S.Marino-Italia, confronto Masi (Ap)-Mazzuca (Pdl)
“Indispensabile l’accordo di cooperazione tra i due Paesi”
BOLOGNA – L’accordo di cooperazione tra Italia e San Marino è indispensabile, anche per risolvere i problemi dei lavoratori frontalieri, nonché per fare chiarezza sui rapporti tra i sistemi bancari dei due Paesi, adeguando pure i contenuti degli accordi valutari. Su questo concordano il sammarinese Tito Masi, segretario di Stato uscente all’Industria ed esponente di punta di Alleanza popolare, candidato alle elezioni del 9 novembre con il “Patto per San Marino”, e il deputato italiano Giancarlo Mazzuca, del Popolo della Libertà.
In una intervista doppia, Masi e Mazzuca si dicono d’accordo anche sul Parco scientifico-tecnologico italo-sammarinese, progetto allo studio dell’Università del Titano e in collaborazione con le Province di Rimini e Pesaro: un “esempio di come i due Stati possano collaborare per produrre nuova ricchezza a vantaggio di entrambi”, sottolinea il leader di Ap.
Ed entrambi dicono no al Casinò a San Marino: meglio puntare, suggerisce Mazzuca, ad una stretta collaborazione turistica tra la piccola Repubblica e i Comuni confinanti.
Accordo di Cooperazione con l’Italia entro un anno. Lo chiede, nel suo “Progetto per lo sviluppo del sistema Paese”, l’Anis, Associazione dell’Industria sammarinese. L’urgenza è dettata dalla necessità di colmare vuoti normativi e risolvere le “incomprensioni” fiscali tra i due Paesi: come le accuse di esterovestizione scagliate contro importanti aziende sammarinesi (imprenditori italiani che hanno sede fiscale sul Titano ma produzione e commercio prevalentemente in Italia) e i conseguenti controlli della Guardia di Finanza su numerose imprese che detengono sedi e rapporti oltre confine. Di siglare l’accordo si parla da anni, senza alcun esito. Per il nuovo governo, sarà possibile rispettare questi termini e in che modo? Cosa chiede San Marino? Cosa chiede l’Italia?
MASI: L’accordo di cooperazione con l’Italia è indispensabile per il nostro Paese e rappresenta una priorità del Patto per San Marino. E’ altrettanto importante che venga ratificato e reso esecutivo l’accordo contro le doppie imposizioni ma ciò che è fondamentale, per quanto riguarda le nostre imprese e la normalizzazione dei rapporti con l’Italia, è raggiungere un’intesa sulla collaborazione amministrativa tra i due Paesi, tenere fede agli impegni assunti e stroncare, attraverso controlli efficaci, le operazioni illecite condotte da società che non lasciano nulla a San Marino e compromettono l’immagine dell’intera Repubblica. Solo così potremo recuperare la credibilità che abbiamo perduto.
MAZZUCA: San Marino ha vissuto anni di continua instabilità di governo. Ciò ha inciso inevitabilmente nelle relazioni italo-sammarinesi; oggi quello che servirebbe è un governo stabile, rappresentato da interlocutori seri, capaci e preparati per proseguire un dialogo ed un confronto nella trasparenza e lealtà dei rapporti e sulla base di reciproci vantaggi nel nome della storica amicizia e stima che esiste fra i nostri due Stati.
Tra i progetti portati avanti insieme da Italia e San Marino, c’è anche quello del parco tecnologico (una zona industriale e scientifica da costruire assieme alle Province di Rimini e Pesaro), che vede coinvolta anche l’Università del Titano. Recentemente il rettore Petroni ha ribadito l’importanza di questa idea, anche dal punto di vista economico, auspicandosi di vederla realizzata entro un paio d’anni. A che punto è il progetto del parco? E quali potenzialità ulteriori potrebbe offrire all’economia sammarinese e a quella italiana?
MASI: La realizzazione di un parco scientifico-tecnologico italo-sammarinese rappresenta il tipico esempio di come i due Stati possano collaborare per produrre nuova ricchezza a vantaggio di entrambi. San Marino ha risorse territoriali esigue e pertanto la possibilità di utilizzare in parte il territorio italiano è senza dubbio una grande occasione; la nostra presenza costituisce, invece, un vantaggio dal punto di vista fiscale, burocratico e normativo. Questa nuova realtà avvicinerà il mondo dell’Università a quello dell’impresa, aumenterà la competitività del sistema, attraverso le attività di ricerca e l’insediamento di nuove imprese ad alta tecnologia, e porterà nuovo sviluppo alla Repubblica ed alle zone limitrofe. La nostra Università è da tempo impegnata insieme al Governo per la riuscita dell’iniziativa. Gli studi preliminari sono stati compiuti e si può ora passare dalle parole ai fatti.
MAZZUCA: Il Parco Tecnologico, in accordo fra la Provincia di Rimini e Pesaro, rientra nella possibilità di creare progetti e prospettive a vantaggio dei nostri Paesi. Seppur non segua personalmente tale iniziativa, la reputo un’ottima occasione di crescita per un paese come San Marino che potrebbe avere grosse potenzialità nel campo della Tecnologia e della ricerca, ma anche una grande opportunità per i Comuni italiani che avrebbero la possibilità di sfruttare le agevolazioni sammarinesi per potenziare tale settore e ricavarne benefici economici.
Rimaniamo ai rapporti con l’Italia: l’accordo di cooperazione è essenziale anche dal punto di vista fiscale. Tra l’altro, in Italia è appena nata un’associazione parlamentare bipartisan a difesa dei diritti dei lavoratori frontalieri, che soffrono di una doppia tassazione sui loro stipendi. Come credete vada affrontata questa delicata questione?
MAZZUCA: Esistono già accordi contro le doppie imposizioni siglati dall’Italia e da altri Stati.
Non resta che definire urgentemente l’accordo di cooperazione fra Italia e San Marino per risolvere anche questa emergenza di migliaia di frontalieri che ogni giorno si recano a San Marino per svolgere il proprio lavoro.
MASI: I lavoratori frontalieri rappresentano una risorsa per lo Stato sammarinese ed è fondamentale risolvere gli aspetti che attualmente sono in sospeso con lo Stato italiano. Le rispettive delegazioni si sono più volte incontrate al fine di predisporre una bozza di accordo ed una soluzione è a portata di mano. Il trattamento fiscale che l’Italia applica ai lavoratori frontalieri si ripercuote negativamente sugli stessi lavoratori e sulla possibilità delle nostre aziende di reperire manodopera e risorse qualificate. Mi auguro che finalmente emergano le condizioni e le disponibilità necessarie per concludere l’accordo.
Sempre sul tema fisco, a fine mese si riunisce a Roma la Commissione mista che dovrebbe fare chiarezza sul sistema bancario sammarinese e sui suoi rapporti con l’estero. Un tema è quello dell’obbligo di dichiarare il trasporto di contante sopra i 10 mila euro dall’Italia a San Marino. Quali le altre tematiche da chiarire?
MAZZUCA: Credo che si debba partire dal presupposto che Italia e San Marino sono due Stati indipendenti e sovrani. Su questa base di pari dignità è opportuno ricucire un rapporto di stretta collaborazione in tema di Finanza e di collaborazione pronta ed immediata sulle tematiche relative al sistema Bancario Sammarinese. Molte situazioni sono cambiate nel campo finanziario negli ultimi anni ed anche in fretta. Basta pensare all’Europa, all’introduzione dell’Euro, agli effetti conseguenti alla tragedia dell’11 settembre, ma l’accordo valutario fra i nostri Stati è rimasto fermo, mi sembra, al 1991.
Oggi bisogna attivarsi affinché in maniera attenta e concreta vengano adeguati i contenuti degli accordi valutari alle reali e contingenti necessità. Ho letto che San Marino si è dotata da poco di una legge anti-riciclaggio ed ha istituito da qualche anno una Banca Centrale. Sono interventi e strumenti utili in grado di favorire la convivenza fra il sistema bancario e finanziario sammarinese e quello italiano ed estero, nel rispetto sempre, come dicevo prima, della sovranità di entrambi gli Stati.
MASI: Il sistema bancario e finanziario sammarinese è oggi una risorsa fondamentale della nostra economia che va tutelata e sviluppata, ma anche consolidata e sottoposta ad una attenta vigilanza, per accrescerne le potenzialità e garantirle piena e riconosciuta operatività al di fuori dei nostri confini. L’incontro della Commissione Mista servirà per fare chiarezza e superare auspicabilmente, con il rispetto degli accordi in essere, le situazioni di criticità insorte. E’ certo che le vicende di Asset Banca e le indebite pressioni esercitate su alcuni magistrati dal Segretario di Stato per gli Affari Esteri hanno arrecato non pochi danni all’intero sistema ed ai rapporti con l’Italia.
La crisi del mondo imprenditoriale è un male comune per Italia e San Marino dove, malgrado il benessere diffuso, da tempo sono diverse le aziende, anche importanti, che hanno chiuso battenti per trasferirsi altrove. Tante altre hanno attivato la mobilità per i propri dipendenti. Per uscirne, la strada da seguire è aumentare la concorrenza tra le aziende dei due Paesi, o esistono anche vie d’uscita comuni?
MASI: Non mi risulta che diverse grandi aziende abbiano chiuso i battenti. La Camera di Commercio ha presentato recentemente il proprio rapporto annuale sull’andamento dell’economia nel nostro Paese e tutti gli indici sono positivi: sono in aumento il fatturato, l’utile netto, la redditività sui capitali investiti; hanno subito un incremento in tutti i settori anche gli investimenti e continua a crescere l’occupazione. Credo quindi che l’economia sammarinese poggi su basi solide anche se dobbiamo giustamente preoccuparci dei venti di recessione che provengono dall’esterno e delle difficoltà emerse nei rapporti con l’Italia, che richiedono la più grande e sollecita attenzione. E’ evidente che tali rapporti devono essere ispirati al principio della cooperazione mentre l’attività delle aziende, con il necessario sostegno dello Stato, non può che basarsi sulla ricerca della massima competitività.
MAZZUCA: La concorrenza è sempre un toccasana per il mondo dell’impresa al pari delle sinergie che si possono creare fra i nostri due Stati. Di conseguenza penso che San Marino sia da considerare come una possibile risorsa strategica da valutare nell’ambito degli accordi da sottoscrivere in campo economico e che possa dare vantaggi ad entrambi gli Stati. Se tale concetto lo accomuniamo ad una preoccupante situazione economica a livello mondiale, penso che sia una strada da valutare al più presto.
Il tema del Casinò sammarinese tiene banco da tempo nel dibattito. Un accordo con l’Italia vieta però al Titano di aprirne uno. E’ realistico pensare che in futuro un casinò bipartisan, gestito in partnership tra San Marino e le province italiane limitrofe, come Rimini, possa diventare realtà?
MASI: San Marino oggi deve puntare ad una crescita economica equilibrata tenendo conto in particolare della sua vocazione storico-culturale, delle potenzialità derivanti dall’esercizio della sua sovranità, del patrimonio paesaggistico riconosciuto recentemente anche dall’Unesco; non ritengo che la realizzazione di un Casinò risponda a tale esigenza.
Studi recentemente effettuati hanno messo in luce la possibilità di realizzare un progetto integrato per il commercio, il turismo e l’artigianato, risorse di cui già disponiamo e che è opportuno rendere più attraenti, anche attraverso una opportuna riqualificazione. Il sistema finanziario, se gestito correttamente, è un’altra risorsa fondamentale. Vogliamo puntare su una economia solida, diversificata e innovativa che non sia legata al gioco d’azzardo.
MAZZUCA: La Casa da gioco ha effettivamente monopolizzato molti anni della vita politica di San Marino e questo dimostra la delicatezza dell’argomento e gli enormi interessi economici che vi gravitano intorno. Sono al corrente del fatto che vi è stato un forte dibattito politico anche sulla introduzione di una sala Bingo dove, mi risulta, sono esercitati giochi ben diversi da quelli esercitati nelle sale italiane.
Nel programma del Patto per San Marino è espressamente preclusa l’apertura di una casa da gioco per i prossimi cinque anni. Se la coalizione Patto per San Marino vincerà, il problema non si porrà. Comunque la convenzione del 1953 è ancora in vigore e spetterà ai due Stati in sede di accordi bilaterali fare ogni necessaria valutazione.
Di sicuro, indipendentemente dal Casinò, credo che una stretta collaborazione turistica fra i Comuni confinanti e San Marino sia necessaria e fondamentale al fine di completare e implementare le relative offerte turistiche. Tutte queste opportunità saranno rese possibili solo grazie ad una rinnovata ma mai mancata amicizia fra Italia e San Marino.
Infine, una domanda riservata al deputato italiano: chi vede favorito alle elezioni del 9 novembre a San Marino?
MAZZUCA: Vedo favorita la Coalizione Patto Per San Marino. E’ quella che corrisponde meglio alle caratteristiche delle forze di Governo italiane. Fra le forze politiche che la compongono, inoltre, c’è una lista molto vicina al Pdl che si chiama Lista della Libertà.