La Free tax zone che il Ministro italiano della Economia sta portando avanti con un proprio decreto già in corso di emanazione, la si poteva costruire con un accordo fra Italia e San Marino alla luce del sole ed a vantaggio dell’intera Italia.
Questo era in fondo il vero obiettivo che lo Studio Ambrosetti aveva cercato invano di additare ad entrambi i Paesi, con le varie edizioni dei San Marino Forum.
Perfino la Svizzera a un certo punto si è preoccupata di detto progetto ed ha messo le mani avanti, temendo che l’Italia davvero si proponesse di accoglierlo.
Tremonti, evidentemente, non si è fidato – c’è da dargli torto? – di una classe dirigente, quale quella sammarinese, che si è messa a costruire la piazza finanziaria – l’anno 2007 docet – con la mentalità e la cultura dei sensali di pecore presenti, un tempo, sul campo della fiera di Borgo.
Una classe dirigente che si fa dire da una persona ai vertici di un ‘soggetto autorizzato’ (da Banca Centrale) che questo è un Paese
per furbi e vietato agli onesti.
Una classe dirigente, quella sammarinese, gretta e cialtrona, incapace ancora di liberarsi di quel sottobosco politico affaristico che sta affondando l’intero Paese.
Leggi l’articolo di Rossella Vega, Corriere della Sera
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