San Marino. USL: “Nuova direttiva per scongiurare la disparità retributiva”

San Marino. USL: “Nuova direttiva per scongiurare la disparità retributiva”

“Nel giorno in cui ci apprestiamo a celebrare la giornata internazionale della donna è cruciale, oltre a tenere la guardia sempre alta sulle molestie e sulle violenze, evitare che passi sottotraccia la violenza strisciante che è data dalla disparità di retribuzione tra donne e uomini che svolgono di fatto la stessa mansione”.

Lo scrive l’Unione Sammarinese dei Lavoratori.

“Ben venga allora la direttiva europea 2023/970 ispirata ai principi di parità e trasparenza che ne rappresentano i punti cardine. Tale normativa, entrata in vigore nel giugno 2023, introduce specifici obblighi di trasparenza a favore dei lavoratori privati e pubblici, quindi a “(…) eliminare le ineguaglianze, nonché a promuovere la parità tra uomini e donne e a combattere le discriminazioni fondate sul sesso in tutte le sue politiche ed azioni”.

Nella vicina Italia – ha detto l’SG di USL Francesca Busignani – tale direttiva dovrà essere recepita con apposita legge entro il 7 giugno 2026, se San Marino qui si attivasse ancora prima sarebbe sicuramente una buona cosa. In Repubblica grazie ai contratti Erga Omnes non ci sono problematiche di retribuzione a parità d’inquadramento, tuttavia, restano ancora dei passi da compiere. Persistono ancora delle ingiustizie, delle violenze attuate attraverso l’inquadramento a livello inferiore delle donne e non solo per le stesse operatività, che non assicurano effettivamente la parità di retribuzione tra generi.”.

Aggiunge USL: “A ben vedere si tratta di una questione anche culturale visto che il grande rischio è che le misure restino lettera morta, non è un caso che la direttiva entrata in vigore lo scorso giugno vada a rafforzare il divieto di discriminazione già sancito dall’art.4 della precedente direttiva Ue del 5 luglio 2006. Ancora oggi i dati della UE parlano di un divario retributivo di genere del 13% vale a dire che per ogni euro guadagnato da un uomo, una donna ne riceve solo 0,87. La direttiva tra le altre cose fa specifico divieto al titolare di un’azienda, al momento dell’assunzione di un dipendente, di chiedere informazioni sulle precedenti retribuzioni. Bene celebrare a parole l’8 marzo, ancora meglio recepire tutti quei provvedimenti utili a rappresentare validi antidoti che possano scongiurare odiosi fenomeni come la disparità retributiva fra generi”.

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