Ieri pomeriggio, attraverso Smtv San Marino, il Segretario di Stato alle Finanze, Claudio Felici, ha assicurato i concittadini che La Repubblica di San Marino dal 1° febbraio 2014 farà parte, come Stato autonomo, dei Paesi del Sepa alla pari, ad esempio, di Monaco e del Liechtenstein.
E, nell’occasione, ha fatto sapere che di detta adesione si è parlato a livello politico fra la stessa Segreteria di Stato ed il Ministero dell’Economia italiano (Mef), ed, a livello tecnico, fra Banca Centrale e Banca d’Italia.
Vogliamo intendere che, in dette sedi, i rappresentanti sammarinesi hanno comunicato la decisione sammarinese di aderire al Sepa, come atto di cortesia. La cortesia del ‘buon vicinato’.
Non è immaginabile che il Segretario di Stato Felici si sia comportato come il Presidente di Banca Centrale, prof. Renato Clarizia, quando è andato a chiedere a Banca d’Italia – la collaborazione? l’autorizzazione? – per creare una centrale rischi nella Repubblica di San Marino ad uso tutto interno, cioè dei soli soggetti finanziari sammarinesi.
Cosa c’entrano, sul piano del diritto internazionale, il Mef e Bankitalia con l’adesione della Repubblica di San Marino al Sepa come Stato autonomo?
Il prof. Clarizia è perdonabile. Arrivato qui come esperto per alcune questioncelle legali di un privato, si è trovato al vertice dell’Istituto Centrale dello Stato, con possibilità di risonanze professionali ‘mondiali’ che, ovviamente, ha colto.
Mario Giannini e Renato Clarizia