Il presidente del Partito democratico cristiano sammarinese, Pasquale Valentini, replica alle dichiarazioni del consigliere di Libera, Giuseppe Maria Morganti, e del segretario del Partito dei socialisti e dei democratici, Gerardo Giovagnoli, sull’Accordo di associazione all’Unione europea per la Repubblica di San Marino.
Sul tavolo dell’Unione europea c’erano “nuovi accordi di natura esclusivamente commerciale ed economica o un eventuale accordo di associazione“, afferma il presidente del Partito democratico cristiano sammarinese, Pasquale Valentini, che poi aggiunge: “Alla fine, dopo un’attenta analisi, si è ritenuto che quest’ultima fosse la scelta più giusta da fare per portare avanti l’iter di integrazione europea in maniera sostenibile, rispettando le peculiarità e le esigenze particolari di San Marino, Monaco e Andorra”.
L’Accordo di associazione, “per ammissione della stessa Europa, è dunque l’unica strada davvero percorribile, ed è per questo motivo che si è optato per essa”.
Sempre Valentini si dice favorevole all’idea di “sposare con forza e con assoluta decisione la causa dell’Europa, mettendo da parte le incertezze e alcune titubanze che ci hanno accompagnato in questi anni, con uno scatto decisivo che porti a coronamento il lavoro cominciato nel 2015; l’Europa ha interesse ad accogliere la nostra Repubblica, e con essa Monaco e Andorra, in quanto si tratterebbe di dimostrare agli occhi del mondo la propria capacità di integrare e di aprirsi anche a piccole realtà come le nostre, in nome di quei valori, non solamente di natura economica, a cui si rifacevano i padri fondatori come Schuman, Adenauer e De Gasperi“.
“Se vogliamo davvero cogliere appieno i vantaggi che deriverebbero dalla conclusione proficua dei negoziati, allora è la nostra Repubblica a doversi far trovare pronta, mettendo in moto un processo di adeguamento e trasformazione che è assolutamente imprescindibile; è la nostra Pubblica amministrazione a doversi dotare di funzionari capaci di rapportarsi con l’Europa, tanto a San Marino quanto a Bruxelles; sono le nostre aziende private che devono mettersi al passo e avvicinarsi progressivamente a quelle che sono le norme e gli standard europei”, chiosa il presidente del partito di governo.
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