Sanità a San Marino, la maggioranza (senza Motus) se la prende con l’opposizione: “Fa spallucce e si defila”

Sanità a San Marino, la maggioranza (senza Motus) se la prende con l’opposizione: “Fa spallucce e si defila”

“L’opposizione, invece di accogliere la grande sfida che deve affrontare il nostro sistema sanitario, fa spallucce e si defila. Legittimo, ma per noi inaccettabile”.

Lo affermano il Partito democratico cristiano sammarinese, Noi per la Repubblica e Rete, constatando in un comunicato che “è un dato di fatto che la sanità, non solo sammarinese, si trovi di fronte a un periodo storico di grandi criticità”.

Durante l’audizione del comitato esecutivo dell’Istituto per la sicurezza sociale in Commissione Sanità, svoltasi giovedì scorso, “sia il segretario di Stato, sia i direttori dell’Iss, hanno rimarcato il lavoro realizzato e in corso d’opera per puntare al miglioramento progressivo sia delle attività del territorio, sia delle attività ospedaliere”.
Secondo le statistiche di settore, “nei prossimi 10 anni verranno a mancare circa 80.000 medici in Italia, di cui 34.000 solo tra i medici di base; per evitare che questa situazione crei ulteriori criticità a San Marino, è necessario creare condizioni in grado di attrarre nuovi medici, oltre a non perdere i medici già in ruolo. Gli investimenti tecnologici, la telemedicina (in fase di implementazione entro i primi mesi del 2023) e la strumentazione ospedaliera di ultima generazione (robot chirurgico, tomografia Spirale, anatomia patologica) sono indispensabili per non restare indietro, rimanere attrattivi (per medici e pazienti forensi) e fornire ai sammarinesi un servizio qualitativamente all’altezza poiché questa è la sfida in cui è impegnato il nostro Paese e che accomuna la sanità di tutti i Paesi europei”.

Pdcs, Rete e Npr, inoltre, ritengono che sia “estremamente grave quanto affermato in Commissione da alcuni consiglieri di opposizione, anche se poi smentito artatamente dai successivi comunicati dei propri gruppi di appartenenza, secondo i quali si dovrebbero ridurre le prestazioni erogate dall’Iss e mandare i pazienti negli ospedali dei territori limitrofi”.
Il ragionamento di questa parte di opposizione “è più o meno questo: siccome gli investimenti in sanità costano, ma senza di essi è inimmaginabile riuscire a tenere in piedi il nostro sistema sanitario universale, tanto vale non fare questi investimenti, chiudere i reparti e mandare in ospedali italiani i nostri assistiti”.
L’opposizione, “invece di lavorare per trovare soluzioni capaci di rendere economicamente sostenibile il mantenimento della nostra sanità, sembra voler abbandonare la nave prima di mettere in sicurezza i suoi utenti; salvo poi pubblicare il solito comunicato in cui dire che tutto va male e siamo allo sfacelo, non tenendo in debita considerazione il lavoro quotidiano svolto da medici, infermieri e professionisti della sanità puntando evidentemente a favorire le cliniche private in cui vorrebbero mandare i sammarinesi”.
E ancora: È forse questa la ragione per cui dopo un’intera giornata passata in Commissione, l’opposizione non ha presentato proposte formali e idee, con ordini del giorno o mandati da assegnare al comitato esecutivo Iss. Non ce ne stupiamo, del resto quando Libera ha avuto nel triennio 2017-2019 la delega alla sanità nulla ha fatto per risolvere le criticità già presenti, anzi le ha peggiorate”.

“Noi la vediamo diversamente, per questo con l’ordine del giorno approvato abbiamo dato il mandato al segretario di Stato e al comitato esecutivo di attuare in tempi celeri alcuni obiettivi ritenuti imprescindibili, con la consapevolezza che alcune problematiche debbano essere risolte nell’immediato. Ancora prima, a febbraio scorso è stato dato mandato al comitato esecutivo e al segretario di Stato di creare condizioni per attrarre professionisti e pazienti da oltre confine, anche tramite accordi con Università e Regioni, al fine di avere una sanità efficiente e rispondente alle esigenze della collettività”, dicono infine le forze politiche di governo.

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