Sicurezza, San Marino. Riccio minacciò Zechini, opposizione: via subito. Agenzia Dire

Sicurezza, San Marino. Riccio minacciò Zechini, opposizione: via subito. Agenzia Dire

Conferenza stampa dei partiti di opposizione

 

Dopo mesi di punti interrogativi la querelle Riccio-Zechini ha finalmente un punto fermo: “Le minacce sono avvenute realmente” e sono “particolarmente pesanti”. Per cui ora il congresso di Stato, cui e’ stata demandata la decisone finale, ha un’unica strada percorribile: “Risolvere il contratto”

 con il coordinatore delle forze di polizia Sabato Riccio.
 Altrimenti l’opposizione e’ pronta a usare tutti i mezzi per raggiungere l’obiettivo, compresa la richiesta di dimissioni degli esponenti di governo coinvolti.
 Risale al 13 luglio scorso la presentazione da parte dei partiti di minoranza di un ordine del giorno per fare luce sulle presunte minacce da parte del coordinatore delle forze di polizia, Sabato Riccio, al comandante della Gendarmeria, Achille Zechini. E ieri, in una commissione Affari esteri a porte chiuse, e’ stata consegnata, letta e ritirata, la relazione della commissione d’indagine nominata ad hoc.
    Che toglie ogni dubbio, denunciano oggi gli esponenti di opposizione in una conferenza stampa congiunta, sulle “minacce particolarmente pesanti” di Riccio verso Zechini e verso il comandante dell’Interpol, Maurizio Faraone. Tanto pesanti che farebbero indignare qualsiasi sammarinese. “Il congresso di Stato si e’ da sempre opposto a fare luce sulla vicenda”, stigmatizza il consigliere del Partito dei socialisti e dei democratici, Fiorenzo Stolfi, ma ora e’ “evidente- aggiunge- che le minacce ci sono state” e hanno impressionato i commissari di entrambi gli schieramenti. Silenzio assoluto e sbigottimento, infatti, al termine della lettura della relazione, racconta l’opposizione, sottolineando di avere dato la propria disponibilita’ a un ordine del giorno che non esponesse le istituzioni coinvolte ai riflettori dei media, in cambio della garanzia del licenziamento di Riccio.
    Dall’esecutivo e da qualche esponente di Alleanza popolare sono arrivate pero’ delle “interferenze”, mentre la minoranza presentava due odg, uno di sostegno a Zechini e uno per risolvere la questione direttamente in commissione. “La maggioranza ha pero’ scelto un giro piu’ lungo”, prosegue Stolfi, convergendo sull’insostenibilita’ della posizione di Riccio, ma dando mandato al governo per atti ulteriori.
    Fatto sta che le minacce, ribadisce Stolfi, “riportate tra virgolette nella relazione, sono fuori dal contesto sammarinese”
 e che “la presenza di Riccio e’ incompatibile con il suo incarico”. Del tutto diversa, invece, la posizione di Zechini. E infatti la commissione d’indagine non condivide l’operato del congresso di Stato che ha mandato nei mesi scorsi una lettera di biasimo a entrambi. Ora, afferma Stolfi, per l’esecutivo c’e’ un solo atto da fare: “Risolvere il contratto con Riccio e noi vigileremo affinche’ si faccia cio’ che anche la maggioranza chiede”. Anche perche’, aggiunge, non si capisce “come sia stato possibile portare una persona di questo genere a San Marino”.   “C’e’ in ballo l’onorabilita’ delle istituzioni”, gli fa eco Giovanni Lonfernini dei Democratici di centro, anche se il 31 maggio scorso il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, “sempre incline alla facile ricerca di gaffe, bollo’ la vicenda come uno screzio noto a tutti. Un conto sono gli screzi, un conto minacce che arrivano da un alto esponente dello Stato”. Insomma, “la vicenda non e’ chiusa e faremo pressioni affinche’ il governo faccia l’unica scelta possibile”.     Se la prende con la maggioranza il consigliere Enzo Colombini di Sinistra unita: ieri, in commissione, ha tenuto un “atteggiamento pilatesco”, demandando la decisione finale al congresso forse per non sconfessare decisioni precedenti. Ma ora e’ fondamentale “tutelare la credibilita’ delle istituzioni”.
 Dunque, tira le fila Alessandro Mancini del Partito socialista riformista sammarinese, la minoranza resta preoccupata, memore del “tentativo di insabbiamento messo in atto dal governo”. Le minacce, conclude, sono “molto gravi e ora vigileremo perche’ sia data continuita’ all’odg, debole, approvato”.  

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy