Il ciclo politico che si è chiuso con la caduta del Governo è stato caratterizzato più di altri dalla diffusione a piene mani di veleni, sospetti e falsità. In questa pratica si sono distinti molti esponenti dell’opposizione e, sottobanco, anche qualche membro della maggioranza. I giochi hanno costituito il terreno fertile sul quale si sono cimentati i più accaniti avversari di questo Governo e, soprattutto, di Alleanza Popolare.
Marco Arzilli anche ieri, su un quotidiano locale, si è distinto in quest’opera di falsificazione della realtà e di denigrazione, erigendosi a grande moralizzatore e accreditandosi come il più fermo oppositore del gioco d’azzardo, proprio lui che, con la duplicità che lo caratterizza, nel 2004 ha sponsorizzato apertamente lo sbarco in Repubblica del Casinò di Venezia ed ha sostenuto, quale Presidente dell’USC, l’apertura di “una casa da gioco quale impresa strategica e strumento di diffusione culturale”.
Con quale coraggio, con questi precedenti, pretende di dare lezioni a me e ad Alleanza Popolare?
Per chiarezza è bene precisare come stanno effettivamente le cose:
1) Alleanza Popolare non ha mai sostenuto l’apertura di una casa da gioco in Repubblica, che non rientra in alcun modo nei propri programmi;
2) Alleanza Popolare, come componente del Governo, si è dovuta responsabilmente fare carico di un “problema giochi” ereditato da precedenti governi, costituiti anche da coloro che ora si stracciano le vesti contro i giochi, che avevano assegnato gli stessi esclusivamente a pochi fortunatissimi soci privati che hanno spadroneggiato a loro piacimento, hanno violato gli accordi sottoscritti e disatteso gli impegni assunti, hanno guadagnato somme enormi di denaro, contando nella maggioranza di allora su spregiudicati avvocati difensori e facendo sorgere l’inevitabile sospetto di rappresentare un elemento di corruzione e di condizionamento del sistema politico;
3) attraverso una mediazione tra posizioni diverse, il Governo ha portato il controllo e la gestione dei giochi nelle mani dello Stato, attraverso l’Ente di Stato dei Giochi, ed ha affidato la conduzione delle sale a società ove è fortemente prevalente la presenza dello Stato. Per quanto riguarda il numero delle sale esso dipende dalla situazione esistente e dalle concessioni rilasciate dai precedenti governi;
4) non posso non rilevare come nella battaglia condotta dal Alleanza Popolare per contrastare il megaprogetto di un imprenditore privato, che avrebbe realizzato l’unico, vero casinò della Repubblica, nessun esponente dell’opposizione ci ha sostenuto, chiarendo definitivamente che siamo di fronte a falsi moralizzatori, legati anch’essi ai poteri forti del Paese;
5) né Alleanza Popolare, né i Segretari di Stato di Alleanza Popolare hanno mai sponsorizzato Casinos Austria e non avrebbero alcuna difficoltà a farne a meno. Il Governo – a seguito della partecipazione al bando di selezione – ha valutato positivamente la possibilità di coinvolgere tale società, per non più del 20%, nella gestione dei giochi per la professionalità dimostrata, l’esperienza acquisita e l’assetto societario trasparente. Altri, da anni, mantengono rapporti con tale società e diverse delegazioni si sono più volte recate in pellegrinaggio in Austria per incontrarne i dirigenti. Nessun rappresentante di AP ne ha mai fatto parte;
6) le recenti dichiarazioni dei vertici di Casinos Austria non corrispondono al vero: non è stato sottoscritto alcun accordo, non si è mai parlato di apertura di un casinò, non abbiamo definito i giochi che verranno installati in quanto tale decisione spetta all’Ente di Stato dei Giochi. Nessuno quindi “ha smascherato il Governo”. Abbiamo semplicemente ascoltato, da una parte, dichiarazioni che non corrispondono al vero e annunciano progetti che non condividiamo – rendendo quindi necessario fare chiarezza con Casinos Austria prima di qualsiasi decisione – e, dall’altra, la consueta strumentalizzazione di coloro che sono maestri di basse speculazioni politiche.”
Tito Masi