San Marino. Usot: “Un nuovo lockdown sarebbe la fine per molte nostre attività”

San Marino. Usot: “Un nuovo lockdown sarebbe la fine per molte nostre attività”

“Quanto comunicato da Federalberghi non è stato né concordato né tantomeno condiviso con Usot”.

A dichiararlo sono il presidente e il resto del consiglio direttivo dell’Unione sammarinese operatori del turismo, che in una nota spiega di aver “fatto pervenire ieri a ogni segreteria di Stato le proprie considerazioni e indicazioni in merito al nuovo decreto legge a cui sta lavorando il governo e che dovrebbe essere emanato a breve”. 

“In Italia, e in generale in tutta Europa, si sta assistendo, da un paio di settimane a questa parte, a un costante aumento dei contagi giornalieri da Covid-19Riteniamo che le attività del settore turistico e commerciale, pesantemente provate da questi 8 mesi economicamente drammatici, non possano sopportare provvedimenti impattanti come quelli previsti dal Dcpm italiano entrato in vigore oggi. Da subito abbiamo evidenziato la conseguenza della emergenza sanitaria sarebbe stata una devastante crisi economica, soprattutto per gli operatori turistici e del commercio turistico”.

Riproporre pedissequamente nel nostro Paese quanto previsto ora in Italia, sostiene l’associazione di categoria, “decreterebbe la chiusura della maggior parte delle nostre attività con pesantissime ripercussioni anche in termini occupazionali“.

La vicina Italia “sta già predisponendo interventi a fondo perduto per quelle aziende che verranno ulteriormente colpite dalle pesanti misure restrittive messe in campo dal governo Conte”; di conseguenza Usot chiede al governo che “presti grande attenzione e sensibilità nella stesura del prossimo decreto legge affinché non vengano presi provvedimenti privi di buonsenso e che altri Paesi possono, forse, permettersi avendo previsto per il futuro e avendo già predisposto nei mesi scorsi sostanziali interventi economici a favore delle imprese colpite dalla crisi economica; provvedimenti che, purtroppo, non han trovato attuazione nel nostro Paese per la completa mancanza di disponibilità economiche”.

O arrivano a stretto giro ristori e incentivi o è la fine – avverte infine Usot -. Con tutto quel che significa: a cominciare dal rischio che la protesta sfoci in un grave tensione sociale“. 

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