San Marino. Terremoto sanità, Alessandra Bruschi non è più Direttore generale dell’ISS

San Marino. Terremoto sanità, Alessandra Bruschi non è più Direttore generale dell’ISS

L’ISS perde la propria guida in uno dei momenti più delicati per la sanità della Repubblica di San Marino.

Il direttore generale Alessandra Bruschi ha infatti lasciato il proprio incarico. Giusto ieri mattina L’informazione aveva parlato delle tensioni nel Comitato esecutivo e delle minacce di dimissioni da parte della Bruschi prima ai Capitani Reggenti e poi al Congresso di Stato nei giorni scorsi.

Poi il colpo di scena: nella tarda mattinata di ieri il sito Cremonaoggi.it ha dato la notizia che Alessandra Bruschi è diventata il nuovo direttore generale di Cremona Solidale, l’Azienda Speciale del Comune di Cremona che eroga servizi e prestazioni alle persone con bisogni di natura assistenziale o socio-sanitaria. 

“La nomina – ha scritto il sito – è giunta in queste ore, su decisione del Consiglio di amministrazione, che ha valutato positivamente un’esperienza lavorativa che l’ha vista ricoprire numerosi incarichi dirigenziali sia in territorio cremonese sia in altre zone d’Italia”. 

Nel pomeriggio lo stesso giornale online ha raccolto anche le prime dichiarazioni del neo Dg che ha trasmesso subito forte entusiasmo per il nuovo ruolo: “Vivo a Cremona da 5 anni con i miei bambini – ha detto la Bruschi – e quindi credo questa sia una ripartenza da casa. Desidero mettere le mie competenze al servizio del territorio in cui abito”.

E ancora: “La mia ultima esperienza a San Marino mi ha consentito di vedere come funziona la sanità di uno stato a 360 gradi, toccando con mano esigenze degli anziani e cronicità e lo sviluppo della sanità del territorio. Credo che Cremona Solidale rappresenti la sintesi di queste sfide, che devono essere il punto di partenza e di rilancio per un sistema sanitario che ha bisogno di dare ai cittadini risposte che vanno in quella direzione”.

 

 

In realtà sul sito dell’azienda sanitaria di Cremona la notizia della nomina è comparsa martedì 27 luglio. Lo stesso giorno in cui, come ha riportato L’Informazione, la Bruschi sarebbe stata ricevuta a Palazzo Pubblico prima dai Capitani Reggenti e poi dal Congresso di Stato, a cui avrebbe palesato le problematiche.

Sulla stampa locale cremonese non si fa riferimento alle motivazioni che l’hanno spinta a lasciare l’incarico a San Marino dopo appena 14 mesi dalla nomina, avvenuta nel maggio 2020, anche se non è un segreto che la sanità sammarinese viva un momento estremamente delicato con scelte importanti da prendere e forti tensioni, acutizzate dall’impatto terribile del covid su tutta la struttura. Per fare qualche esempio di cui si è discusso anche nell’ultima Commissione consiliare sanità del 9 luglio: la medicina di base è al collasso per mancanza di personale e di organizzazione; c’è il tema del personale non vaccinato che andrà ricollocato lontano dal contatto con il pubblico, così come previsto dal decreto di fine apriledalla relazione del gruppo audit dell’ISS riforma delle pensioni che sani l’attuale disavanzo di circa 50 milioni di euro all’anno tra entrate e uscite; va risanato il bilancio dell’Iss, oggi in grossa difficoltà. Senza contare il nodo green pass – in realtà questione più di natura politica che tecnica – e la prospettiva di una nuova ondata di Covid.

Se al momento non ci sono ancora dichiarazioni ufficiali, si inseguono invece i rumors. Si parla di tensioni all’interno del Comitato esecutivo,  composto oltre dalla Bruschi anche dal direttore sanitario Sergio Rabini e dal direttore amministrativo Marcello Forcellini. Si vocifera di forti resistenze della struttura alle scelte del Dg nel corso dei mesi. Resistenze che, è questo uno dei punti nodali, avrebbero ricevuto la sponda da ambienti politici di maggioranza. 

Uno scenario già visto, più o meno, nel maggio 2020, pochi giorni prima dell’arrivo di Bruschi a San Marino. Protagonista allora fu l’infettivologo Massimo Arlotti, che da commissario straordinario per l’emergenza coronavirus arrivò a minacciare le dimissioni per le tensioni e la mancata collaborazione. “Se mi viene data l’opportunità di fare il mio lavoro in maniera produttiva e serena – dichiarò in conferenza stampa – in modo che quello che quello che si fa ricada poi sulla salute delle persone, se le persone mi mantengono il supporto dimostrato in questi giorni e se anche la politica mantiene la sua fiducia io intendo arrivare col mio lavoro fino alla fine dell’emergenza”. Arlotti ha poi continuato il rapporto con l’Iss anche se in veste di consulente e non più di commissario. 

Il Segretario alla Sanità Roberto Ciavatta difese a spada tratta Arlotti con queste dichiarazioni: “Se c’è qualcuno, di maggioranza come di opposizione, che crede che davanti alla necessità di cambiare l’ospedale anche nella sua forma, si possa tornare ad una struttura a compartimenti stagni come era in passato si sbaglia. Non è questo il Segretario che li accompagnerà in questo percorso. È ora che la politica si faccia lontana rispetto all’ISS perché qui si parla di sanità e di tutela della salute”.

E la politica c’entra inevitabilmente anche con l’addio di Alessandra Bruschi, indicata a suo tempo dal movimento Rete e poi nominata dal Governo. La vicenda deve aver pesato sulla richiesta del partito di Ciavatta e Zeppa di una verifica di maggioranza, avanzata nelle stesse ore in cui la Bruschi ha palesato alla politica tutte le proprie difficoltà.

Tutto quanto sopra compone un quadro altamente instabile e una situazione potenzialmente esplosiva, nell’Iss come in maggioranza. Le incognite sono molte ma c’è anche una certezza: in piena pandemia non è pensabile lasciare vacante il ruolo di Dg a lungo.

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