San Marino. Seduta consiliare pomeridiana 7 maggio

San Marino. Seduta consiliare pomeridiana 7 maggio

COMUNICATO STAMPA

 

 

CONSIGLIO GRANDE E GENERALE 29-30 APRILE, 6-7 MAGGIO

 

MARTEDI’ 7 MAGGIO – Pomeriggio

           

             In seduta
pomeridiana i lavori del Consiglio grande e generale sono ripartiti dal
dibattito sul progetto strategico scaturito dal tavolo per lo sviluppo. In
merito sono stati presentati due odg, una da parte della maggioranza e uno da
Ps e Upr, che verranno votati alla fine del comma successivo, dopo un tentativo
di arrivare a un testo condiviso.  

            Si è
così passati alla nomina del presidente della Fondazione San Marino Cassa di
risparmio – Sums, con otto consiglieri intervenuti durante il dibattito. Il
capogruppo del Pdcs, Luigi Mazza, ha ufficializzato la proposta dell’avvocato
Giovanni Nicolini che è stata poi accolta dall’Aula con 38 voti favorevoli, 8
schede bianche e due nulle. La seduta riprenderà in serata con la votazione
degli odg rimasti dal comma precedente.

 

Di seguito un riassunto dei lavori del pomeriggio.

 

Comma 13. Riferimento del governo sulle proposte del
tavolo di sviluppo, presentazione del progetto strategico pluriennale e
relativo dibattito.

Mario Venturini, Ap: “A Tony Margiotta, che parlava di personaggi della maggioranza che
rappresentano un freno per lo sviluppo e sono in combutta per la svendita dello
Stato, chiederei se è possibile il loro nome, perché potrei provare a fermarli.
Con Su abbiamo fatto un governo insieme dal 2006 al 2008 e ricordo le battaglie
contro i poteri forti. La relazione del segretario di Stato Felici ha offerto
spunti interessanti per il futuro del Paese. La consapevolezza che è
obbligatorio intraprendere la strada verso l’economia sana è di tutti e ciò
significa essere realisti e rimanere con i piedi per terrà. Non sarà facile, ma
la strada per trasparenza e legalità è stata ormai intrapresa. Occorre dare
concretezza ai provvedimenti contenuti nella relazione, ma c’è volontà di non
perdere tempo ed essere subito operativi. Da quando faccio politica, non ho
visto una classe politica proiettata al futuro. Di fronte al tentativo di
gettare solide fondamenta del Paese, considero perciò positivamente il piano di
sviluppo, che è frutto di confronto. Se avessimo lavorato per compartimenti
stagni, non avremmo avuto gli stessi risultati. Per me è in definitiva un buon
risultato. La relazione può suscitare dubbi, può essere giudicata debole ed è
legittimo. Sono opinioni che non giudico demagogiche e il governo può
confutarle alla prova dei fatti e mi auguro sia così. Ci sono scelte coraggiose
da fare che non ammettono ritardi: mettere in riga le spese pubbliche, gli
interventi sulla fiscalità per fare in modo che tutti paghino le tasse in
ragione del loro reddito. Senza è difficile pensare a provvedimenti seri per lo
sviluppo.

Mi preme poi affrontare la questione della giustizia:
certezza di regole e di giudizio, di questo hanno bisogno gli operatori
economici vecchi e nuovi e se vogliamo attirare investitori dobbiamo affrontare
questo passaggio. Certo ultimamente qualcosa in più è stato fatto per
contrastare le infiltrazioni criminali, la collaborazione con le autorità
italiane, è stato introdotto il reato mafioso e istituita la commissione
antimafia, poi c’è un pacchetto di leggi che devono essere ultimate.
L’occasione è per chiedere di accelerare il confronto e avviare l’iter
legislativo”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Oggi ai cittadini non interessa né sentire le
giustificazioni per il governo che ha fatto bene i compiti a casa, né le
critiche ad una politica indebolita e non in grado di esprimere una sintesi.
Ogni qual volta in Aula siamo chiamati a tenere il punto politico mi pare
prevalga la tentazione ad allontanarsi dalle esigenze sul futuro del Paese. Noi
abbiamo preso atto del documento presentato dal governo, è un dato di fatto su
cui occorre confrontarsi e su cui siamo tutti chiamati a dare delle valutazioni.
Non condivido invece quando in Aula per il gioco delle parti si tende a
demolire a priori per continuare a delegittimare e delegittimarci all’esterno.
Ieri c’è stata una manifestazione sul Pianello e dispiace quando sento fuori
dall’Aula alimentare il gioco al massacro, generalizzando su chi fa politica.
Quando rifuggiamo dalle nostre responsabilità ci distanziamo da quello che ci
chiede il Paese. E’ un monito su cui é necessario riflettere, visto i passaggi
che saremo chiamati a compiere nei prossimi mesi. Se non ci interroghiamo sul
nuovo modello di sviluppo qua dentro continuiamo a prendere in giro
imprenditori e cittadini e chi crede ancora nel sistema San Marino. Come può il
Paese oggi creare fonti di ricchezza seria e acquisire una credibilità nazionale?
Questa è la domanda cui era nostro compito rispondere oggi, invece ne ho
sentite di tutti i colori. Darei lettura di un odg che il gruppo Upr, insieme
al Ps, ha deciso di presentare al termine dibattito: “Il Consiglio grande e
generale prende atto del documento presentato dal congresso di Stato in
coerenza con gli orientamenti espressi. Il testo, redatto in base ai contributi
espressi dalle forze politiche, sociali e categorie economiche, rappresenta un
elemento di discussione a fronte delle gravi condizioni in cui versa il Paese.
La necessità di definire ceermente soluzioni concrete per uscire dall’attuale
stato di crisi, è un elemento da tenere in forte considerazione per definire
scenari di sviluppo condivisi, sui quali disegnare le basi per un nuovo modello
Paese in campo economico. Al fine di dare seguito a quanto emerso dai lavori
del tavolo per lo sviluppo e del conseguente dibattito consiliare, dà mandato
al Congresso di Stato di predisporre, mantenendo un confronto con il tavolo di
sviluppo, entro giugno 2013, appositi atti normativi sulle seguenti materie:
pacchetto competitività, definire nuove regole per la valutazione di progetti
d’impresa (…); concessione residenza anagrafica (…); introdurre sistema Iva
entro gennaio 2014, con specifiche aliquote per settori di nicchia e a elevato
valore aggiunto;  liberalizzare il
settore del commercio al dettaglio (…); 
organizzare linee di indirizzo generali, pluriennali per il turismo (…);
potenziare le infrastrutture tecnologiche interne, sviluppare nuovi scenari di
sviluppo del sistema bancario e finanziario; definire un piano generale per il
lavoro che favorisca l’incontro tra domanda e offerta, che introduca incentivi
fiscali e sgravi contributivi per l’impresa che assume personale sammarinese e
residente, che defiscalizzi gli straordinari (…); sanatoria edilizia
accompagnata dalla riforma del catasto e dalla revisione del testo unico in
materia edilizia; cessione dei frustoli di proprietà dell’Ecc.ma Camera al fine
di reperire risorse per la costituzione di un fondo a sostegno delle nuove
imprese; riformare la normativa su appalti pubblici e forniture (…); giochi
della sorte, predisporre  un progetto per
individuare nuove sedi di prestigio, regolamentare il gioco on line, rivedere
la composizione societaria della Giochi del Titano portando il capitale sociale
al 100% di proprietà dello Stato; predisporre un piano per esternalizzare rami
di attività non strategici (…); realizzare un piano per conseguire autonomia
energetica (…); incentivare gli investimenti sulle Tlc, predisporre un progetto
di comunicazione che coinvolga gli attori istituzionali, categorie economiche
per rilanciare l’immagine del Paese”.  

Augusto Michelotti, Su: “Dobbiamo cominciare a pensare a un Paese che
raccoglie i cocci della politica, dobbiamo fermarci a riflettere per poi
ripartire verso una nuova San Marino, con infrastrutture che lo qualifichino
per  una realtà statuale e non la fermino
per paura dell’ignoto. Il Titano deve contenere un mix di tradizione e
mantenimento delle nostre peculiarità, trasmettere cultura e apertura alle
nuove tecnologie. Mi permetto la digressione su tre parole, libertà,
uguaglianza e fratellanza, straordinariamente attuali in momenti di crisi come
queste, prendiamo in prestito il motto della Repubblica francese. Soprattutto
il termine fratellanza, perché tutti insieme dobbiamo uscire da questa
situazione. I sammarinesi sono sempre stati grandi lavoratori, da emigranti si
sono fatti onore e sono tornati vincitori, anche oggi la situazione è
difficile, ma bisogna risolvere i problemi e allo stesso tempo dobbiamo essere
attenti a non aprire troppo per evitare il collasso. La nostra statualità e
autodeterminazione dipendono infatti da quanto saremo parchi e vigili nel
concedere la cittadinanza”.

Paride
Andreoli, Ps
: “Concordo con chi ha
sostenuto fortemente l’attuazione di politiche del fare. Oggi la politica deve
riappropriarsi del suo ruolo primario affinché torni a risolvere i problemi di
San Marino. Intorno al tavolo ci siamo confrontati su più parti dell’economia
sammarinese: turismo e commercio, sistema bancario e finanziario. Si tratta di
punti nevralgici. Secondo il Ps è inutile uscire dalla black-list se dietro non
c’è un progetto di rilancio della nostra economica ed è per questo che abbiamo
voluto partecipare e indirizzare il tavolo di confronto. Mi sarei aspettato di
più dal governo in questi 5 mesi: alla volontà espressa non sono seguiti i
fatti perché oltre all’inasprimento fiscale e al differimento dei decreti sugli
impegni presi nell’ambito del programma di Governo, non c’è stato nulla di
concreto per far si che il Governo riuscisse a mettere in campo azioni forti e
coraggiose”.

Gerardo
Giovagnoli, Psd
: “E’necessario porre, come uno
degli obiettivi del tavolo per lo sviluppo, la crescita: un punto fondamentale
per uscire dalla crisi. Ed è per questo che abbiamo deciso di aprire il
confronto alle forze politiche, sociali ed economiche. Da questo tavolo sono
emerse considerazioni utili ovvero la necessità dell’apertura del nostro
sistema Paese: dovremo richiedere certi requisiti a chi vuole investire nel
nostro paese ma dovremo saperci dotare di alcuni requisiti, come meno
discrezionalità e più Stato di diritto. Cercheremo su questo provvedimento la
massima convergenza perché si tratta di una normativa che dovrà durare più di
una legislatura.

Il Consiglio Grande e Generale impegna il
Governo a presentare nella prossima seduta utile del Consiglio un primo
intervento legislativo urgente volto a favorire l’occupazione, specialmente
quella sammarinese e l’attrazione di investimenti esteri. L’intervento dovrà
individuare criteri oggettivi per dare certezza agli imprenditori che intendono
investire in Repubblica definendo il miglior equilibrio tra doveri e diritti
fissando i termini stabiliti con lo strumento del convenzionamento.
L’intervento dovrà inoltre prevedere modalità di accertamento degli impegni
presi dai contraenti all’atto della convenzione indicando per essi un iter
oggettivo, chiaro e certo nelle tempistiche. L’ordine del giorno impegna il Governo
anche a intervenire legislativamente in tempi celeri per incentivare i settori
del turismo, del commercio, bancario e finanziario, della sanità e della
cultura, mediante la riforma dell’Università ed un accorto impegno nel campo
della formazione ed inoltre impegna l’esecutivo a intervenire sulle
infrastrutture necessarie per raggiungere gli obiettivi di rilancio del sistema
economico, per uno sviluppo sostenibile come la realizzazione del Parco
Scientifico e Tecnologico. A definire inoltre con appositi provvedimenti le
esternalizzazioni ed ogni intervento volto a migliorare il rapporto
cittadino-impresa e pubblica amministrazione e a definire entro maggio un Piano
di sviluppo pluriennale per raggiungere tutti gli obiettivi individuati al
tavolo per lo sviluppo
’”.

Luigi
Mazza, Pdcs
: “Molte delle cose che si dicono nella relazione le
stiamo ripetendo da anni. Il progetto di sviluppo non può essere slegato da tre
requisiti fondamentali: un quadro di legalità per sviluppare l’economia del
paese, la solidità dei conti pubblici e la predisposizione di un progetto di
sviluppo e di rilancio economico. Bene l’attrazione di investimenti esteri ma
ci devono essere le condizioni oggettive affinché si possa valutare i progetti
imprenditoriali presentati. Io sono d’accordo con tutte le proposte presentate,
definiamo però prima le priorità di investimento. 

 

Repliche

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Come detto dal presidente Draghi, la disoccupazione
può innescare proteste distruttive. Per questo avere titolato il dibattito in
funzione della capacità di creare lavoro è l’obiettivo principale dei nostri
sforzi. Nel dibattito ci sono stati diversi momenti, non ci aspettavamo un coro
di adesione, anche perché al di là del confronto, il governo ha la responsabilità
di portare proposte. Pattinare sui problemi non permette di dare risposte
concrete.

Da tre nuove consigliere ho
notato lo stesso accento a parlare di un Paese in cui faccio fatica a
riconoscermi. Il Know how ha un valore, l’esperienza altrui pure, abbandoniamo
il provincialismo, per il nostro Paese serve un Rinascimento. Basta alle paure
per ciò che viene da fuori, l Paese deve avere coraggio, prendere strade nuove,
la sfiducia non serve.

Mi aspettavo un confronto sui
contenuti, non sulla superficie dei problemi. Le critiche in Aula sono arrivate
da chi al tavolo ha più ascoltato, ma la relazione non è stata secretata come
qualcuno ha detto. Così si svilisce il lavoro del tavolo. Stiamo riscrivendo le
regole del sistema e la relazione dà la cornice, il quadro generale con diversi
piani di intervento. Da domani entreremo nel concreto dell’articolato per i
progetti di sviluppo a breve termine, che presenteremo al tavolo. Lancio infine
un appello all’Aula: nella prossima seduta ci sarà la prima lettura
dell’articolato, chiederemo la proceduta d’urgenza per approvare subito il
provvedimento. Questa è volontà di fare presto, vedremo chi ci starà”.

Elena Tonnini, Rete: “La posizione di Rete è stata costruttiva, non siamo stati semplici
ascoltatori al tavolo. Volevamo anche i verbali. Abbiamo portato critiche e proposte,
ma nulla è stato accolto, il confronto non c’è stato. Spero che ora si possa
valutare l’articolato anche prima della riunione del tavolo”.

Alessandro Rossi, Su: “Caro segretario di Stato da lei viene potenza retorica, ma impotenza
politica, non ha contatto con il mondo reale. Non può fare certe asserzioni se
le metodologie usate mirano a creare un tavolo di confronto allargato ma
formale e uno più ristretto, in cui pochi prendono le decisioni. Troppa libertà
e troppo ottimismo hanno portato  a una
serie di derive.

Se vogliamo cambiare occorre
dare la sensazione che tutti partecipino, invece una parte di Paese non ha mai
avuto la possibilità di incidere, anche per colpa sua, e non vuole un modello
aperto, senza controllo. Vogliamo crescere insieme, non vogliamo uno che guidi
per poi non sapere dove finiamo. Vogliamo capire dove andiamo. Così non si
fanno i tavoli di confronto”.

Manuel Ciavatta, Pdcs: “Ai consiglieri Santolini e Zavoli replico su
welfare e istruzione dicendo che avere tutto gratis non funziona più, ma che ci
sarà comunque un sostegno. Al collega Roberto Ciavatta chiarisco che non ho
detto che stiamo chiamando i sammarinesi a vivere peggio, ma a vivere con meno
e non è la stessa cosa, perché con meno si può vivere anche meglio”.

Tony Margiotta, Su: “Ringrazio il consigliere Mario Lazzaro Venturini per i suggerimenti
che confermano che nelle battaglie contro i poteri forti siamo sempre dalla
stessa parte”.

Marino Riccardi, Psd: “Si sta perdendo la volontà di andare speditamente. Concretizziamo.
Nel documento sono indicate delle priorità, quella principale è dare nuove
opportunità e creare nuova occupazione. Dobbiamo inoltre concludere in tempi
rapidissimi la normalizzazione dei rapporti con l’Italia. E comunque i pilastri
sociali, come sanità e istruzione, non si possono toccare”.

Andrea Zafferani, C10: “Al tavolo dello sviluppo abbiamo perso 4 mesi a
fare ‘brainstorming’ e poi in una sola riunione il governo è arrivato con la
sua proposta che contiene il niente perché non c’è concretezza. Ci stiamo
prendendo in giro. Non c’è stata condivisione unanime sulla costituzione del
tavolo per lo sviluppo, la partecipazione c’è stata perché ci aspettavamo di
poter discutere di qualcosa di reale ma non possiamo dare contributi
qualificati se si rimane così generici. Insomma in 4 mesi abbiamo discusso di
frasi generiche e in 4 giorni ci si chiede di confrontarci sulla legge
attuativa. Lo sforzo che dobbiamo fare è quello di passare dalle parole ai
fatti dando concretezza al documento. Sul tema del reddito di cittadinanza la
certezza di non trovarsi senza reddito in presenza di una situazione di
disoccupazione involontaria, è una fonte di sviluppo economico”.

Federico Pedini Amati, Ps: “Nell’arco di cinque giorni dovremo discutere una
legge che vedranno solo coloro che siedono al tavolo dello sviluppo.
Paradossalmente potrebbero esserci molti consiglieri che materialmente non
vedono la norma e non hanno il tempo di condividerla. Non si possono dare
appena 5 giorni e poi chiederci di votare la procedura d’urgenza. Era più
giusto discuterne in questo contesto d’Aula. Non possiamo prendere atto di una
norma nell’arco temporale di una settimana perché è una mancanza di rispetto
nei confronti degli organismi istituzionali dato che si dà pochissimo tempo per
valutare un provvedimento normativo”.

Rossano Fabbri, Ps: “Speriamo di avere il giusto tempo per analizzare l’articolato e
speriamo che il segretario di Stato cerchi la condivisione da parte di tutti. Per
quanto riguarda l’apertura a investitori esteri noi non ci chiudiamo in 64
chilometri quadrati, noi siamo per confrontarci e aprirci ma gli organismi di
controllo devono funzionare a pieno regime e quando qualcuno sbaglia deve
pagarne le conseguenze”.

Gerardo Giovagnoli, Psd: “Non capisco le accuse di chi dice ancora una volta
si vuole favorire qualcuno: no ai processi alle intenzioni perché le intenzioni
non sono queste. Possiamo discutere sulle misure per evitare certe distorsioni.
In sintesi, visto che c’è volontà di condividere impegno, cerchiamo convergenze
importanti per il nostro Paese”.

Nicola Renzi, Ap: “Rispetto va dato anche a tutti quelli che al tavolo dello sviluppo
si sono seduti. Questo tavolo inizia a diventare una realtà avulsa e irreale:
credo che a tutti i cittadini allo stato attuale quello che più preme sono
delle proposte il più concrete, fattibili e veloci possibili. Il primo progetto
da portare avanti è il pacchetto sulla competitività e poi quello sulla
trasformazione delle aree produttive in aree commerciali, un intervento
determinante che però necessità dei giusti tempi di attuazione”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Il rispetto va dato anche a tutti quelli che al
tavolo dello sviluppo si sono seduti. Questo tavolo inizia a diventare una
realtà avulsa e irreale: credo che a tutti i cittadini allo stato attuale
quello che più preme sono delle proposte concrete, fattibili e veloci. Il primo
progetto da portare avanti è il pacchetto sulla competitività e poi quello
sulla trasformazione delle aree produttive in aree commerciali, un intervento
determinante che però necessità dei giusti tempi di attuazione”.

Teodoro Lonfernini, segretario di Stato per il Turismo: “Il tavolo di sviluppo economico va tenuto separato
dalle vicende del tribunale. Sono due binari che devono andare avanti
autonomamente uno dall’altro e il fatto che oggi nella relazione si parli di
legalità non c’entra nulla con la manifestazione di ieri pomeriggio. Mi chiedo
cosa deve fare il Governo secondo alcuni consiglieri? Se le cose si condividono
non va bene, se non si condividono significa che agiamo d’imperio. Noi
lavoriamo in un tavolo per lo sviluppo che ha cercato di coinvolgere tutti”.

Gian Matteo Zeppa, Rete: “Siamo aperti sulle idee che condividiamo, non ad
alcuni atteggiamenti spocchiosi e delegittimanti. Le tempistiche mi sembrano
strette, ma capisco il carattere d’urgenza che si vuole dare. La fretta ha
determinato il crollo del sistema San Marino. Possiamo avere legittimamente
forti dubbi sul sistema e sui controlli su chi entra a San Marino. Non usate il
microfono in maniera oscena. Temo che la volontà di condividere nasconda
qualcosa di più fosco: prendiamo decisioni impopolari e ce le spartiamo”.

Claudio Felici, segretario di Stato per le Finanze: “Ho consegnato uno schema  per ogni seduta quella dedicata alle imprese,
quella al settore turistico commerciale e quella al comparto bancario e
finanziario. Non è vero che non abbiamo dato in mano nulla. Non ho mai detto
che Rete non è stata collaborativa. Anzi, apprezzo gli interventi dei
consiglieri Ciavatta e Zeppa, non mi spaventano le opinioni diverse. Ma occorre
dare il diritto di replica. Ho polemizzato su argomenti pretestuosi, come
quello dei tempi: si critica che siamo in ritardo, ma la c’è la sfida a usare
strumenti per fare più in fretta. Da noi sono arrivate proposte di apertura,
qualcuno le accoglie pur con posizioni diverse, altri preferiscono restare sul
Sinai. Nel finale di carriera parlamentare di Rossi sono il suo bersaglio
preferito”.

 

Comma 14.  Nomina del Presidente della Fondazione San
Marino Cassa di Risparmio della Repubblica di San Marino – S.U.M.S.

Luigi Mazza, Pdcs: “Prima del nome ricordo le motivazioni per cui la nomina spetta
all’Aula per legge. Per rimarcare il ruolo particolare del Cassa e l’attenzione
del legislatore nei suoi confronti. Anche per il Fmi è fondamentale per il
Paese.

Nei prossimi anni dovremo
intervenire sulla legge sulle fondazioni, la 130 del 1995, per ridefinire il
loro ruolo in vista dell’apertura all’esterno degli istituti di credito.

Tre requisiti sono stati alla
base della scelta: la sammarinesità, la professionalità, essere socio della
Fondazione. Sono usciti diversi nominativi e ieri abbiamo indicato ai
capigruppo la proposta di Giovanni Nicolini, una figura molto preparata, già
console e attuale membro supplente del Collegio dei garanti, profondo
conoscitore delle dinamiche politiche e economiche della Repubblica.
L’opposizione ha espresso stima al confronto speriamo che la condivisione sia
ampia se non totale”.

Simone Celli, Ps: “Il 24 aprile assieme all’Upr abbiamo emesso un comunicato stampa per
chiedere una scelta condivisa, auspicando un metodo di confronto serio. per la
cassa ci sono sfide importanti, il Fmi suggerisce una ricapitalizzazione.
Occorre prestare molta attenzione, servono un concreto impegno politico e un
grande senso di responsabilità. Abbiamo sollecitato la maggioranza a una scelta
condivisa e il metodo perseguito è apprezzato.

Per il Ps requisiti
fondamentali erano la professionalità, e la candidatura di Nicolini la
rispecchia, che fosse una figura esterna alle dinamiche politiche e la
sammarinesità. Sono stati rispettati per cui siamo a favore di Nicolini.
Auspico che sulle prossime nomine ci possa essere lo stesso approccio”.

Francesca Michelotti, Su: “La nomina di Giovanni Nicolini, membro del Collegio
dei Garanti, è frutto di un sofferto lavoro di negoziazione all’interno della
maggioranza. Nicolini è il caratteristico outsider che ha risolto un conflitto
che stava prendendo una brutta piega per la maggioranza. In questo
difficilissimo momento che sta attraversando la Cassa di risparmio di San
Marino, il presidente della Fondazione acquisisce un ruolo ancora più incisivo.
Nessuna obiezione su un nominativo particolarmente azzeccato come quello di Nicolini
ma non ci si venga a parlare di nomina condivisa: se si fosse voluto
condividere questa scelta si sarebbe potuto chiedere all’opposizione di
esprimere qualche candidatura. Confermiamo l’appoggio a Nicolini ribadendo che
non è questo il modo per ottenere il consenso dell’opposizione”.

Giovanni Lonfernini, Upr: “Confidavamo in nomina condivisa da parte dell’aula.
In questo senso non volevamo rivendicare posizioni ma solo auspicare il
concretizzarsi di un approfondimento serio. Sulla nomina dell’avvocato Giovanni
Nicolini esprimiamo giudizio favorevole”.

Roberto Ciavatta, Rete: “Non conosciamo la nomina presentata all’aula. Non
abbiamo motivo di credere che non sia persona di valore e all’altezza del
compito che il Consiglio si appresta a dare ma non conoscendo la persona non
possiamo votare a favore e così ci asterremo. Una piccola nota di colore: una
nomina così importante viene assegnata a un cittadino sammarinese che risiede
fuori da San Marino, il che per noi non è un problema ma siccome una nostra nomina
per un altro contesto era stata contestata per la non residenza a San Marino,
notiamo con piacere che la maggioranza non ritiene ci sia più incompatibilità
nelle due cose”.

Mario Lazzaro Venturini, Ap: “Sulla modalità di presentazione di una rosa di nomi
all’opposizione, il consigliere Michelotti può dire ciò che vuole, ma si è
spinta oltre con le illazioni sulle lotte di potere e sulle lacerazioni dentro
la maggioranza. Ci siamo occupati del successore da poche settimane e non sono
emersi molti nomi. Il confronto è stato fatto su due persone degnissime.
Ringrazio il presidente uscente Masi che ha affrontato grandi difficoltà.
Voteremo a favore”.

Andrea Zafferani, C10: “Il Consiglio grande e generale ha per legge la
responsabilità di questa nomina ed è una cosa particolare che dà il senso del
valore per il Paese. Troppo spesso però si fanno nomine senza avere chiare le
valutazioni che le causano. Perché non si è optato per la conferma di Masi?
Quale profilo serve? Di continuità o di rinnovamento?

Molte vicende hanno colpito
la Cassa, ma oggi il Consiglio non fa valutazioni su quanto fatto in questi
anni. Inoltre non sono stati presentati elementi di giustificazione alla scelta
di questo giurista stimato e meritevole. Per questo ci asterremo, il metodo poteva
essere migliore”.

Alessandro Rossi, Su: “Non partecipo alla votazione per il mio legame familiare con
Nicolini. Sul ruolo delle fondazioni e sulle modalità di selezione della classe
dirigente sottolineo che in altre condizioni si procedeva per rose di profili,
rose di nomi e poi per una nomina condivisa. In questo caso non c’è stato.
dobbiamo definire un metodo. Mi congratulo con Masi per l’opera svolta”.

Andrea
Belluzzi, Psd
: “Chi riveste il ruolo di
presidente della Fondazione deve racchiudere tante competenze:
tecnico-bancaria-giuridica. Deve inoltre sapere interpretare il suo ruolo nei
confronti dell’istituto bancario senza diventarne amministratore delegato.
Nella maggioranza non si è posto il problema del presidente della Fondazione
fino a qualche settimana fa ed il fatto che sulla stampa siano girate notizie
su possibili altre candidature è il normale gioco della stampa. Voteremo a
favore di Nicolini”.

Mario
Lazzaro Venturini, Ap
: “Il dottor
Masi non è stato riconfermato perché è stata rispettata la sua ferma volontà di
essere avvicendato alla guida della Fondazione.  Anche in considerazione
del fatto che i tre anni appena trascorsi non sono stati anni leggeri alla
guida della Fondazione”.         

San Marino, 7 MAGGIO 2013/02

 

 

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