Sostegno alla genitorialità

Sostegno alla genitorialità

San Marino, 26 marzo 2019

In riferimento al dibattito in corso in questi giorni, riguardo al “Progetto di Legge di iniziativa popolare a sostegno della genitorialità e dei figli nascituri”, la Comunità Papa Giovanni XXIII desidera portare la propria esperienza sull’importanza del sostegno alla maternità soprattutto in situazioni di difficoltà, sostenendo con forza questo progetto di legge proposto insieme al coordinamento delle associazioni laicali diocesane di cui come Comunità facciamo parte.
All’interno della nostra Comunità da più di 20 anni è attivo il servizio “Famiglia e Vita” con la finalità di promuovere la tutela della vita umana fin dal suo inizio e ad accompagnare concretamente donne e coppie che si trovano ad affrontare una maternità indesiderata o in situazioni problematiche.
Sono più di 6.000 le donne incinta incontrate, molte delle quali già con l’appuntamento per abortire. Due donne su tre quando hanno avuto l’opportunità di essere ascoltate nelle loro paure e sostenute concretamente per trovare risposte efficaci ai loro problemi, hanno scelto di far nascere il proprio bambino. Le mamme che si rivolgono a noi sono in genere nelle prime settimane di gravidanza proprio nel momento più delicato, in cui è molto comune vivere sentimenti contrastanti, avere paure e sentirsi inadeguate. Il loro bisogno primario è incontrare qualcuno che le ascolti col cuore e che le faccia ritrovare fiducia in se stesse, per affrontare insieme gli ostacoli che rendono difficile accettare di far nascere un figlio inaspettato. Diverse possono essere le problematiche: problemi in famiglia, abbandono del partner, fragilità, altri figli, precarietà economica, lavoro a rischio, problematiche del bambino; ma il vero problema, comune a tante, è l’essere sola nell’affrontare la realtà e la mancanza di incoraggiamento intorno a lei. “Non posso farcela!” è la prima cosa che spesso ci sentiamo dire con tanta rabbia e fra la lacrime, “vorrei tenere il bambino ma non posso”, ci dicono altre donne che molte volte subiscono pressioni e ricatti dal marito o dal compagno e se minorenni, dai genitori. Ancora “quando i miei genitori hanno saputo che ero incinta mi hanno posto questa condizione: o vai ad abortire o vai via di casa!”.
Don Oreste Benzi fondatore della nostra Comunità, ci diceva che: “il grado di civiltà di una società si misura dalla cura della vita nei momenti di maggiore fragilità”, questo ci stimola a operare per trovare soluzioni ai diversi problemi e risorse da offrire: mediazione nei conflitti familiari, sostegno nella relazione di coppia, ricerca di un’abitazione, consulenze legali e psicologiche, sostegno di gravidanze che presentano malformazioni del bambino, collaborazione nell’accudimento dei figli, in caso di emergenze economiche attiviamo dei contributi mensili, creazione di reti d’aiuto che possono sostenere la donna o la famiglia in difficoltà offrendo una relazione vera su cui poter fare affidamento in ogni circostanza. A volte è necessaria l’accoglienza delle mamme nelle nostre Case Famiglie e famiglie accoglienti fino al raggiungimento di una propria autonomia.
Inoltre incontriamo tante donne che ci chiedono aiuto per affrontare disturbi psicologici conseguenti ad un aborto procurato, numerose sono le testimonianze che documentano queste esperienze traumatiche. Sosteniamo, come diceva Don Oreste che nell’aborto due sono le vittime: il bambino e la mamma che subisce una ferita che sanguinerà per tutta la vita. Per questo il nostro impegno quotidiano è rivolto a prendersi cura di entrambi i soggetti.

Comunità Papa Giovanni XXIII

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