San Marino. Tlc, odg lancia sospetti sulla Cina, Terenzi: “atto non degno dell’Aula”

San Marino. Tlc, odg lancia sospetti sulla Cina, Terenzi: “atto non degno dell’Aula”

Tlc, odg lancia sospetti sulla Cina

Antonio Fabbri

La maggioranza vota l’ordine del giorno sulle telecomunicazioni per bloccare il progetto iniziato, con lo scopo dichiarato di verificare i passaggi che hanno portato all’accrodo con il colosso delle Tlc, Zte, ma che ha l’effetto, pure questo pericolosamente dichiarato nel documento approvato dal Consiglio con 35 voti a favore, di porre diffidenza verso la Cina. E lo fa assumendo come propria la relazione del Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), l’organismo del Parlamento di un altro Stato, l’Italia. Relazione, peraltro, non tenuta in pieno conto neppure dal governo dello stesso Stato che l’ha prodotta, che non risulta avere preso provvedimenti o adottato atti ufficiali in funzione di quella relazione. 

Della pericolosità di aver messo in discussione, con tali modalità, i rapporti con uno stato estero, la Cina, come primo atto di questa maggioranza, deve essersi accorta anche la maggioranza stessa, che infatti alla ripresa dei lavori, mercoledì pomeriggio, per bocca del consigliere Dc William Casali, ha tirato fuori una stesura edulcorata dell’ordine del giorno letto nella scorsa seduta da Emanuele Santi, di Rete. Il primo odg, nella sostanza, oltre a invitare il Governo a provvedere per bloccare le erogazioni di Aass a NetCo, di conseguenza mandando in stallo il rapporto con il partner tecnico per la rete mobile, Zte, motivava lo stop anche con il rischio spionaggio da parte della Cina, richiamando una relazione del Copasir italiano.

Il concetto era stato tolto nella seconda stesura, anche se per Adele Tonnini di Rete era stata cambiata solo qualche quisquilia formale. Il problema è che, per variare il contenuto di un odg presentato, occorre il consenso di tutto il Consiglio. Consenso che non c’è stato da parte dell’opposizione che ha invitato la maggioranza ad assumersi le proprie responsabilità ed eventualmente ritirare l’odg per riproporlo modificato in altra seduta. A quel punto la maggioranza ha deciso di porre in votazione l’Odg nella prima versione.

L’ex Segretario agli Esteri, Nicola Renzi, viste le implicazioni internazionali dell’Odg, ha dichiarato che non avrebbe partecipato alla votazione ritenendo un Odg di quel tenore neppure da presentare. Ha sottolineato che, per fare le verifiche cui si mira, il Congresso di Stato non avrebbe avuto bisogno di alcun ordine del giorno.

Andrea Zafferani ha sottolineato che, oltre alle accuse di spionaggio alla Cina, “di fatto si impedisce a NetCo di onorare gli impegni presi. Cosa può comportare? Pensate che chi ci guarda da fuori prenda bene questa posizione? Spero lo capiate, e spero capiate anche le conseguenze dal punto di vista dell’immagine. Ci sono anche conseguenze legali, di cui vi assumerete la responsabilità”. Il Segretario agli Esteri, Luca Beccari, ha provato a spostare il merito dalla questione dei rapporti internazionali su quello della verifica dell’impiego di risorse interne: “Il mandato che viene dato è quello di intervenire sull’Aass perchè sospenda i trasferimenti in attesa delle verifiche. Ci aspettiamo massima collaborazione da Aass e Public NetCo. Abbiamo dibattuto una infinità di volte di rapporti ricevuti dalla Guardia di Finanza e dai Consigli di sicurezza: se ci sono elementi di pubblico dominio, non possono essere trascurati”, dice.

La portata pericolosa dell’Odg, però, l’ha ben compresa il consigliere Dc, Gianfranco Terenzi, storico presidente dell’associazione San Marino-Cina, il quale infatti annuncia voto contrario: “Credo che stiamo facendo un atto non degno dell’Aula. Rimango rammaricato, perché i miei 40 anni di presenza politica mi hanno insegnato qualcosa. Anche per questo ho partecipato nel portare correzioni a quel documento, perché mi sono reso conto della gravità. La mia raccomandazione è che questo Consiglio possa essere più attento a situazioni che si presenteranno in futuro. L’ostruzionismo politico non giova a nessuno. Non facciamo i bambini. Cerchiamo di ponderare bene quello che diciamo”.

Il problema sono, però, i contenuti dell’odg, sia sul piano dei rapporti internazionali, che non è escluso possano avere ripercussioni, sia dal punto di vista economico. Sul primo punto non c’è dubbio che parlare in un odg – approvato dal Consiglio e che impegna il governo a determinati atti – di spionaggio da parte del governo della Cina attraverso aziende cinesi delle Tlc, risulta, nella migliore delle ipotesi, sconveniente e, nella peggiore, capace di generare un incidente diplomatico da parte di uno Stato, San Marino, che ha sempre fatto della propria neutralità un elemento distintivo. Il secondo aspetto è economico. Al di là delle verifiche che è necessario compiere, bloccare dei pagamenti che devono essere fatti sulla base di specifici contratti per prestazioni, magari anche già eseguite, può esporre lo Stato ad azioni risarcitorie non di lieve entità. Soprattutto, però, dà l’immagine di uno Stato nel quale neppure gli accordi con enti governativi hanno la garanzia di essere onorati. Circostanza capace di creare non pochi problemi per attrarre futuri investimenti.

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