Sono stati gli alleati a volere i giochi

Sono stati gli alleati a volere i giochi

“Un articolo di Gabriele Gattei, pubblicato dalla stampa locale qualche giorno fa, ha riportato alcuni stralci di un mio intervento consiliare del 27 ottobre 2005 in cui mi esprimevo contro il gioco d’azzardo e il casinò strisciante del Kursaal. L’intervento è stato riproposto per sottolineare la mia personale incoerenza (e quella di Ap) rispetto alla situazione attuale, risultato di un accordo politico di cui il mio movimento è partecipe.
Vorrei precisare che non ho mai rinnegato alcuna delle affermazioni fatte durante cinque anni di battaglie contro la Giochi San Marino ed i governi che la proteggevano. In questa legislatura, da quando Ap fa parte della maggioranza, non ho sostenuto in nessuna occasione che i giochi della sorte non sono giochi d’azzardo. Ricordo, ad esempio, che l’estate scorsa, in un dibattito alla Festa dell’Amicizia, ho riconosciuto – esattamente come avevo fatto in passato – che il problema del gioco d’azzardo esiste. Dov’è allora l’incoerenza?
Ciò che si fa finta di non capire è che l’accordo di governo sui giochi è frutto di un compromesso. Fosse stato per Ap, i giochi sarebbero scomparsi dal nostro Paese. Siccome altri non erano di questo parere, ci siamo adoperati perché lo Stato riacquisisse almeno la titolarità, il controllo, la gestione del settore e delle attività ad esso legate. Credo che qualche beneficio non trascurabile sia stato ottenuto in termini di trasparenza e che siano stati compiuti passi in avanti rispetto alla situazione di monopolio privato vigente in precedenza.
Sul risultato finale del compromesso, che ha visto un aumento del numero delle sale da gioco, non ho mai esultato. Anzi. Ma le condizioni politiche non hanno consentito di meglio. Controlli e gestione pubblica – prima del tutto assenti – rappresentano una nostra conquista pagata, in sede di accordo di maggioranza, con l’aumento del numero delle sale. Se personalmente nutro avversione per un genere di attività che produce utili colossali facendo leva sulle debolezze umane, come rappresentante di partito mi sono impegnato per un accordo che privilegiasse almeno gli interessi dello Stato.
Quanto alla presunta violazione della convenzione con l’Italia del 1953, ritengo che con le sopraggiunte modifiche della legislazione italiana in materia, le possibilità di un contenzioso non siano realistiche. E’ il mio personale parere.
Dunque, insieme ad Ap, credo di non aver fatto o detto nulla di cui vergognarmi.
Vorrei dire a Gattei che prima delle prediche agli altri dovrebbe guardare con più attenzione in casa propria. Io non ho mai compiuto pellegrinaggi a Venezia alla ricerca di collaborazioni per mettere in piedi il casinò e nemmeno a Baden, la meta preferita dai firmatari della Convenzione del 2001, oggi alleati di Noi Sammarinesi; ed ho sostenuto, insieme al mio partito, una dura battaglia per impedire la realizzazione del più grande casinò strisciante nel silenzio dell’opposizione a cominciare da quello di Noi Sammarinesi. Mi piacerebbe sapere perché.
Infine, quando si denuncia che il problema è il gioco d’azzardo e le patologie da dipendenza che genera – preoccupazione legittima e condivisibile (sorprende semmai che qualcuno se ne sia accorto solo da un anno) – continuo a chiedermi perché i vari Arzilli, Valentini, Gattei e soci non promuovono un referendum per abolire i giochi. Di chiacchiere ne fanno molte, di accuse ad Ap ancora di più ma non provano neanche un po’ a rimuovere in modo definitivo ciò che spesso hanno definito un male e una vergogna per il nostro Paese. Alla domanda “perché non un referendum?” non hanno mai risposto.
All’intelligenza dei cittadini e dei lettori, come scrive Gattei, l’interpretazione di questo comportamento.”

Mario Venturini
Alleanza Popolare – Comunicato Stampa

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