La convenzione che il Governo della Repubblica di San Marino ha sottoscritto con i Rothschild ha del misterioso e del preoccupante, perché dimostra quanto sia distante il linguaggio dei politici che si rivolgono ai cittadini dalla verità dei fatti.
Abbiamo sentito dire anche nel dibattito di queste ultime ore alla Festa dell’Amicizia che i conti dello Stato sono sostanzialmente in ordine, in quanto il deficit è minimale. E quindi non c’è motivo perché si apra la stagione del debito pubblico.
Eppure, quasi in contemporanea, esplode la notizia di una delibera di consulenza con Rothschild che richiama alla mente oscure vicende non ancora completamente concluse in cui la Repubblica di San Marino si è impantanata con atti dalle conseguenze devastanti.
Si ha l’impressione di essere davanti a una convenzione simile a quella firmata, ufficialmente, per l’albergone di Murata, ma in effetti allo scopo di aprire sale giochi. Oppure a quella ancor più antica del Parcheggione, con tutte le conseguenze nefaste sul bilancio dello Stato, sullo sviluppo del turismo, eccetera, e sospetti a non finire.
Questa con i Rothschild potrebbe essere ancor peggiore, perché pare nascere già con una logica mefistofelica, scientemente mefistofelica, per portare alla distruzione la Repubblica, che, un tempo era comune dire, creata da un Santo.