Sulla Banca del Titano, conclusione.

Sulla Banca del Titano, conclusione.

Alleanza Popolare sulla vicenda dell’istituto di credito commissariato nel gennaio del 2006: “In passato abbiamo definito la vicenda della Banca del Titano uno scandalo di regime, nato da una vera e propria tangente di Stato utilizzata per ripianare l’acquisto – effettuato nel 1995 in violazione di legge ed all’oscuro del Consiglio Grande e Generale – di Nuova Rete, una emittente televisiva bolognese in condizioni di dissesto.


Si è trattato di una distrazione di vari miliardi di lire per fini impropri, camuffata in maniera approssimativa, con evidenti responsabilità politiche e la tolleranza di alcuni organi ed uffici dello Stato.

Di fronte al dissesto della Banca, abbiamo poi contestato la decisione, a nostro avviso inopportuna e pericolosa, di concedere un’apertura di credito di diversi milioni di euro garantita dallo Stato.

La scelta dell’attuale Governo, al termine improrogabile dell’amministrazione straordinaria della Banca ed al fine di consentirne la vendita, di porre a carico del bilancio pubblico in modo del tutto trasparente la somma di 10,5 milioni di euro e di riconoscere alla stessa Banca un credito di imposta sul reddito di 3,5 milioni di euro, è UN ATTO DOVUTO, conseguente all’impegno assunto dal precedente Governo con le delibere del 27 e 28 marzo 2006. In caso contrario la Banca avrebbe dovuto essere posta in liquidazione ma, soprattutto, lo Stato avrebbe dovuto come minimo fare fronte ad un debito di 22 milioni di euro.


I nuovi proprietari della Banca del Titano, che sono stati selezionati da Banca Centrale e risultano avere i requisiti di affidabilità e professionalità che era giusto pretendere, effettueranno infatti un intervento finanziario di euro 15.800.000, di cui 7.800.000 per ricostituzione del capitale sociale e 8.000.000 a parziale copertura del disavanzo. E’ più ragionevole spendere 10,5 milioni di euro e rinunciare a possibili imposte per 3,5 milioni, che comunque non avremmo incassato, o chiudere la Banca – con le inevitabili ripercussioni sull’intero sistema – e pagare 22 milioni?

La conclusione di questa oscura vicenda conferma la validità delle valutazioni e delle denunce compiute nel tempo da Alleanza Popolare mentre altri, che ora alzano la voce, sono rimasti silenziosi o hanno addirittura invocato l’intervento dello Stato senza preoccuparsi delle conseguenze.


Quanto agli appelli a “non gettare nella voragine finanziaria della Banca del Titano i soldi pubblici”, qualcuno non ha capito che i soldi pubblici sono già stati versati, dopo le delibere del marzo 2006, nelle casse della banca in dissesto. E’ intervenuta in questa operazione Banca Centrale con la garanzia del Governo straordinario. L’attuale Esecutivo non ha fatto altro che cercare di recuperare parte del denaro impegnato attraverso la vendita della banca.


Ciò a cui i cittadini non possono rinunciare è una doverosa azione del Governo tesa al recupero del denaro pubblico utilizzato e la ricerca delle responsabilità, civili e penali, di tutti coloro che – a qualsiasi titolo – sono stati coinvolti in questa storia. Sarà dunque la Magistratura ad occuparsi di questa vicenda con risposte – si spera – chiare e sollecite.”

Alleanza Popolare – Comunicato Stampa

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