Sciopero colorificio

Sciopero colorificio

Lavoratori in sciopero al Colorificio
SAN MARINO 10 MARZO 2011 – I lavoratori del Colorificio hanno incrociato le braccia per un’ora: “Ci sentiamo umiliati”. Continuano gli scioperi a scacchiera per protestare contro gli effetti della Finanziaria,  a partire dalla tassa ai frontalieri.  
Dopo lo stop di febbraio dei  lavoratori dell’azienda Mini Max, questa mattina è scattata la protesta al Colorificio sammarinese. Tutti i lavoratori,  frontalieri e sammarinesi, della storica azienda di Falciano hanno scioperato dalla 10.30 alle 11.30 per rimarcare  il forte disagio del mondo del lavoro dipendente provato dalla doppia crisi, economica e diplomatica, che ha colpito la Repubblica.  
Crisi che sta provocando riduzione del reddito, perdita dei posti di lavoro, mancati rinnovi contrattuali e aumenti delle imposte dirette e indirette.
La scintilla che ha acceso la protesta al Colorificio  è stato il pesante taglio degli stipendi dei lavoratori frontalieri per effetto della supertassa.
“Ci sentiamo umiliati come lavoratori e discriminati come uomini”, recita un comunicato del consiglio di fabbrica sottoscritto da tutti i dipendenti. “In nessun paese europeo e civile esiste una disparità di paga tra operai della stessa azienda a prescindere dalla nazionalità. Ci sentiamo colpiti nell’orgoglio e quindi riteniamo opportuno, per difendere la nostra dignità, manifestare il nostro dissenso durante l’orario di lavoro”.
Una protesta, specificano i dipendenti del Colorificio, “non contro l’azienda, ma contro scelte politiche che penalizzano i lavoratori, tentano di creare spaccature nelle fabbriche e danneggiano l’economia sana della Repubblica”.
“Ci dispiace – termina il comunicato –  creare disagi per la nostra astensione dal lavoro e, nello stesso tempo,  ringraziamo per la solidarietà dei lavoratori sammarinesi che hanno partecipato a questo sciopero. Chiediamo di cancellare le misure assurde di una finanziaria che colpisce migliaia di lavoratori che hanno contribuito a far crescere economicamente questo Paese”.  

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