San Marino. Vitaliano Esposito, Giudice rimedi straordinari: “Mia dignità vilipesa …”

San Marino. Vitaliano Esposito, Giudice rimedi straordinari: “Mia dignità vilipesa …”

Giudice rimedi straordinari: “Mia dignità vilipesa da atto del governo”

Antonio Fabbri

L’inadeguatezza del segretario alla Giustizia, Massimo Andrea Ugolini, e le prevaricazioni arbitrarie dell’esecutivo travolgono anche il giudice per i rimedi straordinari, il professor Vitaliano Esposito, che, di fronte alle ingerenze sulla giustizia e alle decisioni prese al di fuori del diritto, ha preso carta e penna e ha scritto alla Reggenza e a tutti i membri del Consiglio giudiziario plenario. “È con animo dolente che mi rivolgo rispettosamente a Voi, Eccellentissimi Capitani Reggenti”, inizia il professor Esposito richiamando il principio della preminenza del diritto sull’arbitrio. “È proprio al principio della preminenza del diritto contro l’arbitrio – costituente il canone più geloso ed esclusivo della preziosa eredità del nostro Santo Fondatore – che io mi permetto di appellarmi, nel momento in cui quel buon governo, nei secoli laboriosamente, operosamente e faticosamente realizzato, mi appare squassato da venti impietosi ed impetuosi, che rischiano di eradicarne le nobili radici e di comprometterne le pur solide fondamenta”, afferma il giudice Esposito. Nella sostanza, nella sua lettera, il giudice per il rimedi straordinari fa presente l’arbitraria violazione della legge laddove il Congresso di Stato, in spregio al diritto vigente, ha prevaricato, esautorandolo, il Consiglio giudiziario plenario nelle sue prerogative, proprio nell’ambito della nomina del giudice per i rimedi straordinari. 

Che cosa è successo? E’ accaduto che giungendo a scadenza l’incarico del Giudice Esposito, questo incarico debba essere, se del caso, rinnovato oppure il giudice sostituito. Ma questo passaggio deve essere compiuto dall’organo che, come stabilito dalla legge, lo ha nomitato, cioè il Plenario. Il Congresso di Stato invece, di fatto esautorando il Consiglio Giudiziario Plenario, ha emesso dapprima un decreto di proroga dell’incarico a Vitaliano Esposito al 30 giugno e poi un’altro di proroga al 30 settembre.

Il problema, però, è duplice: da un lato la prevaricazione dell’Esecutivo sul potere giudiziario, perché non è al Congresso di Stato che spetta la nomina dei giudici o la loro proroga, men che meno quella del giudice per i rimedi straordinari.

Il secondo è il mancato rispetto della legge che prevede che il giudice per i rimedi straordinari resti in carica in “prorogatio” finché il Consiglio Giudiziario Plenario non decida il rinnovo dell’incarico o nomini un altro giudice. Funzione che è stata invece in un certo senso usurpata dal Governo con decreto e con, si vocifera, la predisposizione di un avviso di vacanza del ruolo. Tutti abusi che il professor Esposito, pur garbatamente, non esita a documentare nella sua lettera.

Scrive infatti il Giudice Esposito: “Il mio sentimento di crescente disagio si è acuito nel momento in cui, a partire dal mese di maggio scorso, ho appreso – da distorte vociferazioni e senza mai aver ricevuto alcuna comunicazione ufficiale o ufficiosa – che il mio mandato, che veniva a scadenza il mese di maggio, era stato prorogato dapprima al 30 giugno e poi al 30 settembre 2020. Ciò è avvenuto – come ho poi appreso ricercando personalmente le fonti normative – in virtù di disposizioni inserite in decreti legge regolanti settori diversi dell’Ordinamento ed allo stato, a mia conoscenza, non ancora ratificati. Il senso del rispetto della mia dignità – che mi aveva immediatamente indotto a pensare di dover predisporre una lettera di dimissioni – si era, però, stemperato nella benevola personale considerazione, che si potesse essere in presenza di una superfetazione normativa, dovuta ad erronee valutazioni ordinamentali, susseguenti ad erronee preoccupazioni di tutela della giurisdizione, dal momento che era notorio (o avrebbe dovuto essere notorio) che la scadenza del mandato poneva ope legis – così come era sempre pacificamente avvenuto – il Magistrato in un regime di prorogatio iuris. Tale regime invero tutelava, di per sé, la legittimità degli emanandi provvedimenti, sino alla data in cui il Consiglio Giudiziario avrebbe valutato l’attività di quel Magistrato, ai fini della eventuale conferma del suo mandato. Ricordo solo a me stesso che i Giudici per i rimedi straordinari sono nominati dal Consiglio Giudiziario (ex art, 2, secondo comma, della Legge Qualificata m. 145 del 2003, nel testo oggi vigente), sono nominati per la durata di cinque anni e possono essere rinnovati (ex art.4, primo comma; della predetta legge, nel testo oggi vigente) e tale disciplina è sempre stata puntualmente applicata dal Consiglio Giudiziario, appositamente convocato”. Poi aggiunge ancora: “Apprendo ora, ed ancora una volta sulla base di per me inaccettabili vociferazioni – che un avviso pubblico di vacanza per un posto di giudice per i rimedi straordinari con competenza penale, sarebbe già stato predisposto da parte della Segreteria di Stato per la Giustizia e sarebbe in via di imminente pubblicazione, comunque avviato ad un qualche iter istituzionale”.

Quindi aggiunge: “Ciò che non accetto – e non posso assolutamente accettare – è di risultare passivamente vittima di una violazione di quel principio della preminenza del diritto contro l’arbitrio, che proprio con le mie sentenze avevo contribuito a riaffermare, quale tratto caratterizzante l’Ordinamento di questa Serenissima Repubblica. Principio che viene prima, perché presupposto indefettibile di ogni democrazia, e quindi presupposto anche del principio dell’autonomia del potere giudiziario che potrebbe risultare ulteriormente leso. Alla luce di questo principio e della normativa vigente, godevo, invero, di una aspettativa legittima – giuridicamente tutelabile; se del caso anche a Strasburgo, come la Corte europea insegna – a che la mia attività formasse oggetto, di per sé sola, come tradizionalmente sempre avvenuto, di una valutazione da parte del Consiglio Giudiziario; valutazione che ben poteva risultare negativa nei miei confronti, ma che costituiva il corretto risultato di un procedimento previsto dalla legge e svoltosi nel rispetto della mia dignità, oggi vilipesa da un atto del Governo non previsto dalla legge e contrario al principio della Preminenza del diritto contro l’arbitrioPrincipio solennemente e con orgoglio riaffermato nel Preambolo della splendida Dichiarazione ed espresso dal fermo proposito di ripudiare ogni concezione totalitaria dello Stato”.

Parole pesanti che adombrano come determinati comportamenti si avvicinino più a un contegno totalitario che democratico. E nel concludere il professor Esposito cita anche Benedetto XVI in un suo discorso davanti al parlamento tedesco. Riporta quindi il “doloroso monito” del Papa emerito: “Noi tedeschi abbiamo già sperimentato come il separarsi del potere dal diritto – il porsi del potere contro il diritto, il suo calpestare il diritto – abbia minacciato il mondo intero, spingendolo sull’orlo del precipizio”.

Parole su cui il giudice Esposito invita di fatto anche i sammarinesi a meditare alla luce di quanto sta accadendo.

 

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