Carasso (Promozione alberghiera): «Per evitare il contagio si consigliavano vacanze in strutture poco affollate e i clienti non sono più tornati indietro».
ADRIANO CESPI – Un inizio estate dal segno meno per le strutture ricettive riminesi. Con giugno, secondo i dati elaborati dal servizio statistica della Regione, in forte contrazione sia negli arrivi (615.192 turisti, pari ad un -0,8% sul 2023 e un -7,8% sul 2019) che nelle presenze (2.524.507 pernottamenti, pari ad un -0,2% sul 2023 e un -14% sul 2019). E con gli alberghi in evidente difficoltà rispetto al periodo pre-covid. Con numeri assoluti, comunque, sempre molto alti, sopra il milione, ma con percentuali, appunto, negative nel confronto coi dati pre-pandemici.
«Come settore paghiamo ancora gli anni bui del virus – spiega Antonio Carasso, presidente di Promozione alberghiera -, quando, per evitare il contagio, venivano consigliate le vacanze in strutture poco affollate, meglio se case, agriturismi o campeggi. Ebbene, una volta abituati a queste tipologie ricettive i clienti non sono più tornati indietro e hanno definitivamente lasciato gli hotel per gli appartamenti, le tende, i bungalow, le dimore in campagna, dove si è a contatto solo coi propri familiari o amici ». Insomma, la conseguenza di una politica sanitaria iper protettiva in un periodo di forte allarme sociale come quello della pandemia. (…)
Articolo tratto da Il Corriere di Romagna