Un clochard di Rimini racconta come si sopravvive di notte al gelo

Un clochard di Rimini racconta come si sopravvive di notte al gelo

Un clochard di Rimini ha raccontato a Simone Mascia di Corriere Romagna come si sopravvive al gelo: ‘per poter campare in strada bisogna essere lucidi. Bere fa correre rischi mortali.
Non addormentarsi mai prima di essere coperti a sufficienza con giornali, vestiti, cartoni, coperte: ogni cosa va bene, purché sia asciutta.
Se si trova riparo in un angolo di strada, all’aperto, il torace, la schiena e la testa sono le parti da conservare meglio, poi vengono gli arti.
I piedi devono evitare il bagnato: se sono freddi li puoi sbattere a terra e si scaldano, ma se sono zuppi, o anche solo umidi, diventa tutto più complicato.

Le dita devono essere in continuo movimento, perché i guanti non bastano a proteggerle, e se inizi a non sentirle più devi batterle tra di loro, in continuazione, a intervalli regolari.

Non sempre si trova un riparo. ‘Caritas e Capanna di Betlemme diventano posti dove puoi davvero salvarti la vita, ma anche lì non c’è posto per tutti e ormai alla stazione dei treni ci mandano via, prima di mezzanotte. A quel punto ho davanti a me una notte intera da passare. Il più in fretta possibile‘.

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