San Marino. Tiberio Pitassi, un orgoglio anche per San Marino

San Marino. Tiberio Pitassi, un orgoglio anche per San Marino

Da L’informazione di San Marino di lunedì 11 luglio: Dal primo Campus dislessia a San Marino
alla laurea ad Oxford senza mollare mai
/ “Qualificare
la nostra
scuola riconoscendo
l’impegno al pari del
voto come era stato
già proposto nella
consulta
per l’istruzione”

Dislessia e discalculia. Sono
classificati come disturbi
dell’apprendimento.
Intelligenti come e più delle
altre persone, i dislessici si differenziano
dagli altri per il fatto
che fanno fatica a leggere. La
dislessia li rende lenti e corretti
nella decodifica delle lettere, le
scambiano, le invertono ne inseriscono
di nuove. Stessa cosa,
nell’ambito aritmetico per la
discalculia.

La storia di Tiberio
Pitassi, laureatosi recentemente
dottore in economia nientemeno
che a Oxford, è un orgoglio
anche per San Marino. Eh sì
perché pare che tra gli iscritti
del primo Campus dislessia sul
Titano ci fosse anche lui nell’ormai
lontano 2003.
Lui che si era visto certificare
alla scuola primaria dislessia e
discalculia. Il Campus dislessia
si è svolto per la prima volta a
San Marino nel 2003, appunto,
ed è poi stato il modello di
riferimento per tutti gli altri
Campus che sono nati in Italia.
Diceva nella relazione conclusiva
di quel Campus il professor
Giacomo Stella, docente di
psicopatologia dello sviluppo:
“Il lavoro compiuto a San
Marino ha molti significati che
val la pena di richiamare. Da
un lato credo che sia la prima
volta che si mettono insieme un
gruppo di ragazzi dislessici.
Con questo non voglio suggerire
la creazione di gruppi che si
definiscono “minoranze” perché
condividono un problema, del
tipo “orgoglio sordo”, o “lingua
amara”. Ma un’esperienza
di comunicazione diretta fra i
ragazzi era necessaria. Non
solo per loro, anche per noi,
cosiddetti specialisti che abbiamo
trascorso con loro momenti diversi da quelli della consultazione
o della rieducazione. Loro
stessi hanno finalmente visto
altri ragazzi come loro, con le
stesse difficoltà, e soprattutto
hanno potuto trarne modelli e
modi di affrontare il problema
dell’immagine sociale positivi,
anche sfrontati, non mediati
dagli adulti, e comunque
non autocommiserativi”. Poi
proseguiva il professor Stella:
“Ho sentito a tavola i ragazzi
scambiarsi esperienze riferendo
come venivano trattati in classe
dagli altri, oppure su come gli
insegnanti reagivano alle loro difficoltà. Sarebbe stato utile
registrare tutte le risposte e le
battute, ma ne riporto una per
tutte. “Quando mi dicono che
sono dislessico io lo guardo e
se è grasso gli chiedo se a lui
piace che gli dicano “ciccione”,
se è basso gli chiedo se gli piace
che lo chiamino “nano”, se è
magro gli chiedo se gli piace
che lo chiamino “anoressico”,
insomma tutti abbiamo qualche
problema e quindi io gli faccio
capire che posso anch’io criticarlo
e fargli del male parlando
di lui”. Frasi che facevano capire
il disagio che spesso i ragazzi
si trovano a combattere.
Quel campus ha quindi segnato
una pietra miliare. “La sfida è
stata lanciata – aveva detto il
professor Stella – ed ora bisogna
portarla avanti. L’entusiasmo
dei ragazzi non può essere
tradito”.

La laurea di Tiberio Pitassi – che
ha dichiarato: “non ho mai mollato
anche se per qualche esame
ho dovuto studiare tre volte più
degli altri” – è lì a dimostrare
quanto valgano l’entusiasmo e la
forza di non mollare mai.

(Foto tratta da provinciadicomo.it)

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