San Marino, senza fuochi d’artificio anche all’interno

San Marino, senza fuochi d’artificio anche all’interno
Jeffrey Zani di La Tribuna Sammarinese: Il decreto nato dopo la ‘mazzata’ della circolare Manganelli non risolve i problemi dei commercianti, ancora sofferenti Sarà la burocrazia a uccidere le armerie del Titano? / I negozianti lamentano pratiche troppo lunghe per l’acquisto di armi, polveri da sparo, munizioni e fuochi. / Di questo passo saremo costretti “a chiudere i battenti senza nemmeno smaltire la merce in casa” / Le novità, in sintesi, costringono i clienti a una trafila di carte e attese non prevista, invece, in Italia. Scoraggiando così tutti i clienti che da oltre confine venivano a San Marino per ‘ricaricare’.

Il decreto “non ha migliorato niente – spiega Beccari armi e sport di Borgo Maggiore – ci ha limitato su tutti i fronti. Nella vendita delle munizioni”, per esempio, ora serve “un’autorizzazione che richiede otto giorni di tempo” per essere emessa. Mentre in Italia “con la licenza di caccia o il porto d’armi si può acquistare immediatamente tutto quello che c’è in armeria”. Così “chi è di passaggio a San Marino non comprerà mai niente”.

Ciò, oltre che per le armi e le polveri da sparo, vale anche per i fuochi d’artificio: mentre oltre confine la quinta categoria può essere acquistata semplicemente “esibendo un documento di identità”, sul Titano servono il “porto d’armi e gli otto giorni di attesa del nulla osta”. I “fuochi  del 31 dicembre li verranno a ritirare per l’Epifania”, ironizza Beccari.

Fa impallidire anche l’articolo 9, nel quale è prevista la “prigionia di secondo grado (da sei mesi a tre anni) o l’arresto di secondo grado (da quindici giorni a due mesi)” per chi “accende fuochi d’artificio” senza “le prescritte autorizzazioni”.

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