San Marino. Ugolini, Segretario Giustizia fornisce la sua ricostruzione

San Marino. Ugolini, Segretario Giustizia fornisce la sua ricostruzione

Redistribuzione notturna “denota una voglia bambinesca di vendetta verso un collega”

Il Segretario alla giustizia Ugolini fornisce la sua ricostruzione e lascia intendere che si tirerà dritto Michele Muratori: “Inquietante repulisti”

Il dibattito in Consiglio sulla giustizia è lo specchio di una maggioranza che vuole lei decidere chi è da condannare e chi no. Vuole decidere chi è il giudice da fare fuori e chi è quello da tenere. Una accozzaglia di interventi di una incompetenza unica, di chi probabilmente non ha mai assistito neppure ad un processo penale, che probabilmente non sa neppure se siano pubblici, che non ha visto neanche un’udienza del Mazzini, che parla per sentito dire e, la cosa più grave, nonostante questo si autoconcede il diritto di giudicare.

Il Segretario alla giustizia Massimo Andrea Ugolini parla con voce tremula, ma conferma la linea tenuta finora e la volontà di fatto la volontà di portare a compimento il “repulisti”.

Dalla maggioranza, salvo qualche eccezione e qualche distinguo, viene ripetuta la nelle preconsigliari dei partiti: illegittima la sfiducia alla Pierfelici; Buriani brutto e cattivo; brutti e cattivi i nove giudici che hanno fatto segnalazione a Strasburgo che agiscono contro il Paese; il parere di Baldassare è il Vangelo, ma solo nelle parti che supportano la retroattività mentre le altre non vengono neppure citate; illegittime, per decisione politica, le nomine dei giudici di appello e quella di un commissario della legge.

Bocche riempite di altisonanti concetti come rispetto della legge; citazioni di sentenze che non si conoscono; verità, purché sia quella che la maggioranza propala; . Tutto buono per avallare l’azione scellerata sulla giustizia su cui ha messo l’altolà il Commissario per i diritti umani. Anzi, c’è chi verso l’azione degli organismi internazionali chiede di fare fronte comune, quasi fossero degli “invasori” che vogliono imporre il rispetto dello Stato di diritto.

Il dibattito, dopo l’appello della Reggenza, si è aperto con l’ingarbugliato e a tratti incerto intervento del Segretario alla Giustizia, che ha lanciato alcune delle accuse.

Nella sostanza Massimo Andrea Ugolini, ha fornito la sua ricostruzione dei fatti.

E’ quindi partito dalla sfiducia all’allora dirigente Valeria Pierfelici, sostenendo il ritornello dell’illegittimità di quella decisione. Illegittimità, però, sancita per via politica. “Una misura con valenza sanzionatoria che non ha mai avuto fondamento legislativo”. In realtà non fu proprio una misura sanzionatoria, non incidendo sulla funzione magistratuale della ex dirigente. Comunque per Ugolini fu un “intollerabile tentativo di delegittimazione per cui la maggioranza dei giudici avrebbe provveduto a sfiduciare il proprio magistrato dirigente”.

Poi sostiene che la lettera al Consiglio d’Europa è di una parte della magistratura. Poi sostiene che “la nomina dell’ex dirigente Guzzetta avvenne in maniera irrituale. Si è reso noto al Consiglio d’Europa dell’impropria fissazione dell’incarico di Guzzetta”.

Poi parla dell’azione di sindacato verso il Commissario della legge Buriani e la sua sospensione, con la Commissione Affari di Giustizia che “alla luce di quanto ricevuto ha deliberato di appro- fondire le singole questioni e di incaricare uno dei tecnici per valutare con serietà e bilanciamento. Una decisione e un processo sofferto, ma risulta difficile la serie di segnalazioni pervenute alla Commissione per cui si rendeva necessaria una verifica da parte del Collegio Garante. Nonostante la procedura sia stata avviata dalla Commissione, la procedura di sindacato viene decisa dal Collegio garante della costituzionalità delle norme”, che tuttavia è stato interamente nominato dalla maggioranza.

“La radice delle ostilità non è la legge qualificata – sostiene Ugolini – La volontà politica è stata quella di porre fine alle incertez- ze legislative e alle illegittimità compiute negli ultimi anni che avevano portato a sfiducia nella magistratura e alterazioni della verità sui giornali. A seguito della seduta del 24 di luglio, il tribunale si trova ora in assenza di una figura dirigenziale. Il nuovo dirigente dovrà essere in grado di porre fine alle tensioni all’interno della magistratura”. Ugolini sostiene che la legge non è stata applicata con effetti retroattivi, e che ci sono ricorsi pendenti. E lascia intendere che verranno risolti anche questi con decisioni politiche.

Comunque Ugolini annuncia la priorità della nomina di un Dirigente e poi sul reclutamento dei magistrati “sarà mia premura – ha detto – cercare di capire se esiste la possibilità per i magistrati di Paesi a noi vicini di partecipare ai bandi. Avere un tribunale con magistrati che possono dedicare il loro tempo nel fare sentenze per i cittadini senza preoccuparsi di questioni non di loro competenza”.

Poi si sono susseguiti gli interventi. Tra questi Michele Muratori di Libera ha parlato di “inquietante repulisti che non ha avuto rispetto degli ordinamenti fondamentali di San Marino. Quello che dovrebbe essere il terzo potere dello Stato viene sempre di più aggredito dagli altri due poteri. Con la legge qualificata n.1 del 2020 e la relativa introduzione di norme retroattive, la forzatura normativa ha iniziato a incunearsi nel modus operandi di questo Governo e a caratterizzarne costantemente l’azione politica. L’errore più grossolano è quello di operare in maniera mai composta e mai condivisa nemmeno nelle componenti di maggioranza e mai tesa a trovare realmente una soluzione che mai come ora sarebbe necessaria. Si è perseguito solo quello che serve a qualcuno del Paese”.

Di seguito è inervenuto anche Iro Belluzzi di Npr che richiama il giuramento svolto dai consiglieri “e la fedeltà verso il Paese è il primo motivo che ci deve fare muovere in questa Aula – dice Belluzzi – Ci sono alcuni elementi che voglio ricordare e anche la modalità che mi ha portato a presentare le dimissioni. Io ho pensato di interpretare, agendo in quella maniera, ciò che era scritto nel nostro programma di Governo, cioè riforme strutturali che andassero ad investire gli organi legati alla giustizia, dotarci degli strumenti necessari e la separazione dei poteri. Erano quelli gli elementi che mi hanno portato ad assumere decisioni e posizioni affinché la Repubblica fosse inserita nei contesti in cui aveva deciso di muoversi. Altro elemento sono le vicende giudiziarie in cui mio malgrado sono stato coinvolto. Ho il sospetto che anche queste siano frutto di decisioni avvenute all’interno dell’organo a cui mi riferisco”, ha rilevato Belluzzi.

Carlotta Andruccioli di Domani Motus Liberi, ha dal canto suo ribadito la fiducia nella maggioranza, pur manifestando la sua posizione sull’autonomia della magistratura: “Da parte mia e del mio partito – ha detto – nessun ripensamento nel volere raggiungere gli obiettivi di rilancio del Paese. Ogni azione non è mai stata posta in essere con la volontà di screditare la maggioranza, ma ho sempre agito sulla spinta del buonsenso e con la volontà di tutelare la Repubblica. Si pone l’attenzione su alcuni principi cardine che sono stati ripresi e ribaditi da me e dal mio gruppo consigliare. Il primo punto riguarda il principio di au- tonomia della magistratura”.

Poi Giovanni Zonzini di Rete, sostiene che “chi comanda in questo Paese non sta in quest’Aula ma ai Tavolucci”, e sostiene la libertà della politica “dall’uno e dall’altro giudice”, afferma. Poi invoca la nomina di un dirigente esterno sostenendo che “nessuno all’interno del tribunale può essere una figura di garanzia. Mi sono vergognato – ha aggiunto – della redistribuzione degli incarichi del Tribunale decisa dalla Pierfelici nella notte del 24 luglio. Denota una voglia bambinesca di vendetta verso un collega”.

Matteo Ciacci di Libera sottolinea che “il Consiglio d’Europa ci dà un vero e proprio ultimatum, nonostante si sia voluto sminuire questi interventi. Cosa ci dirà il Greco? Che la situazione è assolutamente complicata e ci sarà l’ennesimo richiamo. Ci sarebbero da porre tanti interrogativi sulla delegazione che ha incontrato il Greco. Altra situazione da analizzare è il Consiglio Giudiziario plenario del 24 di luglio. Al netto di azioni che sono state intraprese anche dai gruppi consiliari. Le disposizioni notturne della dottoressa Pierfelici sono da valutare con grande preoccupazione. Invito ad una riflessione interna del gruppo politico Rete. Dimissioni Andruccioli, Tamagnini e Belluzzi: l’unica in silenzio è il Movimento Rete che presiede la Commissione Giustizia ed è nata per fare in modo che i processi vadano avanti. Dove siete finiti Rete? Siamo nati insieme per fare queste battaglie. Pensate di creare fiducia nella collettività se il Conto Mazzini si blocca? Segretario Ugolini, lei ha delle responsabilità enormi”, dice Ciacci.

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