Jeffrey Zani de La Tribuna Sammarinese: Nascondevano la merce in borse foderate con fogli d’alluminio per sfuggire agli strumenti antitaccheggio / Condannati per aver rubato magliette e calzoncini, due di loro avevano precedenti per stupro
Ce l’avevano quasi fatta.
Bastava salire sull’aereo e
rientrare in patria con la
refurtiva, e il colpo sarebbe
riuscito. Ma qualcosa
è andato male. E i tre russi
beccati nel maggio del
2010 con i bagagli pieni
di indumenti rubati sono
finiti nel mirino della legge
per furto.
Fra i maglioni, i cappotti
e gli slip trovati nelle valige
dei tre all’aeroporto di
Rimini, c’erano anche dei
capi rubati in due negozi
di San Marino: l’Angel’s
shop e l’Arca international.
Dove un membro del
trio, Nikolay Valerj Maslov,
era stato pizzicato
dalla gendarmeria e si era
beccato una denuncia a
piede libero.
Maslov, secondo la ricostruzione
fatta ieri,
si trovava nel negozio
di Rovereta assieme
ai suoi complici. A lui sarebbe
spettato il compito
di distrarre la commessa
mentre gli altri, Konstantin
Gennadity Kazarov e
Alexander Faizov, se la
svignavano con la merce
nascosta nelle borse costruite
ad arte per ingannare
gli strumenti antitaccheggio:
l’interno, infatti,
era stato foderato
con dei fogli di alluminio.
L’allarme, però, è scattato
lo stesso. E i due, appena
sentite le sirene, se la sono
data a gambe lasciando
a terra la refurtiva.
Bastava salire sull’aereo e
rientrare in patria con la
refurtiva, e il colpo sarebbe
riuscito. Ma qualcosa
è andato male. E i tre russi
beccati nel maggio del
2010 con i bagagli pieni
di indumenti rubati sono
finiti nel mirino della legge
per furto.
Fra i maglioni, i cappotti
e gli slip trovati nelle valige
dei tre all’aeroporto di
Rimini, c’erano anche dei
capi rubati in due negozi
di San Marino: l’Angel’s
shop e l’Arca international.
Dove un membro del
trio, Nikolay Valerj Maslov,
era stato pizzicato
dalla gendarmeria e si era
beccato una denuncia a
piede libero.
Maslov, secondo la ricostruzione
fatta ieri,
si trovava nel negozio
di Rovereta assieme
ai suoi complici. A lui sarebbe
spettato il compito
di distrarre la commessa
mentre gli altri, Konstantin
Gennadity Kazarov e
Alexander Faizov, se la
svignavano con la merce
nascosta nelle borse costruite
ad arte per ingannare
gli strumenti antitaccheggio:
l’interno, infatti,
era stato foderato
con dei fogli di alluminio.
L’allarme, però, è scattato
lo stesso. E i due, appena
sentite le sirene, se la sono
data a gambe lasciando
a terra la refurtiva.
DI …