Unione per la Repubblica. Incontri pubblici

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ITALIA-S.MARINO. UPR: RIDICOLA LA CENA DANZANTE A ROMA

“PATTO TENUTO INSIEME DALLE LEGGI ELETTORALE E DEI 10 ANNI”

  In un “Paese serio ci sarebbe gia’ un governo di unita’ nazionale”. Invece la maggioranza non trova di meglio da fare che “mettersi le scarpine da ballo” e partecipare a una “cena danzante a Roma”. Sperando, “tra una tartina e un flute di spumante, di indorare la pillola ai sammarinesi” e normalizzare i rapporti con l’Italia.

    Ci mette anche l’ironia l’Unione per la Repubblica per fare un’analisi con la stampa del momento che vive il Titano, ma il sarcasmo in questo caso mette in luce una “grande preoccupazione per il futuro”. Perche’ se e’ “ridicolo che mezzo governo vada a Roma. Non e’ cosi’ che si fa politica estera”, non ispirano certo tranquillita’ le riforme e i provvedimenti che Patto ed esecutivo stanno portando a casa. “La situazione economica del Paese e’ devastata, con centinaia di imprese che chiudono e forse ancora di piu’ che sospendono l’attivita’”, non ha mezze misure il presidente Upr, Gian Marco Marcucci, mettendo in evidenza le diverse lacune del cosiddetto “decreto Mussoni”. Se “apriamo al frontalierato sic et simpliciter che faranno i 285 diplomati a giugno?”, si interroga l’ex titolare del Lavoro sottolineando come il provvedimento recentemente ratificato “non va incontro alle esigenze del Paese, mette in difficolta’ gli uffici e non da’ benefici ai cittadini e alle casse dello Stato”. Non bastasse, aggiunge il consigliere Pier Marino Menicucci, la riforma delle pensioni e’ “pesantissima e mette a rischio lo stato sociale”, e quella fiscale e’ “un’altra batosta: occorre invertire la tendenza e fare tornare a crescere il Paese”. Intanto si parla di camorristi sul Titano e possibili connivenze tra mafia e politica. E la risposta e’ una commissione consiliare antimafia con poteri particolari per sei mesi, un intervallo troppo limitato secondo l’Upr. Il dibattito in Parlamento e’ stato “importante- sottolinea Menicucci- ma serviva una commissione d’inchiesta per affrontare il nodo dell’eventuale rapporto tra politica e malavita”.     Fortunatamente, aggiunge, “alcuni consiglieri di maggioranza, come Teodoro Lonfernini, hanno avuto coraggio, perche’ il Patto voleva mettere il silenziatore sulla vicenda”. Cosi’ sono arrivati poteri aggiuntivi sulla commissione consiliare permanente. Ci sono inoltre le grane del sistema finanziario, dove “Banca centrale brancola nel buio e adotta due pesi e due misure”. Insomma “se la situazione e’ complessa e pericolosa, nella gestione di Bcsm ci sono molto ombre e poche luci”. E l’esecutivo che fa? Si chiede il coordinatore del partito Marco Podeschi. “E’ avulso dalla realta’”, la sua risposta. “Il Patto si regge per la ferrea volonta’ dei partiti di stare in sella a ogni costo”, ma sono solo fattori istituzionali, come la legge elettorale e quella sui dieci anni, a “cristallizzare una maggioranza in Consiglio, ma non nel Paese”. Cosi’ la “societa’ civile e’ insofferente” e il “rischio concreto”, ragiona Podeschi, e’ quello di un “grande astensionismo” ai prossimi appuntamenti elettorali. Oltre a non vedere normalizzati i rapporti fondamentali con l’Italia, prosegue, intorno a San Marino si fa terra bruciata, “tra yacht sequestrati e possibilita’ di Iva sui beni mobili”.     L’Upr non vuole stare a guardare e in tre giovedi’ sera affrontera’ pubblicamente le varie problematiche, in vista dell'”evento clou” del 26 novembre con “importanti personaggi politici” e non solo. “Per risvegliare la cittadinanza dal torpore- conclude William Giardi dell’ufficio di presidenza del partito- e dare voce alla rabbia”.    

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