San Marino. Commercio di auto e riciclaggio, due condanne e confisca, Antonio Fabbri

San Marino. Commercio di auto e riciclaggio, due condanne e confisca, Antonio Fabbri

Commercio di auto e riciclaggio, due condanne e confisca

Antonio Fabbri

Si è chiuso ieri il processo a carico di Franco Falcioni, quarantenne sammarinese, e Marco Ferrarini, 67 anni di Pesaro. I due, secondo l’accusa, avevano messo in piedi un giro di fatture nell’ambito della vendita di auto attraverso una società sammarinese, allo scopo di occultare denaro frutto di reati tributari e contro il patrimonio posti in essere da Franco Falcioni anche distraendo fondi dalla Falcioni Auto Srl, società in fallimento dal gennaio 2014. Il denaro era stato occultato su un conto corrente presso Asset Banca. Il denaro proveniente da conti dello stesso Falcioni in parte aperti presso la Banca Commerciale Sammarinese e in parte presso la Banca di San Marino. Le somme trasferite a favore dei conti della Broker international car Srl, venivano in parte utilizzate per coprire uno scoperto di conto corrente e in parte per acquistare una partecipazione in altra società, la Effeauto.it Srl. Queste ultime operazioni disposte da Marco Ferrarini, ritenuto un prestanome. Movimentazioni, per l’accusa a scopo di occultamento, andate avanti fino al nel giugno 2016, data nella quale gli inquirenti hanno disposto il sequestro delle somme residue sui conti incriminati.

Questa la ricostruzione che ha sostanzialmente sostenuto il procuratore del fisco, Roberto Cesarini

La Procura fiscale ritiene che la responsabilità sia emersa chiaramente, a vario titolo, a carico dei due imputati”. Quindi le richieste per Falcioni il Pf ha quindi chiesto una condanna a 4 anni e mezzo di prigionia, la multa a 6.000 euro e l’interdizione per un anno e mezzo. Mentre per Ferrarini “il cui intervento è stato consapevole, dato che era a conoscenza dell’attività posta in essere da Falcioni, per operatività dello stesso e per il ruolo ricoperto come prestanome” il Pf ha chiesto la diminuzione di un grado della pena, chiedendo la condanna alla prigionia per 2 anni e 2 mesi, 400 euro multa, e l’interdizione per un anno. Chiesta poi la confisca della somma sequestrata pari a 43.243,03 euro più interessi e confisca per equivalente per equivalente.

Di diverso avviso l’avvocato Sabrina Lettoli, difensore di Falcioni. “Non risulta nessuna condanna, quanto al reato presupposto, a carico del mio assistito – ha detto l’avvocato – nessun illecito. Mancano le prove”. Per questo ha chiesto l’assoluzione perché le condotte non costituiscono reato, opponendosi alla confisca per equivalente e, in subordine, chiedendo la pena nel minimo.

Anche l’avvocato di Ferrarini, Lara Conti, dopo una ricostruzione dei fatti e dopo aver citato alcuni precedenti giurisprudenziali ha affermato. “Non si può presumere un dolo che non c’è sulla base del ‘non poteva non sapere’ o di un dolo eventuale o imprudenza o disattenzione, come citano alcune sentenze di questo tribunale. Pertanto, dopo questa disamina giurisprudenziale – ha concluso l’avvocato Conti – chiedo di assolvere il mio assistito per non avere commesso il fatto, oltre che per mancanza dell’elemento soggettivo del reato”.

Di diverso avviso, evidentemente, il giudice Roberto Battaglino che, pur diminuendo per entrambi la pena di un grado, ha ritenuto entrambi gli imputati colpevoli, condannando Franco Falcioni a 3 anni di prigionia, un anno e tre mesi di interdizione da pubblici uffici e diritti politici, 1000 euro di multa. Marco Ferrarini, invece, è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di prigionia, 300 euro di multa e un anno e un mese di interdizione. Il giudice non ha escluso la misura alternativa alla detenzione dell’affidamento ai servizi sociali. Condanna anche alla confisca delle somme sequestrate (oltre 43mila euro) e disposta la confisca per equivalente fino a 381mila euro nei confronti di Falcioni e fino a 15.680 euro per Ferrarini.

Possibile l’appello.

 

 

 

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