Unione per la Repubblica si esprime sulle recenti vicende che hanno investito la politica sammarinese.
Ci sono dei momenti, per coloro che rivestono ruoli di carattere istituzionale, in cui è assolutamente doveroso assumersi fino in fondo le proprie responsabilità.
Questo è l’unico modo non solo per dimostrare l’insussistenza di condizioni privilegiate o di una garantita impunita ma anche per smontare l’impressione – avvertita peraltro da tanti cittadini – di vivere il proprio ruolo pubblico infischiandosene di tutto e di tutti.
Se fosse infatti confermato l’episodio, salito agli onori delle cronache locali in questi ultimi giorni, riguardante un membro del Consiglio Grande e Generale e – indirettamente – un membro del Congresso di Stato sarebbe difficile poterlo considerare come un fatto “tranquillamente” gestibile.
Ci sono in gioco dei valori, quali quelli della legalità e dell’etica pubblica, che non possono essere reputati alla stregua di una bandierina da sventolare a seconda delle convenienze.
Di fronte alla generalizzazione che un’opinione pubblica quanto mai inquieta e disorientata sta svolgendo rispetto all’intera classe politica, occorrono segnali forti ed incontrovertibili.
In questa legislatura abbiamo già assistito a responsabili passi indietro in seguito a situazioni che configgevano con la natura del ruolo politico istituzionale ricoperto.
Rispetto a questa ulteriore spiacevole situazione il possibile tentativo di piegare la questione dell’etica pubblica in favore di tatticismi politici, facendo “figli e figliastri” a seconda dei casi, corrisponderebbe ad una scelta assolutamente inaccettabile.
Se tutte le componenti politiche si riconoscono nel principio secondo cui la “legge e’ uguale per tutti” allora non sono ammesse titubanze.
Specialmente da parte di quelle forze di governo che, qualche anno fa dal ruolo di opposizione, hanno portato avanti legittime battaglie denunciando la deriva della questione morale nella politica.