “furbi dei fallimenti” (da FORLITODAY del 22 marzo 2017)
Nel corso del 2016 la Guardia di Finanza di Forlì-Cesena ha scoperto ben 33 evasori fiscali totali, vale a dire quasi tre al mese. Sono i numeri forniti dal bilancio annuale delle Fiamme Gialle, comandate dal colonnello Alessandro Mazziotti, che rendiconta sul contrasto alle frodi fiscali e all’economia sommersa. In totale sono state eseguite 614 tra verifiche, controlli e altri interventi che hanno portato alla denuncia di 77 soggetti responsabili di 82 reati fiscali. Il tutto in un’attività complessiva che ha totalizzato, in un anno, 5400 interventi, con 1.464 pattuglie dislocate sul territorio.
AZIENDE FALLITE, I TRUCCHETTI SCOPERTI DALLA FINANZA
Con la crisi aumentano i fallimenti, è noto, ma la Finanza assiste e reprime un fenomeno sempre più diffuso, il tentativo di distrarre i beni delle aziende fallite verso altre nuove società, così come quello di occultare la reale situazione economica occultando o alterando la documentazione. Questi comportamenti, che rappresentano una frode, hanno portato la Finanza a 55 denunce per bancarotta fraudolenta. Queste aziende operavano in diversi settori, tra cui quello dell’edilizia e dell’abbigliamento, ma il modus operandi sembra essere sempre lo stesso: l’imprenditore in procinto di fallire, contando anche sui tempi lunghi di indagini e accertamenti, crea una nuova azienda su cui sposta tutto l’”attivo”, lasciando invece solo i debiti.
EVASIONE FISCALE
A contrasto dell’evasione e delle frodi fiscali, sono state 63 le indagini di polizia giudiziarie concluse, con 62 aziende fallite indagate. Sono stati individuati 39 casi di frodi all’IVA, 22 di evasione fiscale internazionale e 19 di evasione immobiliare. Tra i casi di evasione internazionale, anche una società con base operativa a Cesena ma sede legale “fantasma” in Irlanda che commerciava prodotti elettronici ed informatici nell’est Europa evadendo, secondo le accuse, il fisco per oltre 100 milioni di euro.
La lotta al lavoro sommerso ha portato all’individuazione di 44 lavoratori in nero, 12 lavoratori irregolari e alla conseguente verbalizzazione di 11 datori di lavoro. A fronte delle frodi fiscali scoperte sono state avanzate proposte di sequestro per circa 21 milioni di euro e sequestrate disponibilità patrimoniali e finanziarie per il recupero delle imposte evase nei riguardi dei responsabili delle medesime per oltre 5 milioni di euro.

Il caso più clamoroso, cosiddetto di “esterovestizione” (società di fatto italiane ma di diritto di altri Paesi con regimi fiscali più favorevoli) è quello di una frode da 50 milioni nel settore della logistica dell’ortofrutta, che ha portato a sei denunce per utilizzo ed emissione di fatture per operazioni inesistenti e a un sequestro preventivo di 8 milioni di euro.
REATI CONTRO LA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Nell’ambito del contrasto alle truffe su fondi pubblici e all’illegalità nella Pubblica Amministrazione, sono stati accertati danni erariali per quasi 250mila euro che hanno portato alla denuncia di 3 soggetti, tra cui l’ex direttore provinciale dell’Agenzia delle Entrate di Forlì. Sempre in tale contesto sono stati eseguiti 67 controlli volti a verificare la sussistenza dei requisiti di legge previsti per l’erogazione di prestazioni sociali agevolate e per l’esenzione ticket sanitario, con percentuali di irregolarità pari al 94% dei casi. L’alta percentuale è dovuta al fatto che la Finanza va a colpire i casi su cui esistono più sospetti.
CONTRASTO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA, SEQUESTRI PER 30 MILIONI DI EURO
Sono stati eseguiti provvedimenti di sequestro, ai sensi della normativa antimafia, di 56 beni immobili, 2 autovetture, quote societarie e disponibilità finanziarie per un valore complessivo di oltre 29 milioni di euro. In materia di riciclaggio sono state svolte 6 indagini e attività di polizia giudiziaria che hanno portato alla denuncia di 13 soggetti. Nelle indagini svolte nei settori dei reati societari, fallimentari, bancari e finanziari sono state concluse 68 deleghe d’indagini e denunciati 91 soggetti.
MERCE CONTRAFFATTA E TRAFFICO DI STUPEFACENTI, QUASI 20 KG DI DROGA
Per ciò che concerne la lotta al traffico di sostanze stupefacenti si è registrato un aumento dei casi segnalati. Sono stati sequestrati oltre 19 chili di droga e 3 automezzi nei confronti di 5 soggetti tratti in arresto. La contraffazione e il falso made in Italy ha registrato un calo (sono stati sottoposti a sequestro 1000 prodotti contraffatti, soprattutto capi di abbigliamento, elettronica, giocattoli e beni di consumo), mentre si registra una reiterazione di vendita di merce senza licenza da parte di soggetti originari dell’est-asiatico: la tattica, in questo caso, consiste nel girare per le spiagge con piccoli quantitativi di merce, in modo tale da non “rimetterci troppo” in caso di sequestro.

L’Associazione Legalità Bene Comune organizza, in collaborazione con l’Osservatorio sulla Legalità di Forlì, con l’Adesione del Presidio di Libera “Placido Rizzotto” di Forlì, del Coordinamento di Libera FC e con il patrocinio del Comune di Forlì e della Regione Emilia Romagna, un’ iniziativa pubblica sul tema:
RICICLAGGIO, AUTORICICLAGGIO, CRIMINI FINANZIARI IN ROMAGNA
L’Iniziativa si terrà il giorno venerdì 19 maggio alle ore 9,30 nel Salone Comunale di Forlì, con la seguente articolazione:

SALUTI DAVIDE DREI Sindaco di Forlì

PRESENTAZIONE PIETRO CARUSO Giornalista e Direttore Romagna Web

RELATORI
ANTONIO FABBRI Giornalista e Coautore del libro “L’inchiesta Re Nero”
GIOVANNI MAZZANTI Professore di Economia e membro dell’Osservatorio sulla Legalità Forlì
SERGIO SOTTANI Procuratore della Repubblica di Forlì
ALESSANDRO MAZZIOTTI Comandante Provinciale Guardia di Finanza FC
DAVIDE MATTIELLO Membro Commissione Parlamentare Antimafia

INVITATI
RAPPRESENTANTI DELLE ISTITUZIONI, BANCHE E ABI, ASSOCIAZIONI DEGLI IMPRENDITORI, ASSOCIAZIONI SINDACALI, ASSOCIAZIONI PROFESSIONALI, ASSOCIAZIONI DI CITTADINANZA ATTIVA, SCUOLE E UNIVERSITA’, CITTADINI

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