Alcune riflessioni di Antonio Fabbri di L’Informazione di San Marino sulla notifica da parte dell’Avvocatura dello Stato a libertas a rimuovere la bandiera con emblema dal sito internet e dall’applicazione che
rende il sito accessibile da iPhone, iPod touch e iPad, senza per altro alcun riferimento ad una norma.
Succede che sulla base di non si sa che cosa, pare di una non
meglio precisata segnalazione alla Segreteria industria, arriva una
lettera alla sede di www.libertas.sm, il primo sito sammarinese di
informazione, di storia e di storia delle istituzioni del Titano, il più
cliccato di San Marino. Arriva una raccomandata che intima al sito di
rimuovere bandiera e simbolo della Repubblica.
La lettera è inviata dall’Avvocatura dello Stato. Ora, è
comprensibile che un avvocato faccia quello che gli chiede il
committente, ma da un legale ci si aspetterebbe pure che fosse capace di
consigliare quando la pretesa è al di fuori della legge. E questa
pretesa al di fuori della legge lo è per forza dato che la legge non
c’è. Da un avvocato ci si aspetterebbe che inserisse nelle lettere che
scrive gli estremi della norma, del decreto, del regolamento, della
circolare, del protocollo che viene posto alla base della pretesa. Se
non lo fa, soprattutto se è l’Avvocato dello Stato, lede due diritti:
quello di chi avanza la pretesa che, a questo punto, è basata sul nulla,
su una sensazione; poi lede il diritto del destinatario della lettera,
al quale viene impedito di dimostrare le sue ragioni.
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