Il decreto “non ha migliorato niente – spiega Beccari armi e sport di Borgo Maggiore – ci ha limitato su tutti i fronti. Nella vendita delle munizioni”, per esempio, ora serve “un’autorizzazione che richiede otto giorni di tempo” per essere emessa. Mentre in Italia “con la licenza di caccia o il porto d’armi si può acquistare immediatamente tutto quello che c’è in armeria”. Così “chi è di passaggio a San Marino non comprerà mai niente”.
Ciò, oltre che per le armi e le polveri da sparo, vale anche per i fuochi d’artificio: mentre oltre confine la quinta categoria può essere acquistata semplicemente “esibendo un documento di identità”, sul Titano servono il “porto d’armi e gli otto giorni di attesa del nulla osta”. I “fuochi del 31 dicembre li verranno a ritirare per l’Epifania”, ironizza Beccari.
Fa impallidire anche l’articolo 9, nel quale è prevista la “prigionia di secondo grado (da sei mesi a tre anni) o l’arresto di secondo grado (da quindici giorni a due mesi)” per chi “accende fuochi d’artificio” senza “le prescritte autorizzazioni”.