Anna De Martino di NQ Rimini San Marino (www.nqnews.it): Sulla ricandidatura, il consigliere del Psd non si sbilancia: “C’è una riflessione in corso nel partito” /
“Responsabilità politiche, non certo reati” /
Stolfi: “Non ho avuto a che fare con Vallefuoco. Da ministro avrei dovuto accorgermi della situazione”.
Sui metodi della commissione attacca: “Non mi è stato concesso il diritto di difendermi dalle accuse”
SAN MARINO- “La Commissione antimafia non mi
ha interpellato. Non mi ha chiesto nulla, se lo avesse
fatto, avrei potuto spiegare, produrre documenti e
chiarire la mia posizione”. Fiorenzo Stolfi non ci sta
e anche se non ha ancora deciso se presentare denuncia
oppure no, alcune cose vuole dirle. Nelle
conclusioni della commissione antimafia, Stolfi,
esponente di rilievo del partito dei socialisti e dei democratici,
viene citato, insieme con Gabriele Gatti
(Pdcs), come uno dei principali soggetti aventi rapporti
con la Fincapital, Livio
Bacciocchi e Francesco Vallefuoco, il napoletano con frequentazioni casalesi
vicine alla camorra. Ma se per la commissione ci
sono “numerosi documenti raccolti”, per Stolfi invece
si è violato un basilare diritto, quello alla difesa,
che “in ogni Paese normale viene concesso a chi si ritrova
ad essere accusato”. “Quella della commissione
–dice – è sembrata la requisitoria di un pubblico ministero.
Ma solitamente a questa segue quella dell’avvocato
difensore. A me non è stata data questa possibilità”.
E poi quello che proprio non va giù a Stolfi
che le accuse mosse sono accuse “anonime”.
Cosa ha deciso di fare, sporgere denuncia?
“Non per il momento. Vorrei prima, come consigliere
ne ho la facoltà, avere tutto il materiale della commissione.
Credo che presenterò un’istanza alla Reggenza.
Conoscere i nomi dei famosi testimoni che mi
accusano. Anche perché credo che alcuni di loro abbiano
delle vicende penali alle spalle. Come circola
voce che a Roberto Zavoli (uno degli indagati sammarinesi
nell’ indagine
Staffa, ndr) sia stata accordata
l’impunibilità in cambio dei nomi dei politici.
Produrre solo dichiarazioni anonime, da parte della
commissione, è stato sbagliato. Così come è stato sbagliato
tenere segreto tutto, fin dall’inizio. Un modo
per nascondere e magari privilegiare negando il diritto
alla difesa”. (…)