Suicida il ‘re’ degli scudi fiscali, e’ giallo. Il SecoloXIX, Genova

Suicida il ‘re’ degli scudi fiscali, e’ giallo. Il SecoloXIX, Genova

Genova – Nel 2010 la Banca d’Italia accese un faro su una delle sue società, la Compagnia fiduciaria Genova (Cfg), una piccola fiduciaria con base sotto la Lanterna entrata nella top ten delle casseforti che custodivano i patrimoni “scudati” provenienti da San Marino.
Per gli addetti ai lavori era un nome noto quello di Giovanni Paganini Marana, 54 anni, originario di Chiavari, già vicepresidente di Assofiduciaria ed esperto in temi di finanza, specie nel rientro dei capitali frutto di sospetta evasione. La sua morte, avvenuta venerdì scorso, rimane ancora avvolta nel mistero. L’uomo si è gettato dalla finestra del suo ufficio romano senza lasciare un biglietto. Il caso, di cui si sta occupando il commissariato di polizia di Prati, è stato rubricato in fretta come un gesto inspiegabile.
L’altro ieri nella capitale in forma molto discreta è stato celebrato l’ultimo saluto, cui ha partecipato una piccola folla composta da familiari e colleghi che con lui avevano attraversato una fetta di carriera. Fra gli amici, che nei giorni scorsi hanno espresso il proprio cordoglio alla famiglia, prevale lo choc, per una tragedia arrivata apparentemente senza avvisaglie.
La ricostruzione del dramma è necessariamente sommaria. Giovanni Paganini Marana, venerdì, è nel suo ufficio romano di via Nicotera. Spesso il centro delle sue attività di consulenza è nella capitale, anche se il ruolo in alcune società liguri lo porta sovente a Genova. Nel pomeriggio, secondo quanto riferito da alcune fonti a lui vicino, l’uomo ha un lungo confronto con un importante cliente. Mezz’ora dopo, senza alcun preavviso, apre la finestra della stanza e si getta nel vuoto. Sul posto interviene il personale del 118.
Vengono effettuati alcuni tentativi di rianimazione ma ben presto diventa chiaro che per lui non c’è più niente da fare. Sul caso avviano una breve indagine la polizia. Ci sono pochi dubbi sulla volontarietà del gesto. Restano molti interrogativi sulle ragioni. Il finanziere non ha lasciato messaggi. Di recente, fanno sapere gli inquirenti, aveva affrontato una separazione, anche se nella cerchia di conoscenze più intime l’ipotesi sentimentale non è la prevalente.
Paganini Marana rivestiva ruoli in una decina di realtà finanziarie e industriali. Per la società di intermediazione immobiliare Abbacus Sim Spa, di cui era vicepresidente del consiglio d’amministrazione, gestiva un portafoglio d’investimenti importante. Anche se il suo mandato sembrava esser giunto al capolinea, un altro elemento al vaglio degli investigatori.
A Genova era presidente della fiduciaria Cfg e consigliere della holding Ingefin spa, tutte società sede in via XX settembre 33. Era un esperto di paradisi fiscali, sul cui funzionamento aveva tenuto una serie di seminari. Sempre in tema di finanza era stato anche consulente del Parlamento. Nel 2010 proprio l’attività della Cfg aveva destato l’attenzione della struttura antiriciclaggio della Banca d’Italia.
La fiduciaria genovese figurava nell’elenco di una serie di piccole compagnie che avevano in consegna la regolarizzazione di 4,5 miliardi di “nero” tramite San Marino. La compagnia genovese era la cassaforte d’un tesoretto del valore di 193 milioni di euro: «Avevamo un accordo con la Cassa di risparmio di Rimini», aveva spiegato allora Giovanni Paganini Marana al Corriere della Sera. Dall’ufficio di via XX Settembre ieri è arrivato solo il commento di un’impiegata, che ha spiegato di non poter rilasciare dichiarazioni in assenza di un responsabile: «Siamo tutti molto sconvolti. Questa vicenda è stato uno choc per tutti».

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