San Marino. Settimana corta a scuola, considerazioni per una maggiore consapevolezza

San Marino. Settimana corta a scuola, considerazioni per una maggiore consapevolezza

Considerazioni sulla settimana corta a scuola, Claudio Mancini

“Se da un lato le motivazioni di tale cambiamento sono note e appaiono di primo acchito facilmente sottoscrivibili, le argomentazioni contrarie sono meno evidenti soprattutto per i non addetti ai lavori”

Riceviamo e pubblichiamo

Da tempo si discute circa la possibilità di introdurre nella scuola media sammarinese la settimana corta, ovvero l’articolazione del tempo-scuola su 5 giorni settimanali.
I sostenitori di tale proposta potrebbero vedere soddisfatte le loro richieste già dal prossimo anno scolastico. Come si desume dal DL 7 luglio 2022 n. 101, si dà mandato alla Segreteria di Stato per l’Istruzione di istituire dei gruppi di lavoro che ridefiniscano l’assetto della scuola media articolandola su 5 giorni settimanali, anche allo scopo di favorire metodologie didattiche più operative e rispettose dei tempi di apprendimento degli studenti. Le proposte elaborate dai gruppi di lavoro dovrebbero pervenire al Dipartimento Istruzione entro gennaio 2023.
Ora, se da un lato le motivazioni di tale cambiamento sono note e appaiono di primo acchito facilmente sottoscrivibili (più tempo per riposarsi nel weekend, maggiori possibilità per dedicarsi ad altre attività, ecc.), le argomentazioni contrarie sono meno evidenti soprattutto per i non addetti ai lavori.
Scopo di queste mie riflessioni è allora quello di fornire ulteriori elementi, affinché vi sia una consapevolezza maggiore riguardo alle conseguenze di una impostazione rispetto all’altra.
Proviamo quindi a immaginare lo scenario più probabile, ovvero l’estensione dal lunedì al venerdì della suddivisione oraria (dalle 8 alle 13) con 6 moduli quotidiani di 45-50 minuti, impostazione già ora utilizzata nelle giornate di martedì e giovedì.
In questo modo il tempo scuola complessivo diminuirebbe del 17% (un sesto in meno) rispetto allo standard attuale e a quello italiano, mentre gli obiettivi rimarrebbero verosimilmente i medesimi. Si dà per scontato cioè che l’attività didattica possa essere compressa o semplicemente ridotta senza che vi siano conseguenze significative.
Potrebbe succedere che gli insegnanti, non volendo rinunciare a parti del programma, assegneranno maggior lavoro da svolgere a casa. Oppure semplicemente accadrà che gli stessi argomenti verranno affrontati in modo più superficiale, sacrificando progetti, approfondimenti, recuperi, ecc. cercando di salvaguardare gli obiettivi essenziali e irrinunciabili.
Inevitabilmente i ragazzi dovranno affrontare alcune giornate decisamente molto pesanti. Sarebbe da ingenui sperare che l’orario scolastico possa essere strutturato prevedendo un equilibrio tra materie ritenute più pesanti e altre più pratiche o leggere.
Dovendo preparare fino a 6 materie differenti, il carico di lavoro pomeridiano aumenterà (e forse anche il peso degli zaini!) mentre in certi periodi dell’anno i ragazzi dovranno affrontare con ogni probabilità anche più verifiche nella stessa mattinata.
In sostanza, a fronte di un giorno di riposo guadagnato, potrebbe aumentare lo stress durante la settimana, vanificando gli obiettivi di tale impostazione. È discutibile infatti che tutto questo possa davvero favorire “metodologie didattiche più operative e rispettose dei tempi di apprendimento degli studenti”, come il decreto auspicherebbe. Anzi, negli alunni potrebbe aumentare la disaffezione nei confronti della scuola e il disinteresse verso la cultura.
Una delle argomentazioni addotte dai sostenitori della settimana corta è che tale modello sia ormai prevalente in Italia e la scuola debba andare naturalmente in questa direzione.
A tal proposito proviamo a vedere come si organizzano le istituzioni scolastiche dei territori limitrofi, ovvero nelle province di Rimini e Pesaro – Urbino.
Da una sommaria ricerca in rete (ognuno verifichi da sé) si possono ottenere i seguenti dati:
• Le scuole secondarie di 1° grado statali (ex scuole medie) presenti nel comune di Rimini garantiscono ai propri iscritti la possibilità di scelta tra settimana corta (lun-ven dalle 8.00 alle 14.00) e settimana lunga (lun-sab dalle 8.00 alle 13.00).
• Solamente le due scuole paritarie di Rimini propongono il modello unico della settimana corta.
• Le scuole medie del resto della provincia di Rimini propongono solamente il modello della settimana lunga con l’eccezione della scuola Franchini di Santarcangelo che dal prossimo anno offrirà ai nuovi iscritti solo la settimana corta.
• Anche nelle scuole del comune di Pesaro prevale la possibilità della doppia opzione tra settimana corta e lunga con l’eccezione di due scuole che propongono solo la settimana corta.
• A Urbino e nel resto della provincia predomina la modalità della settimana lunga senza opzioni.
In conclusione, ciascuna delle due articolazioni orarie contiene vantaggi e svantaggi e ogni alunno, vuoi per sensibilità propria o per esigenze del contesto famigliare, potrebbe preferire l’una o l’altra scansione del tempo-scuola. Sarebbe dunque auspicabile che la Segreteria all’Istruzione consentisse la libertà di scelta predisponendo entrambe le modalità così come accade nel circondario. Anche allo scopo di valutare, dopo una sperimentazione pluriennale, quali siano le conseguenze di ciascuna impostazione, sia nel vissuto dei ragazzi, sia sulla preparazione la cui efficacia è verificabile solo nel proseguimento del percorso scolastico, al netto di mode e suggestioni che potrebbero rivelarsi temporanee.

Prof. Claudio Mancini

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