‘Le notizie apparse oggi sugli organi di stampa, sulla base di documenti
giudiziari sono
dirompenti e impongono di non rimanere in silenzio’. Queste le parole di Tito Masi che ricorda un documento del 15 ottobre nel quale Ap affrontava di petto la questione morale e proponeva agli alleati un governo di svolta, di emergenza e di scopo in grado di farsi carico dei problemi più urgenti per poi portare il Paese a elezioni anticipate.
La questione morale diventa sempre più pesante. I magistrati hanno fatto venire alla luce un vero e proprio sistema corruttivo e spartitorio, che non solo ha arricchito alcuni a scapito dell’intera collettività, ma ha anche profondamente danneggiato il Paese e compromesso la sua reputazione (…)
Di fronte a tutto ciò, mentre è inevitabile interrogarsi sulla legittimità di molti governi del passato, nati dalla compravendita dei voti e dagli accordi fra gli appartenenti ad una associazione a delinquere, mentre appare sempre più evidente, in questo sistema, il ruolo dei massimi dirigenti della Democrazia Cristiana e del Partito Socialista di allora, ai quali si sono aggiunti più recentemente alcuni esponenti del PSD, le forze politiche sembrano tergiversare e non riconoscere che siamo di fronte non a singole mele marce, ma a gruppi di potere che per soddisfare i propri interessi hanno occupato, egemonizzato e diretto i rispettivi partiti e numerosi governi a partire dai micidiali anni novanta. (…)
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