Truffa delle staminali. Alberto Gaino, La Stampa

Truffa delle staminali. Alberto Gaino, La Stampa

Truffa delle staminali coinvolti dieci medici
Tre torinesi. In totale  indagate sedici persone
Alberto Gaino
Sono cominciati gli interrogatori dell’affaire staminali: gli indagati erano 9, sono saliti a 16. Lo svela l’«avviso a comparire» di trenta pagine inviato loro. L’atto giudiziario consegna l’intera mappa dei centri coinvolti – a Torino, Carmagnola, San Marino (2), Trieste e Como – nell’inchiesta sulle «iniezioni intretacali di staminali rigenerate» con la «Metodica Stamina». Terapia mai autorizzata in Italia e comunque praticata a 68 pazienti, di cui 3 minori, da novembre 2007 a dicembre 2009, quando intervennero Guariniello e il Nas del capitano Michele Tamponi e del luogotenente Loreto Buccola. I pazienti erano tutti malati, del morbo di Parkinson, Sla, cancro. Tutti in cerca dell’ultima speranza: la terapia cellulare.
Guariniello non ha chiesto misure cautelari, non è nel suo stile, ma contesta con l’avviso a comparire agli indagati – fra cui 10 medici – l’associazione per delinquere finalizzata alla somministrazione di «medicinali guasti» e «in modo pericoloso per la salute pubblica». L’ultima accusa è di truffa a 14 di quei pazienti, perché di questi i carabinieri hanno riscontro di versamenti di denaro «sulla promessa di effetti terapeutici». Versamenti da 4000 sino a 55 mila euro ciascuno.
Scrive il magistrato degli indagati: «Manipolavano liquidi organici e/o tessuti ossei per la selezione cellulare senza utilizzare strutture idonee». Sono state individuate a San Marino la Rewind Biotech srl e l’Istituto di Medicina del Benessere, che pare fosse soprattutto un istituto di bellezza. E poi il Poliambulatorio Lisa di Carmagnola. Ancora l’Irccs Burlo Garofolo di Trieste, dove i trattamenti venivano praticati nei giorni festivi. L’ultimo troncone di indagine porta all’Ospedale Generale Zona Moriggia-Pelascini di Gravedona, Como, accreditato con il servizio pubblico.
Guariniello ha indagato prima su Re-Gene, srl che aveva per presidente e amministratore delegato Davide Vannoni, torinese, 44 anni, associato di psicologia all’Università di Trieste e imprenditore nel settore marketing con le società Cognition e Cognition Comunicazione. Altri soci erano: Marcello La Rosa (direttore dell’Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte), Luigi Bistagnino, professore ordinario di Disegno industriale al Politenico. E i biologi russi Vyacheslav Klimenko e Olena Shchegelska. Quest’ultimi vivevano a Moncalieri e lavoravano in via Giolitti 41, quartier generale di Vannoni e delle sue Stamina Foundation e Associazione per la medicina rigenerativa.
La coppia russa è sparita dopo l’avvio dell’inchiesta.
Noto, fra gli indagati, è il neurologo Leonardo Scarzella, dell’Ospedale Valdese, che inviava pazienti a Vannoni. Fra gli altri medici torinesi, l’anestesista Luciano Ettore Fungi e l’ortopedico Andrea Losana. Con il collega braidese Sabino Cipriani provvedevano ai prelievi di midollo osseo in anestesia generale e alle successive infiltrazioni di staminali rigenerate presso il Lisa. Del poliambulatorio è stato coinvolto nell’inchiesta anche il responsabile dell’epoca, Roberto Ferro.
La documentazione scientifica presentata in Regione per un finanziamento di mezzo milione (concesso e bloccato in extremis) si è rivelata scarsa in seguito agli accertamenti. Né è emerso dove le cellule prelevate ai pazienti venissero «espanse» in regime di assoluta sterilizzazione. Scrive il magistrato delle staminali trattate: «Erano sprovviste delle caratteristiche di efficacia, sicurezza e qualità».
Il mondo accademico e della ricerca scientifica aveva messo al bando lo psicologo Vannoni che vi si era affacciato con raccomandazioni politiche. La sua terapia ha coinvolto a Trieste il direttore del Burlo Garofolo, Mauro Delendi (indagato per l’accordo con lo psicologo) e il medico Marino Andolina (tuttora star delle interviste sui miracoli della terapia). Gli ultimi a finire sotto inchiesta sono i comaschi Luciano Arnaboldi, Pietro Brignardello, Roberto Valsecchi, tutti medici chirurghi, e l’anestesista Patrizia Magni.
In Internet continuano ad incrociarsi gli atti di fede assoluta in Vannoni e C. così come le denunce di alcuni pazienti. Una parte di loro ha sporto querela per essersi sentita male dopo le «infiltrazioni intratecali» ed essere stata costretta a cure ospedaliere.

Condividi


Per rimanere aggiornato su tutte le novità iscriviti alla newsletter

Quando invii il modulo, controlla la tua inbox per confermare l'iscrizione

Privacy Policy